Swallow |
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Un film di Carlo Mirabella-Davis.
Con Haley Bennett, Austin Stowell, Denis O'Hare, Elizabeth Marvel.
continua»
Drammatico,
- USA 2019.
MYMONETRO
Swallow
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la ribellione alla dolce violenzadi figliounicoFeedback: 51360 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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mercoledì 1 febbraio 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Esordio felice di Carlo Mirabella Davis nel suo primo lungometraggio, un drammatico girato in uno stile che ricorda quello della commedia americana degli anni ’60 e non soltanto per la fotografia, che ne richiama i tipici colori pastello, già adottati in altri recenti film vintage come Suburbicon, e nella scenografia, con le inquadrature ripetute della tipica cucina pulita e ordinata, simbolo di una vita familiare incentrata sul focolare domestico in cui domina, relegata al suo ruolo di reginetta della casa, la donna, ma soprattutto per la riproposizione in chiave moderna di una situazione tipica di quegli anni, evidentemente ancora presente sebbene in forme diverse nella società attuale, ovvero quella di un apparente benessere economico che nasconde impulsi conflittuali inespressi nella coppia, che sfociano nella quotidiana patologia di comportamenti deviati, spia di malesseri sotterranei, si pensi all’alcolismo diffuso tra le casalinghe dell’epoca. In questo caso la malattia, il picacismo, sintomo di una sofferenza psichica implosa, diventa simbolo di una ribellione violenta sebbene autolesionista ad una dolce e persuasiva costrizione, del marito e della sua famiglia, in uno stato di passiva subalternità, una violenza senza violenza che metaforicamente richiama nell’inconscio della protagonista quella brutale e fisica dello stupro subito dalla madre. Ma gli anni ’60 sono lontani, i tempi sono cambiati, e la protagonista, efficacemente interpretata da Haley Bennett, non subirà al pari della madre la prevaricazione maschile decidendo da sé stessa il proprio destino. Nella scena finale i titoli di coda scorrono sopra le immagini di una toilette per donne, come in una dedica non convenzionale al mondo femminile e alle sue conquiste, ma allo stesso tempo, a contrasto, denotandone con ironia la separatezza e l’esclusione dal mondo governato dagli uomini, che si manifesta nell’esclusività del locale pubblico, in una sorta di apartheid metaforicamente rappresentato da un ambiente comune e privo di per sé di connotazione politica, come a dire che invece tutto è politica, anche paradossalmente un gabinetto pubblico.
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