La grande guerra |
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Un film di Mario Monicelli.
Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano.
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Guerra,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 129 min.
- Italia 1959.
MYMONETRO
La grande guerra
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Semplicemente Mario Monicellidi Cress95Feedback: 6405 | altri commenti e recensioni di Cress95 |
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martedì 25 agosto 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E non ci sarebbe davvero null'altro da aggiungere.
D'altronde l'operato di un genio capace di capolavori come "I soliti ignoti" e "L'armata Brancaleone" (giusto per citarne un paio) si commenta da solo. Eppure ancora oggi, a ben 56 anni di distanza, è egualmente impellente il bisogno di spendere qualche parola (forse anche per rammentare, quasi in modo catartico, i bei tempi del cinema italiano che furono) su quella che fu (e che è tutt'oggi a pieno diritto) una delle indiscusse pietre miliari della cinematografia mondiale.
Innanzitutto è necessario ricordare che, proprio come i più grandi artisti del passato, neanche Monicelli fu capito nell'immediato, infatti alla sua prima proiezione "La grande guerra" fu accolto alquanto tiepidamente da pubblico e critica. Fortunatamente fu solo questione di giorni affinché la fatica del Maestro cominciasse a godere del rispetto che meritava. Essa, infatti, fu la prima pellicola di rilievo a trattare un argomento crudo e drammatico come il primo conflitto mondiale in termini comici e tale sintesi, all'apparenza così impossibile e ossimorica, fu resa possibile solo grazie all'immortale "sodalizio" Alberto Sordi (soldato Oreste Jacovacci) e Vittorio Gassman (soldato Giovanni Busacca).
"La grande guerra" è comunque più di una semplice commedia: essa è una vera e propria parabola storiografica di inettitudine condita da contorni di eroismo, sullo sfondo di un contesto molto più grande dei suoi stessi protagonisti. La guerra è astratta dall'aura di solennità che il tempo e l'immaginario collettivo le hanno ritagliato, per essere riportata agli occhi del pubblico per ciò che era in realtà: un'inutile strage di semplici uomini molto, troppo aldilà da falsi eroismi e astratte prosopopee, uomini spesso e volentieri ignoranti ma anche talvolta inetti, come i due protagonisti (veri e propri simboli del conflitto bellico post-moderno). Nessun finto superuomo Nietzschiano e nessun martire D'Annunziano: i prototipi dei soldati della prima guerra mondiale non sono altro che Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca, capaci alfine di un solo grande e significativo atto di rivalsa.
Per quanto concerne il comparto sonoro anche qui viene realizzato un mezzo miracolo, tramite canzoni da campo e musiche firmate Nino Rota che concretizzano una vera e propria opera di "mimesis" artistica, immergendo lo spettatore nella vita quotidiana di trincea, senza mai perdere peraltro l'impronta squisitamente comico-decadente di sfondo alla vicenda.
In conclusione, ed evitando di dilungarmi ulteriormente, preferisco uniformarmi a tutti coloro i quali, a pieno titolo, considerano "La grande guerra" come l'esempio più fulgido del passato e inarrivabile cinema italiano.
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