Film documentari anno 2003

Girato in stretta economia, ma con una gran voglia di spendere idee e morale e una vitale fiducia nella trasmissione del pensiero cinematografica, «Il dono» è uno dei «casi» del nuovo cinema italiano. Premiato ovunque da due anni, il film di Michelangelo Frammartino, 36enne architetto milanese, è un documento ma non un documentario esistenziale, la registrazione della normalità della vita in campagna. I rimandi vanno subito alla poetica virgiliana ma alzi la mano chi non pensa anche al magnifico cinema lirico intimista di Piavoli. Continua »

Un padre che lavora all'estero e un figlio che lo segue perché il paese in cui va è ricco di tecnologie, scienza e cultura. Laggiù il figlio imparerà molte cose e avrà molte più opportunità. Siamo nel XII secolo, quel paese è il nord Africa e quel figlio che si reca nel mondo arabo a studiare la matematica è Leonardo, nato a Pisa dalla famiglia Bonacci (filium Bonacii). Oggi la sua teoria dei numeri è di uso quotidiano: codici a barre, carte di credito, computer, la borsa, i sistemi di sicurezza militari, tutti la usano. Nell'era della globalizzazione (del commercio, della cultura e della guerra) non possiamo che rimanere colpiti da questa fatalità: quei numeri stanno tornando a casa come nuove tecnologie distruttive.

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Il protagonista del film è Rajai, autista di un Ford Transit, che è il mezzo di trasporto più diffuso nei territori palestinesi occupati. Girando con lui per le strade della Palestina, il regista documenta la frustrazione degli abitanti e, tra un posto di blocco e l'altro (Ramallah e Gerusalemme), ha modo di ascoltare l'analisi della situazione politica e sociale da persone di diverse confessioni, origini, e classi sociali.

Nel maggio del 1997 Garry Kasparov, considerato il più grande giocatore di scacchi del mondo, sfida a una partita di scacchi Deep Blue, un gigantesco super computer IBM di una tonnellata e mezza. L'evento si trasforma in un esperimento scientifico e l'interesse internazionale esplode catturando l'immaginazione collettiva. Per vincere la partita il computer fece ciò che molti all'epoca giudicavano impossibile. La macchina sembrava pensare esattamente come un essere umano. Il film ci trasporta attraverso un viaggio nella mente e nel pensiero che assomiglia ad un thriller.