Città amara - Fat City |
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Un film di John Huston.
Con Jeff Bridges, Stacy Keach, Susan Tyrrell
Titolo originale Fat City.
Drammatico,
durata 100 min.
- USA 1972.
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Un gigante minimalismodi franciranoFeedback: 1142 | altri commenti e recensioni di francirano |
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lunedì 1 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se ad un primo, distratto, sguardo, Fat city puo' apparire come un film ben fatto ma nulla più, è sufficiente soffermarsi un istante sui dettagli per comprendere che in questa pellicola nulla è lasciato al caso. Non lo sono i dialoghi, che solo ad un orecchio disattento potrebbero apparire vuoti o inconcludenti; non lo è la recitazione, posata e minimalista, di un cast inarrivabile; non lo è la colonna sonora semplice e toccante; non lo è la fotografia, priva di gigantismo eppure cosi' penetrante; e non lo è la regia che quasi pare non esistere eppure guida in maniera sublime l'intera opera. Ogni cosa, in Fat city, è calibrata in maniera realistica ed emozionante. Da un vestito con la cerniera abbassata alle parole vomitate fino al silenzio pregno di significato che ci viene incontro nel finale. Pare, a tratti, di ritrovarsi tra i degradati personaggi di Bukowski, ma descritti con una finezza psicologica che rimanda piuttosto al più ispirato dei Carver. Il tutto condito con una secca ironia che fa da contrappeso alla tragedia umana. Per comprendere la grandezza del film sia sufficiente citare il brevissimo passaggio (tre inquadrature, non più) con il quale è presentato lo sfidante Lucero. Tre inquadrature che improvvisamente danno la dimensione di tutta la sua umanità e finiscono per impattare sullo spettatore in maniera potente. Non c'è banalità, in questo film. Tutto è dannatamente realistico, ivi compresa la costruzione della storia, le situazioni, lo sviluppo della sceneggiatura che evita con la semplicità di bere un bicchier d'acqua, tutti i luoghi comuni e gli sterotipi. La grandezza di questo film è tale che se ne puo' parlare in termini di gigante minimalismo. POchi film hanno mai saputo essere cosi' semplici e cosi' complessi al tempo stesso; cosi' spogli e cosi' ricchi; cosi' parlati e cosi' silenziosi. L'unica pecca, nella versione italiana, è il doppiaggio. Consigliabile assolutamente una visione in lingua originale. Tutt'alpiù sottotitolata.
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