Noi siamo infinito

Non mi è piaciuto. Mi ha ricordato quelle fiction di ragazzini che girano adesso su Mtv o su Fox. Concerto di banalità e luoghi comuni (il ragazzino insicuro che cerca di inserirsi in una scuola ostile, l’amico gay, la ragazza con un passato burrascoso, il classico triangolo lui ama lei-lei ama un altro, quello sbagliato ovviamente, poi alla fine si accorge di amare lui, il trauma infantile, la rimozione, ecc...), diretto tutto sommato male da uno scrittore alla sua prima regia che di strada da fare ne ha ancora tanta. Non so se è colpa mia che con l’avanzare dell’età sono diventato un bastardo insensibile, ma l’ho trovato un film con tanti buoni sentimenti ma alla fine poca sostanza, che vorrebbe alternare il dramma all'ironia ma risulta più che altro sdolcinato e a tratti patetico, riuscendo a strappare solo qualche rarissima risata. Il messaggio che il film vorrebbe trasmettere attraverso la frase chiave (“accettiamo l’amore che pensiamo di meritare”) è ambiguo: significa forse che ci innamoriamo delle persone sbagliate perchè abbiamo scarsa stima per noi stessi, quindi pensiamo di non meritare la felicità? Forse è così, anche se francamente l’esperienza mi ha insegnato altre cose. Tornando al film, gli unici aspetti positivi sono un paio di sequenze emozionanti, qualche trovata registica interessante (soprattutto l’alternarsi di realtà, flashback e allucinazioni in Charlie) e un Ezra Miller davvero notevole nella parte del gay esuberante. Tutto sommato si guarda, ma non c’è confronto con un Vallée. Allora preferisco le commedie americane demenziali, spesso volgari ma almeno senza troppe pretese, che ci spingono a prendere la vita con leggerezza, oppure i drammi surreali stile “He die with a felafel in his hand”, oppure ancora le commedie sentimentali ricche di ironia e buona musica, come ad esempio “500 days of Summer”. Il fatto che questo film a tratti mi abbia ricordato di quanto si può essere ridicoli quando si ha l’età del protagonista ha contribuito a rendere la visione ancora più fastidiosa. Ma nemmeno io ero così patetico. VOTO: 6 - -

P.S. A chi cerca una riflessione davvero profonda e sincera sull’adolescenza consiglio, più di qualunque film, la lettura de “Il giovane Holden” di Salinger, che senza sentimentalismi né vittimismo ci racconta di quanto può essere dura e densa di solitudine la vita di un ragazzino.