La mia vita a Garden State |
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Un film di Zach Braff.
Con Zach Braff, Kenneth Graymez, George C. Wolfe, Austin Lysy, Gary Gilbert, Jill Flint.
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Titolo originale Garden State.
Commedia,
durata 109 min.
- USA 2004.
uscita venerdì 17 giugno 2005.
MYMONETRO
La mia vita a Garden State
valutazione media:
3,58
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un sorriso e una lacrimadi Il VigaFeedback: 0 |
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lunedì 25 luglio 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film breve, dalla trama poco intricata. Un film che non fai in tempo ad addentare perchè è già passato come un profumo intenso. Ma al contempo gustoso e che lascia sazietà senza nessuna controindicazione. La classica riproposizione del tema della morte, che non riesce a prescindere dal tema dell'amore, ma che non risulta mai banale o scontata. Perchè il tutto è condito da un malessere di fondo, e da un'ironia spicciola ma originale e spassosa e che riesce a mitigare il forte sapore amaro che la pellicola assume anche grazie agli incantevoli scenari autunnali che il New Jersey offre con generosità. Questa ironia, unita al tema del dolore regalano spesso un'unica emozione fortissima, che ti lascia inebetito in un sorriso appena accennato e uno sguardo sommesso, comprensivo e sognatore. Riso e tristezza, a volte portano ad avvicinarsi allo schok emotivo, e per un istante si può avere l'impressione della felicità. Parlerei per ore di questo film che molto pochi in Italia hanno visto, perchè ti entra nel cuore e non se ne va più. Una volta che hai capito come la morte sia una caratterizzazione della vita e come sia altrettanto per l'amore, non puoi più fingere che queste due cose non esistano. Capita così che spariscano dalla vista le cose che non contano e rimane solo l'amore, solo l'amicizia, solo la morte e solo quel malessere di fondo che si dimostra parte integrante del sano umano essere. Un film emotivamente educativo, che non si limita a racontare una storia più o meno bella, ma si spinge a spiegarci cos'è quel malessere di fondo che condisce la storia, sia quella del film, sia la storia di ognuno di noi. Quel malessere di fondo è quello che soprapensiero, senza accorgercene, chiamiamo comunemente vita. Inimitabile Zach.
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