Che dire di questa impresa di Andrea Jublin? Non mi stupirebbe apprendere che il film abbia incontrato il gradimento del pubblico di bocca buona, facendo leva sul sentimentalismo di una figlia che incontra alla fine il padre che sembra non l’averla dentro la testa; un padre irresponsabile che non si rende conto che i suoi scherzucci provocano reali disastri con rilevanza penale, l’ultimo dei quali lo porta dritto in galera, senza che lui se ne renda conto, sghiandato com’è. In prigione, lui, un rocchetaro poco dotato e presuntuoso, dovrebbe organizzare una band che dovrebbe vincere il primo premio (50000 euro) al concorso Roma Sonic, da portarlo con la figlia al più importante festival Rock degli Stati Uniti.
[+]
Che dire di questa impresa di Andrea Jublin? Non mi stupirebbe apprendere che il film abbia incontrato il gradimento del pubblico di bocca buona, facendo leva sul sentimentalismo di una figlia che incontra alla fine il padre che sembra non l’averla dentro la testa; un padre irresponsabile che non si rende conto che i suoi scherzucci provocano reali disastri con rilevanza penale, l’ultimo dei quali lo porta dritto in galera, senza che lui se ne renda conto, sghiandato com’è. In prigione, lui, un rocchetaro poco dotato e presuntuoso, dovrebbe organizzare una band che dovrebbe vincere il primo premio (50000 euro) al concorso Roma Sonic, da portarlo con la figlia al più importante festival Rock degli Stati Uniti. Tutto il film a questo punto, è tutto un susseguirsi di macchiette, sforzate e poco divertenti, a cominciare dai componenti della banda, detenuti improbabili o efferati, con comportamenti caratteriali, da far pensare a una psicosi collettiva, sebbene individualizzata da storie personali. Ma neanche la direttrice del carcere, incapace di qualsiasi scelta autonoma; e il responsabile degli istituti di pena del nord d’Italia, facilone e infantile, sfuggono a questo cliché. Se siamo di fronte al tentativo di fare una commedia all’italiana, temo che sia stata imboccato un labirinto irrisolvibile, un vicolo cieco, che non solo non porta a niente, ma anche che non permette una via di scampo. Forse Jublin avrebbe bisogno del filo di Arianna, per uscire da questo guazzabuglio.
[-]
|
|