L'uomo nel bosco

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Un film di Alain Guiraudie. Con Félix Kysyl, Catherine Frot, Jean-Baptiste Durand, Jacques Develay.
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Titolo originale Miséricorde. Drammatico, durata 102 min. - Francia 2024. - Movies Inspired uscita giovedì 16 gennaio 2025. MYMONETRO L'uomo nel bosco * * * 1/2 - valutazione media: 3,58 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Nel bosco con Freud Valutazione 3 stelle su cinque

di carlo santoni


Feedback: 821 | altri commenti e recensioni di carlo santoni
lunedì 8 settembre 2025

È decisamente un film onirico, nel senso freudiano del termine, e come dal subconscio avviene nei sogni, ugualmente nel film Giraudine affiora liberamente ogni tipo di pulsione, eppur sempre in conflitto con i vincoli morali e i controlli del Super-Io. Il protagonista, il molto ambiguo Jérémie (il bravo Félix Kysyl) torna nel suo paesino natale in Occitania, per assistere al funerale di un fornaio, suo ex principale, alla cui memoria si dice molto attaccato. È preso a benvolere dalla vedova, che lo aveva conosciuto ragazzino, ma decisamente inviso a Vincent, il figlio di questa ed amico d’infanzia di Jérémie. Tra Vincent e Jérémie è un crescendo di aggressività e violenza, che si conclude con una scazzottata notturna in mezzo al bosco (un immenso bosco che tutto avvolge: i protagonisti e la loro storia, tenendoli separati dal resto del mondo), in seguito alla quale, inaspettatamente, l’esile Jérémie ha la meglio sul robusto e bestiale Vincent, che non solo atterrisce tramortendolo con una bastonata, ma che immediatamente dopo, preso da un impulso irrefrenabile, uccide fracassandoli il cranio con una pietra. Dopo di ché seppellisce alla meglio il cadavere e se ne torna a casa: ovvero a casa di Martine (una pacata Chaterine Frot), la vedova del fornaio e madre dell’appena ucciso Vincent, che da qualche giorno ospita il protagonista, facendolo dormire nella camera ch’era stata di suo figlio, prima che questi si sposasse e tornasse altrove ad abitare. E fin qui potrebbe sembrare la trama di un comune noir: ma il fatto è che il film segue senza una logica, se non appunto quella dei sogni. L’ambiguo Jérémie pare seguire gli impulsi erotici più strani: la gente del villaggio sussurra che la vedova lo desideri come amante, Vincent prima di essere ucciso accusa Jérémie di volersi scopare sua madre, Jérémie dice – e non si sa se dice il vero – al vecchio conoscente Walter (David Ayala), un miserabile trippone, che vorrebbe fare l’amore con lui, Walter racconta in giro che Vincent era geloso di Jérémie anche per questo. Come non bastasse, il prete di campagna confessa di essere innamorato di Jérémie, fino a rischiare di persona pur di salvarlo da una probabilissima accusa di omicidio, e per farlo, scientemente si fa beccare nel suo stesso letto, nudo e con il pene ben eretto, abbracciato a Jérémie; l’anziana vedova del fornaio alla fine lo accoglie nel suo letto. C’è per caso nel film una ragazza che attiri le attenzioni di Jérémie, o che da Jérémie sia attratta? No: il rapporto amoroso-erotico che rappresenta la normalità, quello tra un uomo e una donna più o meno coetanei, è del tutto escluso dalla trama del film, il quale dal punto di vista dei desideri è unicamente eccesso e sregolatezza. Il tutto sotto lo sguardo vigile del Super-Io, tanto in forma di prete, che continuamente incontra Jérémie a giro nel bosco, probabilmente pedinandolo, quanto e soprattutto in forma di gendarme, il quale si prende la libertà di entrare nottetempo sia nella casa di Martine, che in quella del curato, e di sbirciare con tanto di torcia elettrica, come se la legge lo consentisse. Appartiene al Super-Io anche la sveglia elettrica, perennemente visibile nelle scene notturne in camera di Jérémie, come a ricordare a che punto è la storia. Vero coup de théâtre la scena in cui Jérémie entra nella chiesa deserta del paese: lo spettatore si aspetta ch’egli, preso com’è da tantissimi dubbi, intenda confessarsi al prete che continuamente lo pedina. Sarà in vece il prete a chiedere a Jérémie di confessarlo: e la sua sarà per davvero una confessione, nel suo significato più profondo.

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