Sul fatto che Schlesinger sia un grande regista"non ci piove". Interessante(ritengo, non l'ho letto)il romanzo di partenza di Nicholas Conde), senz'altro eccelsa la sceneggiatura di Mark Frost. Molte scene "in soggettiva", grande(ma intendo nell'accezione di eccelso, non intendo invece"CONTINUO") uso di zoomate e di altre soluzini tecniche(la musiche, le espressioni rituali), da un punto di vista "bianco-gringo"su una di quelle religioni sincretiste, che spesso rischiano di essere confuse con la "brujeria"; ma il film, in effetti, riesce a distinguere quasi sempre, evitando contrapposizioni dicotomiche. Non è il"Miglior Schlesinger", direi, ma ci siamo molto vicini... Martin Shee, attore forse non abbastanza valorizzato, è comunque assolutamente "in parte", come complessivamente gli altri... Ottima la resa complessivaa, pur se forse non un"capolavoro", anche se se sul lemma mantengo qualche riserva(dopo l'"opera aperta", lemma e concetto vanno ridimensionati). Da vedere, possibilmente, in compagnia, perché il film, che non risparmia particolari"gore", inquieta la nostra sensibilità di Europei razionalisti. Se proprio vogliamo individuare un "messaggio"nel film(i messaggi li porta il postino, diceva sempre Hitchcock e chi scrive, modestamente, è d'accordo)sarebbe il seguente: rinascista del"magico"versus il nuovo positivismo(non"neopositivismo"). Da vedere anche più volte, per ri-individuare simboli e connessioni sfuggite a una prima(forse, magari, anche imprecisa)visione... Decisamente un film che"smuove"e ciò è legato al"cocktail"anzidetto(capacità tecniche di chi "fa" il film, regista in primis ma non da solo, interpreti, screenplay, libro"di partenza"etc.). Non credo che la visione del film debba rimanere un"hapax"perché un approfondimento(lettura di altro sul tema, magari anche dal punto di vista storico-antropologico)sarebbe assolutamente consigliabile, se la persona ha il tempo per farlo. EUgen Galasso
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