
Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Valentina Signorelli, Cecilia Zoppelletto |
Uscita | giovedì 6 giugno 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Daitona |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 giugno 2024
Attraverso un meticoloso lavoro di ricerca e l'utilizzo di materiali di repertorio inediti il documentario offre il ritratto intimo e coinvolgente di una figura chiave del Novecento.
CONSIGLIATO SÌ
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A.L. Giannini, appartenente a una famiglia di immigrati negli Stati uniti dall'entroterra ligure, fondò in un saloon la Bank of Italy divenuta poi Bank of America. Grazie al suo istituto di credito progetti che sembravano irrealizzabili vennero portati a termine e, al termine della sua vita, aveva consolidato il proprio benessere senza però aver né raggiunto né desiderato la ricchezza.
Due registe rendono il giusto omaggio al banchiere che per primo diede valore al risparmio delle donne.
Una delle caratteristiche distintive dei documentari di valore è quella di far conoscere a coloro che le ignoravano vicende, storie individuali, problematiche ecc. portandole alla luce. È quanto fanno Signorelli e Zoppelletto offrendoci l'opportunità di conoscere un banchiere del tutto singolare che era partito da una famiglia che veniva dall'immigrazione ma aveva mantenuto la consapevolezza delle proprie origini.
A.L. Giannini chi era costui? Molti possono legittimamente chiederselo prima di vedere questo film che copre magistralmente la lacuna. Lo fa senza prosopopea (il claim che accompagna il titolo rappresenta l'unico, peraltro comprensibile, sovratono) consentendoci di entrare nell'albero genealogico di una famiglia un cui un antenato decise di raggiungere l'America contagiato da quella Febbre dell'oro che Chaplin seppe sintetizzare con maestria. Il motivo? L'amore per una ragazza benestante la cui mano poteva essere concessa dal genitore solo a chi avesse un capitale adeguato.
Affidandosi alla narrazione di un ragazzo dei nostri tempi in modo da rendere il racconto accessibile e interessante anche per i più giovani si arriva così progressivamente alla narrazione dell'attività di un banchiere capace di far rendere il proprio capitale senza dover incatenare a formule vessatorie i propri clienti. Già a partire dall'idea di far diventare azionisti i correntisti si può comprendere come il focus fosse indirizzato su lunghezze d'onda del tutto originali. Così come il fatto di aver destinato un intero piano dell'edificio più prestigioso dell'istituto di credito alle donne. Non per ghettizzarle ma piuttosto per consentire loro di avere le appropriate consulenze per i loro risparmi in anticipo. Questo su tutte le altre banche dell'epoca.
L'attività di Giannini è ricca una serie di iniziative che si susseguono e che vengono adeguatamente messe in luce. Basti sapere, come anticipazione, che la citazione di Charlie Chaplin di cui sopra non è casuale anche perché in relazione con una branca di investimenti lungimiranti nei confronti della Settima arte.
Le registe però, proprio perché non intendono glorificare le banche ma piuttosto mostrarci come altre vie fossero perseguibili (e con profitto) nel mondo finanziario non dimenticano il presente sul quale ci invitano a riflettere. Si tratta di un valore aggiunto del film che non è di poco conto.
Magari non avrà proprio costruito l'America, come da roboante sottotitolo del doc, ma certo non è di poco conto il ruolo che l'italoamericano Amadeo Giannini giocò negli Usa del primo Novecento: dal 1904, la sua Bank of Italy finanziò la nascente industria hollywoodiana (Il monello, Biancaneve, Via col vento...), il Golden Gate Bridge e, soprattutto, il Sogno dei tanti immigrati cui fece credito negli [...] Vai alla recensione »