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Diamo per scontato che la vita ci appartenga, che ci sia dovuta; diamo per scontato che dopo la notte ci sia sempre un altro giorno ad attenderci e così pensiamo che per dire “ti amo”, “grazie” o “scusa” possiamo aspettare ancora fino a domani; ecco il più grande difetto dell'uomo , il suo più grande errore, e forse è per questo che esiste la morte è la punizione per tanta arroganza e ce la meritiamo tutta. Poi non dobbiamo prendercela con lei se all'improvviso non abbiamo più tempo per completare i nostri progetti o per amare i nostri cari, è colpa della pigrizia, del mal vivere e della distorta concezione che l'uomo ha della vita... guardare “After.life” può dare una mano...
Film del 2009 di Agnieszka Wojtowicz-Vosloo a cui concedere unicamente l'etichetta di “drammatico” mi sembra riduttivo data la vastità degli elementi che contiene: amore, paura, vita, morte, soprannaturale, dolore... protagonista del film sono due attori che, seppure invisibili, rendono bene l'idea sono la morte e la vita visti entrambi come fenomeni positivi che si uniscono per dare una lezione ad Anna Taylor (Cristina Ricci) inducendola a combattere per la sopravvivenza. Lei una donna pigra che, per paura di soffrire si risparmia di vivere: fa l'amore senza sentimento, si muove per inerzia e vive nella paura ma, dopo un incidente stradale la sua visione della vita è costretta a cambiare... All'improvviso è in un obitorio con un uomo accanto (Niam Neeson ) che dice di volerla aiutare... adesso si che ha paura e comprende, per la prima volta, che vuole vivere ma tornare a farlo non sarà semplice...
film che rende esplicita la sua morale: scoprire la morte per apprezzare la vita, ma, per favore, risparmiamoci di arrivare a tanto... "CARPE DIEM!".
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