Il documentario attraversa i sessantanni di carriera di Alberto Sordi, riuscendo a toccare molti aspetti della sua filmografia e sopratutto della sua vita privata, senza soffermarsi troppo sugli esordi e sul successo dell' "Americano a Roma" (già ampiamente narrati tramite fiction o speciali televisivi), riuscendo a fare emergere, grazie a preziose interviste e documenti d' archivio, il lato più sentimentale legato all' uomo, facendocelo apprezzare ancora di più : la morte della sorella, la beneficenza non ostentata e sopratutto un' attenta analisi del declino, narrata anche per mezzo dei suoi ultimi film: "Nestore, l' Ultima Corsa" del 1994 ed " Incontri Proibiti" del 1998, ( ricordo la mia presenza a Venezia, durante il festival quando vidi la Marini, rappresentazione Anitesca/Felliniana, ma legata al passato delle occasioni perdute ), non proprio campioni d' incassi, ma evoluzione/involuzione del regista/attore che tenta di raccontare la malinconia della senilità/vecchiaia inesorabile, che viene immaginata benissimo nel ricordo di Carlo Verdone, quando ci narra della scivolata con caduta a terra di un Sordi anziano al ristorante.
Pregevole
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