felicity
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domenica 18 agosto 2024
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intrattiene, diverte e si lascia guardare
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The Union è un film che fa il suo dovere: intrattiene, diverte e si lascia guardare.
Non vi cambierà la vita, ma per un paio d'ore di relax, con un mix ben bilanciato di azione e ironia, potrebbe essere proprio quello che cercate.
E poi c’è un cast davvero di tutto rispetto, con due attori protagonisti che, non più giovanissimi, sono ancora in una forma invidiabile e sprizzano simpatia ed empatia.
The Union peraltro regge abbastanza bene fino alla prima metà: Mark Wahlberg e Halle Berry sono bravi a tenere il gioco e i personaggi di contorno offrono il giusto supporto ad una storia palesemente già vista, ma comunque divertita nel suo spirito leggero.
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The Union è un film che fa il suo dovere: intrattiene, diverte e si lascia guardare.
Non vi cambierà la vita, ma per un paio d'ore di relax, con un mix ben bilanciato di azione e ironia, potrebbe essere proprio quello che cercate.
E poi c’è un cast davvero di tutto rispetto, con due attori protagonisti che, non più giovanissimi, sono ancora in una forma invidiabile e sprizzano simpatia ed empatia.
The Union peraltro regge abbastanza bene fino alla prima metà: Mark Wahlberg e Halle Berry sono bravi a tenere il gioco e i personaggi di contorno offrono il giusto supporto ad una storia palesemente già vista, ma comunque divertita nel suo spirito leggero.
Niente di imprescindibile, se pensiamo anche al contesto dell'agenzia segreta che opera di nascosto: un panorama canonico, ma colorato nella sua verve.
Tuttavia, se la canonicità potrebbe non essere un problema, The Union, poco a poco, perde il suo estro, arrovellandosi in una sceneggiatura arzigogolata che tira in ballo gli ordinari nemici degli Stati Uniti finendo per diventare l'ennesimo action movie disfuzionale dagli opposti che si attraggono.
The Union offre anche il classico percorso turistico, alternando location da cartolina, ma troppo artefatti, da catalogo di film commission.
In mezzo, gli spunti incominciano a vacillare, smarrendo l'enfasi, il trasporto e, di conseguenza, facendo perdere la vitale attenzione verso la storia (di colpo più interessata a gettare le basi per un sequel, piuttosto che concludere al meglio la vicenda). Mezz'ora in meno dunque e andava benissimo.
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