The Six Triple Eight, un film pieno di scene ispirate e ispiranti, ci guida alla scoperta di un pezzo di storia da raccontare.
Con un cast d’eccezione - Susan Sarandon, Oprah Winfrey, Dean Norris - e commoventi immagini di repertorio alla fine.
E' una storia edificante e poco nota che celebra l'abnegazione delle ausiliarie afroamericane per ripristinare il sistema postale al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale. Un fatto storico che merita di essere raccontato nonostante i difetti strutturali, le sbavature nella recitazione, a tratti sopra le righe di alcuni personaggi, in primis Kerry Washington e uno stile patinato e scorrevole che stempera il dramma del conflitto con i suoi toni mondani.
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The Six Triple Eight, un film pieno di scene ispirate e ispiranti, ci guida alla scoperta di un pezzo di storia da raccontare.
Con un cast d’eccezione - Susan Sarandon, Oprah Winfrey, Dean Norris - e commoventi immagini di repertorio alla fine.
E' una storia edificante e poco nota che celebra l'abnegazione delle ausiliarie afroamericane per ripristinare il sistema postale al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale. Un fatto storico che merita di essere raccontato nonostante i difetti strutturali, le sbavature nella recitazione, a tratti sopra le righe di alcuni personaggi, in primis Kerry Washington e uno stile patinato e scorrevole che stempera il dramma del conflitto con i suoi toni mondani.
Dove il meccanismo si inceppa è nel fatto che The Six Triple Eight si fa zero domande sulla guerra e sui suoi impatti su persone e società, presentandoci la più trita delle narrative patria-coraggio-eroismo.
Da un film che mette al centro una prospettiva non tradizionale ci aspettiamo qualcosa che sappia gettare sul mondo una prospettiva altrettanto non tradizionale, non una retorica nazionale che è la stessa dagli anni cinquanta.
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