Puerto Escondido |
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Un film di Gabriele Salvatores.
Con Diego Abatantuono, Valeria Golino, Claudio Bisio, Renato Carpentieri, Antonio Catania.
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Commedia,
durata 109 min.
- Italia 1992.
- Penta Distribuzione
uscita martedì 5 agosto 1997.
MYMONETRO
Puerto Escondido
valutazione media:
2,94
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Surreale, stupido e discontinuodi Mister QFeedback: 619 | altri commenti e recensioni di Mister Q |
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domenica 23 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo il buon successo di "Mediterraneo", Salvatores torna un anno dopo con "Puerto escondido". Restano Abatantuono e Bisio, new entry Valeria Golino, Renato Carpentieri e Antonio Catania. Mario Tozzi (Abatantuono) è un impiegato di banca che ha causalmente assistito ad un omicidio da parte del capo di polizia, il commissario Viola (Carpentieri) e in seguito a delle minacce decide di cambiare aria, spaventato, per andare in Messico, dove incontra Anita e Alex (la Golino e Bisio), una coppia povera trasferitasi da poco nel luogo che vive di espedienti. Mario li conoscerà e si abituerà a questa vita apparentemente spensierata e senza problemi, non stressante come in Italia. Le premesse sono buone, anche se è chiaro sin dall'inizio che non si tratta di un film realistico, dal momento che è molto pretenzioso che il capo della polizia di Milano uccida o tenti di uccidere numerose persone senza che accada niente. A dir poco ridicola la scena in cui Tozzi e il commissario Viola, che ha appena ucciso una persona davanti ai suoi occhi, cenano insieme tranquillamente. Poi c'è lo spostamento in Messico, dove ci aspettiamo qualche colpo di scena: invece no, il film non decolla e resta sempre sul basso profilo da cui era partito, non trovando nessun colpo di scena che ravvivi la pellicola. Veniamo alla conoscenza di Alex, personaggio viscido e inaffidabile di cui Abatantuono dopo qualche giorno si fida sneza problemi, e in seguito di Anita. Dopo un'ora insipida in cui si combatte per non smettere di guardare il film, arrivano le sorprese: se non fosse che siano del tutto surreali e stupide. Fa stupire come il protagonista, abituato ad un certo stile di vita, preferisca continuare la vita da povero disgraziato invece di tornare in Italia ora che non ci sono problemi e partecipi a traffici illegali senza la minima esitazione. Indecifrabile la figura dell'altro mario, un altro italiano (che fantasia...) che era andato a vivere in Messico e cerca di inculcare concetti filosofici decisamente banali salvo poi scoprire che non era certo un esempio di correttezza. Insomma, un film che si trascina dall'inizio alla fine attraverso banalità e idee folli: man mano che si va avanti ci si allontana sempre di più dalla vita di tutti i giorni per proseguire sospeso al fragile filo della finzione, che sembra potersi rompere da un momento all'altro. Un film da vedere solo se non c'è niente di meglio da fare, magari nelle notti insonni, che può essere d'insegnamento anche per capire che un regista non sforna solo successi.
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