il caimano
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domenica 6 aprile 2008
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un'occasione sprecata
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Il film è un prodotto strano, sospeso a metà tra fiction e documentario, e la sua realizzazione parte proprio da un documentario di 26 minuti realizzato dai medesimi registi in merito al ritrovamento di un manoscritto che sembrerebbe essere stato redatto da H.P.Lovecraft, durante un ipotetico viaggio in Italia. Il corto ha avuto un discreto successo, al punto da convincere gli autori a farne un docu-fiction dal titolo “RTL-Road to Lovecraft”, ci circa 80 minuti. L'assunto per gli studiosi dello scrittore è molto importante, perchè in qualche modo rivoluzionerebbe le teorie fino ad oggi condivise in merito alla vita e alle opere dello scrittore di Providence, che proprio durante il viaggio nel Polesine si sarebbe ispirato per la creazione delle sue opere più importanti (Innsmouth, il Ciclo di Cthulhu).
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Il film è un prodotto strano, sospeso a metà tra fiction e documentario, e la sua realizzazione parte proprio da un documentario di 26 minuti realizzato dai medesimi registi in merito al ritrovamento di un manoscritto che sembrerebbe essere stato redatto da H.P.Lovecraft, durante un ipotetico viaggio in Italia. Il corto ha avuto un discreto successo, al punto da convincere gli autori a farne un docu-fiction dal titolo “RTL-Road to Lovecraft”, ci circa 80 minuti. L'assunto per gli studiosi dello scrittore è molto importante, perchè in qualche modo rivoluzionerebbe le teorie fino ad oggi condivise in merito alla vita e alle opere dello scrittore di Providence, che proprio durante il viaggio nel Polesine si sarebbe ispirato per la creazione delle sue opere più importanti (Innsmouth, il Ciclo di Cthulhu). Nella finzione, un filmaker (Davide) viene con la sua troupe composta da un operatore (Fabrizio), un'assistente di direzione (Simonetta), un fonico (Fausto) nel Polesine, per ripercorrere le tappe di un ipotetico viagio di Lovecraft nelle tradizioni e leggende popolari (Le Leggende del Filò) tramandate oralmente di generazione in generazione, dalla popolazione del delta del Po. Nonostante quest'interessante assunto, il film perde vigore man mano che va avanti, poichè non riesce ad essere compiutamente né fiction né documentario. Offre inoltre molti spunti che non vengono approfonditi (alla fine non si comprende come muoia lo studente Andrea Roberti), ma solo accennati. Gli attori (in parte non professionisti “migrati” dal corto) sono spesso imbambolati o semplicemente poco capaci.
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silvano
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giovedì 24 agosto 2006
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lasciamo lovecraft dov'é..
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Ho visto il film in Finlandia dove abito e...sono stato deluso.Premetto che ho cercato e cerco da quasi neofita del cinema di darmi una spiegazione logica del film ma sinceramente mi ha annoiato.Sará che in testa ho gli schemi classici di quel che debba essre un film.. Faticavo a seguire le scene che sono girate a velocita tale che l'occhio davvero si stressa e fatica a seguire un susseguirsi di scene convulse..Le scene isteriche dei protagonisti che si arrabbiavano tra loro poi..
Scusate ma non mi é piaciuto.
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f.l.
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lunedì 31 luglio 2006
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finalmente in dvd!
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ho provato a comprarlo, rubarlo, noleggiarlo. ma niente. neanche dal sito della rarovideo dove è stato in vendita ufficialmente per mesi me l'hanno spedito, dopo che l'avevo ordinato!
però hosaputo che sta per uscire nelle videoteche normali per la 01 Distribution.
speriamo che stavolta ce la faccio!
ne ho sentito parlare così bene che non mi va di farmelo scappare.
f.l.
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michi
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lunedì 13 marzo 2006
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ovviamente...
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non è facile vedere in questo periodo un film italiano così originale e ben fatto. e soprattutto che sia capace di riportare sullo schermo le inquietanti atmosfere lovecraftiane che in tanti hanno - senza successo - provato a riprodurre.
ovviamente il film è stato completamente ignorato dal pubblico soprattutto a causa di un'inesistente promozione e distribuzione.
Ovviamente.
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andreas
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mercoledì 23 novembre 2005
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puramente lovecraftiano
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un film coraggioso e unico nel panorama italiano. questa la sua prima qualità. la storia è molto interessante e la realizzazione regge gli 85 minuti della durata. anche se l'ho visto in inglese sottotitolato sono stato inquieto fin dai titoli di testa, evidentemente c'è qualcosa di malato nel modo in cui è stato girato il film. forse è il fatto che si tratta di un documentario (o di un finto documentario).
non solo dunque l'idea di partenza è geniale, ma la fotografia, la regia e il montaggio sono perfette e strettamente collegate alla storia. la musica, che tra l'altro è di riccardo giagni (musicista di bellocchio), suona malinconica in un film che dovrebbe essere un puro horror ma che sceglie di essere qualcosa di più: una riflessione spietata sull'impossibilità di capire da parte dell'uomo.
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un film coraggioso e unico nel panorama italiano. questa la sua prima qualità. la storia è molto interessante e la realizzazione regge gli 85 minuti della durata. anche se l'ho visto in inglese sottotitolato sono stato inquieto fin dai titoli di testa, evidentemente c'è qualcosa di malato nel modo in cui è stato girato il film. forse è il fatto che si tratta di un documentario (o di un finto documentario).
non solo dunque l'idea di partenza è geniale, ma la fotografia, la regia e il montaggio sono perfette e strettamente collegate alla storia. la musica, che tra l'altro è di riccardo giagni (musicista di bellocchio), suona malinconica in un film che dovrebbe essere un puro horror ma che sceglie di essere qualcosa di più: una riflessione spietata sull'impossibilità di capire da parte dell'uomo. puramente lovecraftiano.
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