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Fly Me to the Moon è una commedia romantica rétro ed una gigantesca apologia della menzogna e delle fake news fatte circolare per ottenere un obiettivo superiore.
Il film stesso è il primo a mettere nello spettatore il dubbio che davvero questa convinzione dei personaggi che tutto si può fare per battere i russi sia giusta.
La bravura di Scarlett Johansson è di dare a questo personaggio una tenacia un filo oltre il giusto. È pronta a diventare tutto quel che serve per fare soldi, senza veri ideali che non siano la conquista dell’obiettivo. Senza etica e morale.
Non è un film con pretese di realismo, anzi, si diverte nella sua piccola e controllata implausibilità per fare una commedia rosa dai dialoghi ritmati.
È un film volutamente d’altri tempi, in cui tutta la spregiudicatezza sessuale è allusa e non mostrata, e in cui conta molto di più l’interazione e la rapidità dei dialoghi rispetto all’effettivo intreccio. E Scarlett Johansson ci sguazza e si mangia Channing Tatum, ne annulla la presenza scenica imponendo la propria. Lei è sempre il personaggio più interessante in scena, quello che vorresti sentire parlare, da cui ti aspetti la risoluzione e del quale vorresti sapere tutto.
Che poi è la differenza tra un grande attore e una star del cinema: essere una calamita per l’attenzione dello spettatore, tenerlo attaccato e contribuire a fargli arrivare il senso ultimo di quel che si sta dicendo.
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