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Sono andata al cinema in quanto fan di Howard e curiosa di conoscere la famosa vicenda che nel lontano 1976 sconvolse il mondo dello sport e di cui avevo solo sentito parlare. Mi sono trovata di fronte un film talmente perfetto che non avrei mai pensato di potermi appassionare tanto all'automobilismo. Io che quando c'è la formula 1 in tv cambio canale, sono stata per due ore attaccata allo schermo seguendo le scene mozzafiato delle corse automobilistiche, vivendo in prima persona le vicende dei protagonisti come li conoscessi da sempre. Sì perché il vero talento del regista non è stato solo rappresentare bene il mondo dell'automobilismo in modo da coinvolgere anche chi ne è estraneo, grazie a riprese maestrali da bordopista e da ogni angolatura e punto di vista, anche facendo sostituire lo spettatore al pilota in corsa, ma mescolarci anche le vicende personali dei due piloti, dagli esordi in giovane età fino all'apice delle carriere, il rapporto con i familiari e gli amici, i sentimenti e il rapporto con le donne della loro vita che hanno in qualche modo condizionato le loro storie. Il tutto sapientemente raccontato come una storia epica, rappresentando i due protagonisti quasi come eroi leggendari, ma facendoci conoscere anche i loro risvolti più intimi e la loro umanità. La storia di questi due uomini così agli antipodi, sia nella vita che in carriera, viene raccontata sapientemente fino all'epilogo finale e ci fa capire che dietro la rivalità dei due piloti si nascondeva molto rispetto reciproco e forse un sentimento di amicizia che le esigenze di carriera non hanno mai potuto far maturare.
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