Ma com'è possibile che, di fronte ad una crisi economica che in Europa dura dal 2008, innescata dalla voracità della finanza senza regole, aggravata dal fatto che i ricchi stanno diventando enormemente più ricchi ai danni di tutti, la gente non crede più nella sinistra?
Com'è possibile che in questo periodo di crisi economica, i partiti di sinistra, che hanno quale loro principale aspirazione quella di garantire la lotta alle disuguaglianze economiche e che hanno nel loro programma la distribuzione della ricchezza a favore del ceto medio e dalla povera gente, arretrino elettoralmente in Europa, anzichè andare al potere ovunque?
La risposta è semplice: perchè questi partiti di sinistra stanno giocando da oramai troppi anni ad un gioco, quello della globalizzazione, che non può che vederli perdenti, dal punto di vista dei risultati.
"Alice e il sindaco" è una delle riflessioni più profonde, sincere, serene e concrete sull'incapacità della sinistra di essere se stessa in uno scenario creato apposta per neutralizzarla e questa riflessione è il volto pulito di Alice, una donna che ha studiato, è sensibile, non è alla ricerca di onori e successo e se ne frega di un ufficio più grande e bello: a lei basta una stanza pulita in cui poter lavorare in pace.
In questo delizioso film francese Alice chiarisce che, a prescindere dalle belle parole, un partito di sinistra non può tutelare concretamente i lavoratori francesi se crede nella globalizzazione senza regole e consente ad un imprenditore francese di delocalizzare l'attività in Vietnam perchè la manodopera dei lavoratori vietnamiti costa meno di quella francese.
E Alice ci dice che, a prescindere dalle belle parole, un partito di sinistra non può tutelare i ceti medi produttivi francesi se crede nella finanza globale senza regole, grazie alla cui ingiusta anarchia si guadagna enormemente di più facendo il broker piuttosto che l'ingegnere, il medico, l'avvocato o il commericalista: i migliori cervelli giovani, infatti, finiscono tutti di là, dove non si produce nulla ma si specula su tutto e tutti.
Alice, poi, nella sua splendida semplicità ci ricorda che l'antidoto alla globalizzazione senza regole è un sentimento molto antico e nello stesso tempo molto moderno: la modestia. La modestia ti fa comprendere meglio la realtà che ti circonda senza lasciarti abbagliare dagli specchietti per le allodole; la modestia ti fa scegliere un progresso concreto raggiungibile con un percorso ordinato; la modestia ti fa finalmente intendere che vivere in una globalizzazione senza regole è come percorrere con la propria automobile strade completamente prive di semafori e segnaletica: chi potrebbe negare che una tale situazione sarebbe follia giacchè gli autoveicoli più grandi finirebbero per fare i propri comodi ai danni dei più piccoli?
La sinistra, appunto, quella che dovrebbe tutelare i più piccoli .....
[+] lascia un commento a thomas »
[ - ] lascia un commento a thomas »
|