jaky86
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lunedì 28 febbraio 2011
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i valori della vita
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Una bella storia di amicizia interpretata da due mostri sacri del cinema francese, il sempre perfetto Auteuil e il magnifico Darroussin, volti noti ai cinefili transalpini e non solo. Il film si incentra principalmente sulla bravura dei due, vecchi compagni di infanzia che intrecciano una forte relazione di amicizia, nonostante il differente ceto sociale da cui provengono (Darroussin è il giardiniere di Auteuil). I loro intensi dialoghi finiranno per avvicinarli sempre di più, nonostante la diffidenza iniziale di Auteuil verso il genuino e sempliciotto Darroussin. Alla fine sarà proprio il primo, benestante parigino, ad arricchirsi maggiormente da questa relazione, riavvicinandosi alla terra e apprezzandone i frutti.
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Una bella storia di amicizia interpretata da due mostri sacri del cinema francese, il sempre perfetto Auteuil e il magnifico Darroussin, volti noti ai cinefili transalpini e non solo. Il film si incentra principalmente sulla bravura dei due, vecchi compagni di infanzia che intrecciano una forte relazione di amicizia, nonostante il differente ceto sociale da cui provengono (Darroussin è il giardiniere di Auteuil). I loro intensi dialoghi finiranno per avvicinarli sempre di più, nonostante la diffidenza iniziale di Auteuil verso il genuino e sempliciotto Darroussin. Alla fine sarà proprio il primo, benestante parigino, ad arricchirsi maggiormente da questa relazione, riavvicinandosi alla terra e apprezzandone i frutti. P.S. Era troppo facile tradurre il titolo in "Dialogo con il mio giardiniere"?
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giorpost
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mercoledì 16 novembre 2016
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e se bastassero un coltellino e un po' di spago?
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Il signor Del Quadro è un pittore di discreta fama, vive a Parigi ed ha casa in campagna, nella Francia rurale. Il signor Del Prato è, invece, un ferroviere in pensione con il pollice verde e vive nello stesso paesino periferico. I due si rincontrano dopo quarant'anni, essendo stati compagni alle elementari: il primo, portando con se quella leggera spocchia di chi ha fatto carriera (per giunta come artista), contatta l'altro, rimasto un umile soldato della vita -dedito alle cose più semplici che essa sa offrire-, per dargli in gestione l'incolto terreno di famiglia, dal grande potenziale. Trascorrono settimane e mesi, durante i quali Del Quadro fa la spola tra la capitale e la campagna, mentre Del Prato non si risparmia con il terreno, dedicandogli gran parte del tempo e lasciando sola a casa “la moglie”.
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Il signor Del Quadro è un pittore di discreta fama, vive a Parigi ed ha casa in campagna, nella Francia rurale. Il signor Del Prato è, invece, un ferroviere in pensione con il pollice verde e vive nello stesso paesino periferico. I due si rincontrano dopo quarant'anni, essendo stati compagni alle elementari: il primo, portando con se quella leggera spocchia di chi ha fatto carriera (per giunta come artista), contatta l'altro, rimasto un umile soldato della vita -dedito alle cose più semplici che essa sa offrire-, per dargli in gestione l'incolto terreno di famiglia, dal grande potenziale. Trascorrono settimane e mesi, durante i quali Del Quadro fa la spola tra la capitale e la campagna, mentre Del Prato non si risparmia con il terreno, dedicandogli gran parte del tempo e lasciando sola a casa “la moglie”.
Tra i due amici ritrovati nasce un legame soprattutto verbale, fatto di racconti di storie passate, personaggi del luogo, aneddoti e curiosità, frammentati da rapidi flashback che anticipano la parola. Un'amicizia che ci consegna da un lato un un uomo dalla vita frenetica, fatta di impulsi, cadute e risalite; dall'altro un personaggio di una semplicità disarmante, amante della pesca, dei fiori e di consolidate consuetudini, come andare in viaggio a Nizza tutti gli anni con “la moglie”, sua massima aspirazione. In un compassato evolversi degli eventi, mai comunque sopra le righe e lungo i quali il tempo pare fermarsi, si arriva ad un epilogo triste, ma al tempo stesso colmo di significati e quasi atteso; a cominciare da una delle tante convinzioni che il povero Del Prato ha inculcato nella mente libertina e insicura di Del Quadro: tenere sempre con se un coltellino e un rotolo di spago, che in qualsiasi momento possono salvare la vita...
Dialogue avec mon jardinier (Fra, 2007) è un'opera filmica che sembra uscire da un quadro naturalista, e non certo per la presenza del pittore come coprotagonista. Il film, nei suoi primi passi, si presenta come commedia, proseguendo e finendo per trasformarsi in un dramma ma senza mai ricalcarne le più immediate caratteristiche; Daniel Auteuil, mai come in questo caso apparentemente spaesato, per certi versi cede la scena ad un attore, Jean-Pierre Darroussin, che per gestualità e concretezza risulta davvero sbalorditivo. Il suo è un personaggio atipico per i nostri palati, fuori dal tempo, quasi sospeso in un limbo nel quale persino la carpa che cerca di passare sotto la barca per sfuggire alla cattura ci sembra una lezione di vita. Come tante altre sono le lezioni che, volutamente o meno, il signor Del Prato (nome fittizio inventato dai due stessi amici) elargisce al vecchio e donnaiolo compagno di scuola: domani pioverà, e questo è un fatto.
Una pellicola, questa, che rimedia all'eccessiva intraprendenza della nostra epoca, fatta di gente che vuole strafare, arrivare, ambiziosa e assetata di fama. Del Prato, invece, vuole solo due cose: un coltellino e un rotolo di spago...
Voto: 8
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dounia
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venerdì 22 luglio 2011
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il significato dell'amicizia
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L'attore Daniel Auteuil impersona una storia particolare, tratta dal romanzo di Henri Cueco. L'aspettatore nota in questa commedia la capacità di un pittore, che dalla città si trasferisce in campagna, di mettersi in contatto con un ex-compagno della gioventù e fa il giardiniere, l'attore Jeanne-Pierre Darrousin, anche lui molto bravo nell'interpretare la sua parte. Il pittore lo assume e nasce così una profonda amicizia che dà vita ai dialoghi e agli eventi. La storia è semplice, ma non è pesante e banale, è carica di una vivacità data dal modo di recitare dei due attori e ricorda, in senso inverso, la fiaba di La Fontaine "Il topo di campagna e il topo di città", dove viene messa in rilievo la pace della campagna.
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