Carlino è uno spirito semplice, analfabeta, figlio maggiore di uno dei dieci mezzadri di Sisto Osti. Questi è un arricchito proprietario terrierlo, che si esprime più con il fucile che con le parole ed al quale i soldi non hanno levato il tanfo, nè insegnato la pulizia.
In un mondo dove i matrimoni combinati, più d'affari che d'amore, sono la regola, Sisto accetta l'iniziativa della moglie di sistemare almeno una delle due figlie legittime, cresciute ed appassite in casa, dandola in moglie a Carlino. Questi è ilgiovane conquistatore del borgo, le cui fanciulle affascina e seduce col profumo del biancospino naturale, che germina nel cespouglio ove ama le sue donne e dove, come narra, lui stesso è stato concepito.
Tra tutte, però, il cuore di Carlino batte per l'unica che non può avere, perchè amata da un sedicente cugino del Duce.
Il padre convince Carlino ad accettare il matrimonio, con la promessa del dono dai futuri suoceri di una fiammante moto guzzi per lui e, soprattutto, della mezzadria per dieci anni per tutta la famiglia.
Quando i tempi sembrano ormai maturi per la scelta di Carlino tra le due sorelleed il matrimonio, sopraggiunge la figlia "adottiva" segreta di Sisto, cresciuta ed educata a Roma, bella, istruita, dal parlare "straniero" romanesco.
I due ragazzi si innamorano e, seppur tra contrasti e traversie, si sposano.
Ma proprio la prima notte in viaggio di notte, il casuale incontro col primo irrealizzato amore del passato, rischia di rovinare tutto......
C'è un che di verista in questo film.
I personaggi e la storia sembrano usciti da una novella di Verga o Capuana, trasferita in Emilia pochi decenni dopo, durante il ventennio fascista, negli anni della gioventù e dei ricordi del'Autore.
Il velo amaro di questa memoria avvolge la storia,ne rallenta -a nche troppo - l'azione, tra grevi penombre e scene solari essenzialmente dedicate all'amore dei giovani; tra fede e superstizione, riti e tradizioni, analfabetismo e opinabile sapienza popolare, perbenismo ed affarismo di piccola società contadina.
Questo misto di unodierno e passato, sacro e profano, immaginazione, realtà e travisamento, che ricorda gli ambiti e le figure romaniche, si ritrova nelle scene e nei volti, maschere profondamente segnate e quasi butterate, come fregi scolpiti erosi dal tempo e dall'usura.
Sono personaggi che incarnano i ruoli familiari e sociali dell'epoca, con uomini che devono dare sostegno e sicurezza alla famiglia, anche se poi, al momento delle decisioni irreversibili, per ricchi come per poveri, determinante è la scelta della donna. Perchè il cuore grande delle ragazze, diviene poi la bilancia del consiglio delle mogli e delle madri, nonostante torti e tradimenti, vizi e virtù dai dubbi confini.
Anche la bellezza del volto di Francesca, la sposa bella e innamorata, è marcata sin quasi a snaturarla e farne una maschera.
Gli unici a mantenere i loro lineamenti naturali, giovanili, sono i semplici e gli ingenui, portati dalla storia, anche quando ne sembrano mprotagonisti: Carlino, dal fascino elementare dell'alito profumato; il suo primo vero amore, sedotta e lasciata dal "cugino del duce"; sua sorella, che vegeta ed ingrassa a letto nella vana attesa della prima mestruazione, ed infine il fratello minore, cronista - a suo tempo - della vicenda nel suo diario di terza elementare ed ora voce narrante.
Il film non manca di spunti, pur non essendo un capolavoro. E' un riandare meditabondo ed introverso dell'Autore ad un tempo della vita vissuto, ma non rimpianto, cercando a suo modo in fondo al cuore grande delle ragazze l'energia vitale di quel mondo di "vinti". Un po' come Carlino, che porta sempre nel cespuglio dove fu concepito ogni suo nuovo amore, incurante del rudere diruto poco più in là.
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