Titolo originale | Leurs enfants après eux |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 146 minuti |
Regia di | Ludovic Boukherma, Zoran Boukherma |
Attori | Paul Kircher, Angelina Woreth, Sayyid El Alami, Ludivine Sagnier, Anaïs Demoustier Gilles Lellouche, Anouk Villemin, Denis Simonetta, Louise Lehry, Louis Memmi. |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 2,70 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 dicembre 2024
La storia di due adolescenti della Francia orientale. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 3 candidature a Lumiere Awards, In Italia al Box Office E i figli dopo di loro ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 1,4 mila euro e 419 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Da qualche parte nell'est della Francia, tra laghi balneabili e altiforni ormai spenti, il quattordicenne Anthony trascorre l'estate del 1992 in compagnia del cugino, del richiamo della trasgressione e di una noia fagocitante. Poi l'incontro con Steph, più grande, bellissima, per rivedere la quale Anthony porta di nascosto fuori dal garage la moto che suo padre conserva come una reliquia. A fine serata, quando la festa volge al termine e si alza il primo sole, dopo che ha cercato di impressionare la ragazza umiliando senza difficoltà l'immigrato Hacine, Anthony scopre con terrore che la moto non c'è più. La sua vita, da questo momento, s'intreccia, per anni, con quelle di Steph e di Hacine, in un ricorrere di desideri frustati e crescente violenza.
I fratelli gemelli Ludovic e Zoran Boukherma, appassionati di genere, dopo un horror licantropico e una shark-comedy, si cimentano con l'adattamento del romanzo di Nicolas Mathieu, "E i figli dopo di loro", vincitore del premio Goncourt nel 2018, e con il registro del realismo, nella sua accezione più cruda.
La provincia francese è descritta come una terra umanamente arida, rigidamente classista, vinta dall'alcol, corteggiata dal crimine, obnubilata dalla mancanza di un orizzonte di riscatto sociale. Le figure femminili se la cavano meglio degli uomini, ma è questione di sfumature: la felicità non appartiene a questi luoghi. Peccato, però, che le nobili ambizioni steinbeckiane del film s'infrangano, strada facendo, contro una modalità di racconto statica e ripetitiva, che funziona, forse, sulla pagina ma non sullo schermo, dove non solo non sorprende mai, ma a tratti logora. Ugualmente, la musica, anziché raccontare un'epoca o delineare un viaggio sentimentale, insiste nel compilare una playlist scontata e ridicolmente esagerata, che autodenuncia la sua funzione di mero riempitivo.
Per quanto i registi si sforzino di evocare il western, nei duelli di strada tra Hacine e Anthony, e per quanto soffino aria di tragedia su tutti i personaggi, da tutte le direzioni, rinunciando all'ironia propria del romanzo, il film manca paradossalmente di tensione, e s'impaluda in una serie di quadri sempre identici e in una sorta di intontimento, che è sì quello di Anthony, perennemente fumato, e del suo bravo interprete, Paul Kircher, ma non conosce tregua, e così facendo soffoca l'interesse dello spettatore.
Resta valida la descrizione di un mondo paesaggisticamente rigoglioso e socialmente riarso, di cui si percepiscono con vividezza gli umori e gli odori; una certa tendenza del cinema francese a raccontare luci e ombre dell'integrazione attraverso l'evento nazionalpopolare per eccellenza, e cioè la finale di una partita di calcio; e quel determinismo sociale senza scampo che è la cifra più netta del racconto, perché non c'è nessun personaggio che ne esca bene o meglio di un altro, eppure anche quest'idea tentenna nel finale, incapace di decidere tra melodramma e romanzo di formazione.
Racconto di formazione incentrato sul 14enne Anthony: luogo, la Francia rurale, tempo, 4 estati da quella del 1992 a quella del 1998 durante la quale la Francia vinse i mondiali di calcio. Di lui ci vengono narrati l'amore con la bella Steph, i suoi conflitti con gli immigrati marocchini che vivono in zona (e fra quelli con il vendicativo Hacine), i suoi rapporti difficili con il padre severo e [...] Vai alla recensione »
Ci sono due amici un'estate. È il 1992. Non vanno in villeggiatura. Non sono ricchi. Non hanno mezzi di trasporto a parte due bici scalcagnate. Vanno al lago. Rubano una canoa per raggiungere la spiaggia dei nudisti, da uno dei due soprannominata spiaggia dei culi l'aria. Rifuggono i proprietari delle canoe pagaiando a più non posso. Alla spiaggetta ci sono due ragazze, una la conoscono di vista, [...] Vai alla recensione »
È il 1992 (l'anno di nascita dei gemelli registi) e gli orizzonti, per gli adolescenti di un paesino della Lorena, sono limitati sino all'asfissia: per respirare un po', Anthony ruba la moto del padre per una sola sera, ma proprio quella sera si innamorerà di Stéph e si farà fregare la moto da Hacine, innescando una faida lunga un decennio, alimentata dal razzismo radicato verso i francomaghrebini. [...] Vai alla recensione »
La scelta di Samedi soir sur la Terre di Francis Cabrel per il lento - finalmente - ballato da Anthony e Steph, coppia evidentemente bellissima di un amour fou (o ouf) tipicamente francese, è l'emblema di una playlist fin troppo perfettina. Un collante furbetto ma sagace che a suo modo cerca di dettare i tempi di un film, Leurs enfants après eux di Ludovic e Zoran Boukherma, programmaticamente slabbrato, [...] Vai alla recensione »
Poteva essere un altrettanto buon film di insana violenza adolescenziale, in ambienti difficili e degradati, in contesti di strisciante razzismo, l'ultimo lavoro in Concorso di ieri: "Leurs enfants après eux" (I loro figli dopo di loro) dei gemelli francesi Ludovic e Zoran Boukherma, oggi poco più che 30enni. La storia si concentra su una moto contesa tra Anthony e Hacine (due ragazzi: il primo del [...] Vai alla recensione »
Lo spunto è il romanzo di Nicolas Mathieux, vincitore del Prix Goncourt e da noi uscito per Marsilio come E i figli dopo di loro: un racconto che si articola lungo sei anni, dal 1992 al 1998, intrecciando le estati di tre giovani protagonisti. Innanzitutto Anthony, quattordicenne alle prese con i primi turbamenti della pubertà. Poi Stephane, di buona famiglia, bella e sfuggente e destinata a ricoprire [...] Vai alla recensione »
Leurs enfants après eux è la pellicola firmata dai due registi gemelli Zoran Boukherma e Ludovic Bookmark e presentata in Concorso all'81. Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. È l'estate del 1992 e il quattordicenne Anthony e suo cugino bighellonano nel tentativo di ammazzare il tempo, fino a che un giorno incontrano in riva ad un lago Clem e Steph.
I gemelli Zoran e Ludovic Boukherma sono nati nel 1992, l'anno in cui inizia Leurs enfants après eux, tratto dal romanzo di Nicolas Mathieu, Prix Goncourt nel 2018 (edito in Italia da Marsilio con il titolo E i figli dopo di loro), in Concorso a Venezia 81. È una coincidenza ma anche no: forse per raccontare una storia che attraversa l'ultimo decennio del Novecento serviva qualcuno nato in quel momento [...] Vai alla recensione »
Agosto 1992. Un pomeriggio di caldo soffocante in un paesino sperduto da qualche parte nell'est della Francia, col suo lago e gli altiforni ormai spenti e inutilizzati. Il quattordicenne Anthony e suo cugino ammazzano il tempo in riva al lago cercando di abbordare Steph e Clem. Per Anthony sarà l'estate del primo amore, quello da cui non ci si riprende mai, il momento agrodolce che segna improvvisamente [...] Vai alla recensione »
Ovviamente gli autori non sono vincolati alla narrazione del presente, né tantomeno del tempo che hanno conosciuto personalmente. Nessuno oserebbe contestare a un regista di non aver vissuto direttamente il tempo nel quale il suo film è ambientato. Eppure vedendo Leurs enfants après eux dei fratelli Boukema una sorta di stridore sembra emergere. Il film è tatto dall'omonimo romanzo di Nicholas Mathieu, [...] Vai alla recensione »