Lo straniero della valle oscura |
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Un film di Andreas Prochaska.
Con Sam Riley, Tobias Moretti, Helmuth Häusler, Martin Leutgeb.
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Titolo originale Das finstere Tal.
Western,
- Austria, Germania 2014.
MYMONETRO
Lo straniero della valle oscura
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il fotografo Vendicatore
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| martedì 2 dicembre 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Andreas Prochaska- 2014- Lo Straniero della Valle Oscura.
Un cavaliere misterioso fa il suo ingresso in un villaggio dominato dalla famiglia capitanata dall'anziano Brenner e dai suoi figli. Costoro spadroneggiano sulle vite di uomini e donne.
Il vecchio Brenner ha in uso una consuetudine "medievale" (jus primae noctis) e la esercita tranquillamente da anni.
Il nuovo arrivato è un americano e viene alloggiato presso due donne, una madre e una figlia che sta per sposarsi. Di lui si sa anche che è un fotografo che vuole fermarsi per l'inverno. La sua presenza non è ben vista dai Brenner e lo è ancor meno quando uno di loro viene ucciso.
Questa pellicola di Andreas Prochaska per quanto riguarda i German Films Award (a cui il film anche se di produzione austriaca fa da riferimento) i premi nel 2014 sono stati sette. Meritati perché si tratta di un western del tutto anomalo ma perfettamente controllato. Anomalo in ragione del fatto che il cavaliere americano arriva nell'area alpina di lingua tedesca e questo consente di costruire un western che può tranquillamente disinteressarsi del fatto che il prologo ci abbia già fornito dei possibili indizi sulle ragioni della sua presenza in zona. Perché il senso sta altrove. Sta innanzitutto nell'immettere un film western in un'ambientazione assolutamente europea. Alcuni critici non hanno digerito questo particolare, anche perche' non si tratta di un film alla "Leone", tanto per intenderci
Non tanto per le cime alpine innevate ma piuttosto per la chiusura, molto ben rappresentata, di una comunità montana di boscaioli e cacciatori che non vogliono intromissioni anche perché hanno, in particolare, un sopruso ereditario appannaggio dei capi che non va assolutamente ceduto.
Quello che domina, anche nella fotografia, sono le lunghe ombre dell'inverno, i passi calzati di stivali nella neve ghiacciata, oscurità profonde da cui erano solcate le notti, proprio nelle vallate alpine, prima dell'avvento dell'elettricità.
Per me, con indubbi limiti per la strana, per quanto originale ambientazione europea, sembra un ottimo film, dove la tensione, scandita da quel metronomo usato per calcolare il tempo di esposizione per le foto scattate dallo straniero, aumenta costantemente fin dalle prime scene, senza interruzione, per poi esplodere nel finale molto realistico, crudo e violento, in questo molto piu' che in tanti western made in USA.
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