Dopo Harry Potter e l'Ordine della Fenice, probabilmente il piu discusso dei precedenti episodi della saga del mago piu famoso della terra, Yates pare aver imparato dai propri errori. E' stato criticato per aver creato piu che un film, un lunghissimo trailer, senza ordine ne coerenza nella storia e praticamente incomprensibile a coloro che non avevano letto il libro. Ora con il Principe Mezzosangue, il regista cambia tattica, e regala un' esperienza alla quale i fan del maghetto non sono piu abituati: un film che rispecchia a pieno il cuore del libro di JK Rowling, ma che lascia spazio alla personalità del regista, che rende unica la visione del film. Premesso che da un adattamento cinematografico non ci si puo aspettare una copia perfetta del libro, Yates si incentra su diversi binari che rendono la storia apprezzabile sia ai fan che ai profani. Voldemort, il Signore Oscuro, è tornato e il mondo è ormai in guerra. I Babbani, i non maghi, vengono presi di mira dai Mangiamorte, e il film rende piu volte partecipe lo spettatore dell'ansia in cui vivono il mondo magico e quello babbano. Per sottolineare l'aspetto di precarietà che ormai ha preso possesso della vita dei maghi, il regista crea due scene che non sono presenti nel libro, ma che a mio giudizio riescono a trasmettere un senso di ansia e di paura allo spettatore, facendogli capire che nessuno può rimanere fuori dalla guerra imminente, neanche quei luoghi che il giovane Harry e i suoi amici chiamano casa. Mentre Harry Potter viene istruito da Albus Silente, il preside della scuola, sul passato di Voldemort e sul modo per sconfiggerlo, un magistrale Draco Malfoy (Tom Felton) rappresenta il traditore che cercherà di introdurre i Mangiamorte al castello. L'attenzione viene poi bilanciata sugli aspetti umani dei protagonisti, tutti in cerca dell'amore. Con sapienti sketch umoristici, il film riesce a smorzare la tensione mostrando il lato sentimentale dei ragazzi e la loro quotidianità. Veramente poca è la rilevanza che ha nella storia il libro del Principe Mezzosangue, ma non se ne sente la mancanza: viene menzionato piu volte, ma pare non essere cosi importante da giustificare il titolo del film. I tre protagonisti, in particolare Hermione (Emma Watson) interpretano brillantemente le loro vicende sentimentali, e le pene che soffre Hermione per amore sono piu che mai realistiche e rendono perfetta l'immedesimazione del pubblico. Peccato per il personaggio di Ron che a mio avviso viene sempre piu rilegato a intermezzo comico. Menzione speciale a Jim Broadbent, che ricopre appieno il ruolo di Lumacorno, professore interessato piu alla gloria riflessa e al denarom piu che all'insegnamento, e fondamentalmnete codardo, ma personaggio di spicco poichè l'unico a conoscere il segreto dell'immortalità di Lord Voldemort. Grande attenzione è posata sulle scene finali, su cui non mi dilungherò per evitare spoiler, e posso assicurare che il libro viene rispettato appieno, mantenendo altissima la tensione fino all'evento finale, nel quale la drammaticità del film è tale da renderlo addirittura sconsigliato ad un pubblico giovane.
Conclusioni: poche volte ho visto un libro adattato a film cosi bene. Due ore e quaranta sono tante, ma passano in un lampo, e lo spettatore è incollato alla poltrona per tutto lo spettacolo. Yates ha decisamente imparato dai suoi errori e ha confezionato esattamente cio che i fan volevano: un film che rispetti il libro della Rowling.
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