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Parodia di un superclassico della cinematografia italiana, questo film della celebre coppia Totò-Peppino partiva con buone potenzialità, ma risultò fiacco per il cast piuttosto anonimo, se si eccettuano il buon vecchio Mario Castellani e il navigato Francesco Mulè; oltre a loro, attori di secondo o di terzo piano, attricette, Giò Stajano più personaggio che attore, la starlette emergente Gloria Paul e Giancarlo Zarfati, bambino prodigio dell'epoca.
Però, in questo film riuscito non proprio benissimo, squilla quella frase entrata nella memoria collettiva degli italiani, una delle più citate di Totò, una sorta di perla di saggezza popolare e allo stesso tempo un monito sulla caducità del potere: "I ministri passano, gli uomini restano!"
Anche questo era il genio di Totò.
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