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Molteplici motivi di interesse per due ore di melodramma puro,con vizi e virtù propri del genere più classico del cinema americano classico. Si, c'é tutto quelche si vuole per amare, nel mio caso, o detestare un canovaccio D.O.C.G. Siamo all'inizio degli anni '40,alla regia un gigante della macchina da presa con un palmares di invidiabili capolavori di svariati generi ,per attori la rossa londinese G.Garson,qui nell'anno di grazia 1942,quando uscì consacrandola (ed imprigionandola) nel ruolo di donna paziente,volitiva,orgoglio della Nazione "La Signora Miniver". Curiosa la presenza del protagonista maschile, quel R. Colman stimato attore teatrale che pare non abbia mai la fisicità richiesta (descritto nel film come alto e moro,è in realtà minuto e canuto,avanti con gli anni),nè una sufficiente gamma espressiva che lo possa porre al livello della sua partner. La sceneggiatura è azzardata: due perdite della memoria,un ravvedimento troppo repentino nel finale,con la segretaria che,improvvisamente,ci accorgiamo essere l'ex moglie. Roba da soap opera,ma nel decennio successivo D. Sirk farà ben di peggio diventando,comunque,il re del melò americano.
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