|
|
pietrored
|
sabato 13 settembre 2025
|
un film consigliato a chi ha fame di sapere
|
|
|
|
Dal colpo di stato in Cile dell'11 settembre 1973 al ritrovamento del cadavere di Aldo Moro il 9 maggio 1978, un pezzo di storia Italiana vista attraverso gli occhi del leader pi? emblematico che la nostra sinistra abbia mai avuto. Cinque anni che hanno quasi portato il comunismo al potere nella Prima Repubblica, con un partito che raggiunse il picco del 30% e che aveva trovato in Enrico Berlinguer l'uomo in grado di concretizzare ci? che fino a quel momento sembrava impossibile.
Un film ben fatto. Senza tempi biblici o interpretazioni non all'altezza. Elio Germano si conferma un grande interprete e Segre un regista di livello internazionale.
|
|
|
[+] lascia un commento a pietrored »
[ - ] lascia un commento a pietrored »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
|
lunedì 7 luglio 2025
|
|
splendida recensione
|
|
|
|
Grande recensione del film su Berlinguer. Splendida ,sobria e vera. Grazie di aver dato le parole alle nostre emozioni ( siamo appena usciti dalla visione estiva del film)
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
felicity
|
giovedì 29 maggio 2025
|
un invito a non dimenticare le lezioni del passato
|
|
|
|
Berlinguer, la grande ambizione, è un ritratto intenso e sfaccettato. Andrea Segre ci immerge in un periodo storico cruciale per l’Italia, raccontando la parabola ascendente e la tragica fine di Enrico Berlinguer, leader del PCI.
Il film non è una semplice biografia, ma un’indagine profonda nell’animo di un uomo che ha cercato di conciliare ideali comunisti e democrazia, in un contesto politico estremamente complesso.
Elio Germano è semplicemente straordinario nel ruolo di Berlinguer. La sua interpretazione va ben oltre la mera imitazione, trasmettendo la profondità intellettuale, l’umanità e la determinazione del leader comunista.
[+]
Berlinguer, la grande ambizione, è un ritratto intenso e sfaccettato. Andrea Segre ci immerge in un periodo storico cruciale per l’Italia, raccontando la parabola ascendente e la tragica fine di Enrico Berlinguer, leader del PCI.
Il film non è una semplice biografia, ma un’indagine profonda nell’animo di un uomo che ha cercato di conciliare ideali comunisti e democrazia, in un contesto politico estremamente complesso.
Elio Germano è semplicemente straordinario nel ruolo di Berlinguer. La sua interpretazione va ben oltre la mera imitazione, trasmettendo la profondità intellettuale, l’umanità e la determinazione del leader comunista. I suoi occhi, ora pieni di speranza, ora segnati dalla preoccupazione, sono lo specchio di un’anima tormentata dalla responsabilità del potere.
Germano riesce a catturare l’essenza di Berlinguer, la sua pacatezza e la sua serietà, senza mai scadere nel caricaturale. Il suo Berlinguer è un uomo idealista, ma consapevole dei limiti della politica, una figura carismatica che, però, vive con un profondo senso di responsabilità morale. I momenti di silenzio e riflessione del personaggio sono forse i più potenti, con Germano che comunica il peso della leadership e della disillusione con sguardi e gesti minimali.
Paolo Pierobon nel ruolo di Andreotti è un contraltare perfetto. La sua interpretazione è sottile, ironica e al tempo stesso inquietante, sottolineando la complessità di un personaggio chiave della politica italiana.
Andrea Segre adotta un registro sobrio e meditativo. Il suo approccio alla figura di Berlinguer è di grande rispetto, ma non agiografico: mette in luce i successi e le sconfitte, senza idealizzare né demonizzare il protagonista. Segre usa spesso inquadrature fisse e tempi lunghi per creare un’atmosfera contemplativa, in cui lo spettatore è invitato a riflettere sulle scelte politiche ed esistenziali di Berlinguer.
Segre non giudica, ma ci invita a riflettere sulla complessità della storia e sull’attualità delle idee di Berlinguer e sull’attualità dell’agire politico contemporaneo. È un film per le giovani generazioni, per chi non ha conosciuto e non ha vissuto quel periodo storico del nostro Paese.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
gispo volante
|
lunedì 26 maggio 2025
|
non un film sulla persona, non un film sul periodo
|
|
|
|
Sto vedendo solo ora il film su Berlinguer. Nonostante Elio Germano sia uno dei nostri migliori attori, dalla sua interpretazione non traspare affatto la potenza della personalità di Enrico Berlinguer. Anzi sembra il contrario timoroso, incurvato, e le vicende familiari quasi preponderanti.
Elio Germano merita i migliori riconoscimenti, ma in questo film, un documentario mancato con l'insopportabile e indecente ricerca di comparse replicanti, non mi è sembrata la sua migliore.
Non basta l'accento sardo.
Un film che non rimarrà in nessuna storia
|
|
|
[+] lascia un commento a gispo volante »
[ - ] lascia un commento a gispo volante »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
tiz
|
venerdì 23 maggio 2025
|
film pedante
|
|
|
|
Imitativo (anche la imitazione di Germano ? discutibile), film pedante. Mediocre.
|
|
|
[+] lascia un commento a tiz »
[ - ] lascia un commento a tiz »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
ivan il matto
|
mercoledì 5 febbraio 2025
|
quando c''era berliguer
|
|
|
|
Parafrasando il titolo del docufilm di Walter Veltroni “Quando c’era Berlinguer” (2014), Andrea Segre inaugura l’ultima festa del cinema di Roma con il suo solenne “Berlinguer – la grande ambizione”, opera di finzione con numerosi ed opportuni inserti documentaristici. Un tuffo negli anni ’70 denso di pathos e partecipazione, ma, l’intestazione di Segre non è casuale, bensì dovuta, significativamente, ad una frase di Antonio Gramsci citata all’inizio della proiezione: “Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni (de proprio particulare), contro la grande ambizione che è indissolubile dal bene collettivo” (VI quaderno dal carcere).
[+]
Parafrasando il titolo del docufilm di Walter Veltroni “Quando c’era Berlinguer” (2014), Andrea Segre inaugura l’ultima festa del cinema di Roma con il suo solenne “Berlinguer – la grande ambizione”, opera di finzione con numerosi ed opportuni inserti documentaristici. Un tuffo negli anni ’70 denso di pathos e partecipazione, ma, l’intestazione di Segre non è casuale, bensì dovuta, significativamente, ad una frase di Antonio Gramsci citata all’inizio della proiezione: “Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni (de proprio particulare), contro la grande ambizione che è indissolubile dal bene collettivo” (VI quaderno dal carcere). E quel bene collettivo, per il leader del PCI, era un governo che riunisse comunisti e cattolici nel segno della fortunata formula giornalistica del ‘compromesso storico’, assai nota all’epoca. Ripercorriamo, così, 5 anni cruciali per le vicissitudini del nostro paese, dal 1973 al 1978, incorniciati da due attentati terroristici, avvenuti nelle date citate. Il primo a Sofia, dove Berlinguer scampò ad un finto incidente stradale, che lui considerò un attentato (pur non manifestando mai il suo pensiero se non in famiglia), il secondo a Roma, quando il presidente della DC Aldo Moro, venne prima rapito, poi assassinato, determinando il cambiamento di tutti gli equilibri politici vigenti nel paese. In perfetto equilibrio fra dimensione privata/familiare e livello pubblico/istituzionale, la pellicola ci fa rivivere, fra finzione e documenti, luoghi e vicende scolpite nell’immaginario di quella generazione: il golpe in Cile con il vile assassinio di Salvador Allende,la bomba a Piazza della Loggia (Brescia), Il referendum sul divorzio, i successi elettorali del PCI festeggiati al ‘Bottegone’, fino alla drammatica e, in qualche modo, definitiva, vicenda Moro. Ma la tempra e la cristallina coerenza dell’uomo ce la restituisce, nel sottofinale, l’episodio della riunione di famiglia (il segretario aveva 4 figli) che Berlinguer vuole per avvertire tutti che, in caso di suo rapimento, pretende che nessuna trattativa sia intavolata, per salvargli la vita, coi terroristi delle Brigate Rosse. Perfetto il cast degli interpreti, dal monumentale Elio Germano nei panni del protagonista, agli ottimi Roberto Citran (Aldo Moro), Andrea Pennacchi (Renato Barca), Paolo Pierobon (Giulio Andreotti).
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a ivan il matto »
[ - ] lascia un commento a ivan il matto »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
spione
|
lunedì 13 gennaio 2025
|
berlinguer ti voglio bene (seconda parte)
|
|
|
|
[...]
Che cosa mi è piaciuto, ancora, del film? Be’, sicuramente il fatto che il racconto si chiude insieme con la parte ascendente della parabola del protagonista, e cioè con l’assassinio di Aldo Moro e il suo fondato timore di poter fare la stessa fine. Mentre scorrono, in chiusura, delle belle immagini del funerale, infatti, si ha la netta impressione che la sua “morte” vera fosse avvenuta ben prima, come impietosamente ci ricordano alcuni fotogrammi di repertorio con Reagan, Thatcher e tutto il cucuzzaro. Perché il funerale vero del disegno politico (e diciamolo: del sogno) che Berlinguer ha incarnato, come sappiamo, è stata la “marcia dei quarantamila”.
[+]
[...]
Che cosa mi è piaciuto, ancora, del film? Be’, sicuramente il fatto che il racconto si chiude insieme con la parte ascendente della parabola del protagonista, e cioè con l’assassinio di Aldo Moro e il suo fondato timore di poter fare la stessa fine. Mentre scorrono, in chiusura, delle belle immagini del funerale, infatti, si ha la netta impressione che la sua “morte” vera fosse avvenuta ben prima, come impietosamente ci ricordano alcuni fotogrammi di repertorio con Reagan, Thatcher e tutto il cucuzzaro. Perché il funerale vero del disegno politico (e diciamolo: del sogno) che Berlinguer ha incarnato, come sappiamo, è stata la “marcia dei quarantamila”. È stato il sopraggiungere inesorabile e spietato della tragedia culturale degli anni ‘80, ancor oggi così tanto rimpianti da imponenti eserciti di “sfavoriti” rincitrulliti dal “riflusso” che quasi monopolizzano i social. Risparmiargli, nella narrazione, l’avvento del craxismo e del pentapartito è stato forse l’omaggio più profondo e apprezzabile che gli si potesse fare.
Lascio per ultimo il capitolo Elio Germano, per il quale tra l’altro solitamente stravedo. Molte lodi sperticate ne hanno prevedibilmente accompagnato un’interpretazione definita come magistrale e attenta ai minimi dettagli, compresa l’imitazione dell’accento e del timbro di voce del compagno segretario. Andrò controcorrente anche qui: bravo è bravo, non si discute. Ma per quanto possa contare, la mia impressione è che l’abbia dimostrato in maniera più convincente in altri ruoli (e non c’è bisogno di tornare fino a “Mio fratello è figlio unico”).
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a spione »
[ - ] lascia un commento a spione »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
spione
|
lunedì 13 gennaio 2025
|
berlinguer ti voglio bene (prima parte)
|
|
|
|
Sono andato a vedere questo film mosso soprattutto dalla curiosità di come si possa raccontare un quadriennio di storia italiana collocato a cavallo della propria nascita, e mi viene da dire che questo Andrea Segre (nipote di secondo grado di Liliana) ha fatto davvero un buon lavoro.
[+]
Sono andato a vedere questo film mosso soprattutto dalla curiosità di come si possa raccontare un quadriennio di storia italiana collocato a cavallo della propria nascita, e mi viene da dire che questo Andrea Segre (nipote di secondo grado di Liliana) ha fatto davvero un buon lavoro. Sicuramente coraggioso, perché a me l’idea di cimentarmi con un argomento del genere farebbe letteralmente tremare le vene e i polsi.
Per quanto poco verosimile come possibilità, voglio immaginare che il regista dolese si sia risparmiato il supplizio di scorrere le recensioni depositate dal solito esercito di agguerriti tuttologi che quasi monopolizzano i siti specializzati, e che in moltissimi casi – anziché valutare l’opera – hanno tenuto a dispensarci la loro personale Verità sul periodo del compromesso storico con annessi e connessi. Come noto, infatti, la politica è come il calcio: chiunque è convinto di esserne un grande esperto anche se non ne sa quasi niente. Non è questo, però, il focus del film, che si concentra invece sulla figura di un uomo ritrovatosi (suo malgrado? Di certo non per la gioia della moglie!) ad “accompagnare”, più che guidare, un passaggio fondamentale nella storia recente del nostro Paese. Un passaggio, come sappiamo, mai avvenuto, perché quello di trasformare profondamente la società italiana avviandola verso una dimensione di riforme democratiche coniugando socialismo e tutela delle libertà era un’utopia avversata da nemici troppo potenti. Un’utopia destinata a rimanere tale, ma di cui si erano innamorati milioni di persone: ed è stato proprio questo – a mio modo di vedere – il suo merito fondamentale.
Chi mi conosce un po’ sa che sono l’esatto opposto del “militante”. La politica l’ho studiata per quello che “è” oggettivamente, dunque tra le molte (e stimolanti) “figurine” del film conservo nella mente assai meno quelle dei delegati di fabbrica che accolgono entusiasti il “compagno segretario” dandogli del “tu” rispetto a quella del compagno Ingrao, il cui sarcasmo di fronte al suo “vogliamo cambiare l’Italia” (“con Andreotti?”, gli risponde) si trasforma nel giro di pochi secondi in un eloquente mutismo quando capisce che il nuovo accordo gli regalerebbe la presidenza Camera. Gli altri personaggi, tuttavia (e com’è giusto che sia), fanno più che altro da contorno alla figura del protagonista. Su cui ciascuno può continuare a pensare quello che crede, ma che viene qui descritto in maniera felicemente sobria, senza moleste agiografie e tutto sommato in maniera aderente al ritratto fattone recentemente dalla minore – e più riservata - dei figli sul “Venerdì di Repubblica” (Non aveva alcun rapporto con il denaro. Prendeva lo stipendio da metalmeccanico, come da tradizione comunista [in politica non si inventa mai nulla, cari grillini! N.d.r.] e non si poneva minimamente il problema di avere una famiglia numerosa.“Non mi parlare di soldi, fammi il piacere“. “Allora la prossima volta fai l’eremita e non metti al mondo quattro figli“).
[continua]
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a spione »
[ - ] lascia un commento a spione »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
luciano sibio
|
mercoledì 1 gennaio 2025
|
berlinguer-il grande bluff
|
|
|
|
Secondo me il vero titolo del film avrebbe dovuto essere: "Berlinguer-il grande bluff". La verità è che Berlinguer aveva capito benissimo che il socialismo, e cioè la proprietà sociale dei mezzi di produzione, era oramai una forma obsoleta di costruzione sociale, che dava luogo solo a tirannie politiche oltrechè a seri problemi economici. Comprese pure che non era possibile comunicarlo alla massa se non perdendo consensi e quindi elaborò una formula tnato vga quanto falsa, e cioè quella dela costruzione del socialismo nella democrazia, pur sapendo che in futuro non avrebbe mai fatto nulla di tutto ciò se non continuare a sostenere un capitalismo diverso con uno stato in funzione di garante sociale e che attenui gli eccessi e le contraddizioni del mercato corredato da un sistema politico democratico quale contesto neessario.
[+]
Secondo me il vero titolo del film avrebbe dovuto essere: "Berlinguer-il grande bluff". La verità è che Berlinguer aveva capito benissimo che il socialismo, e cioè la proprietà sociale dei mezzi di produzione, era oramai una forma obsoleta di costruzione sociale, che dava luogo solo a tirannie politiche oltrechè a seri problemi economici. Comprese pure che non era possibile comunicarlo alla massa se non perdendo consensi e quindi elaborò una formula tnato vga quanto falsa, e cioè quella dela costruzione del socialismo nella democrazia, pur sapendo che in futuro non avrebbe mai fatto nulla di tutto ciò se non continuare a sostenere un capitalismo diverso con uno stato in funzione di garante sociale e che attenui gli eccessi e le contraddizioni del mercato corredato da un sistema politico democratico quale contesto neessario.Come del resto c'è anche oggi con il Pd in prima fila a suo sostegno. Quindi l'averlo dipinto nel film sempre come un rivoluzionario seppure moderato e affettuoso, francamente mi sa molto di una cartolina scolorita. Cartolina da offrire per l'ennesima volta e negativamente a una certa platea che ancora non ha percepito che il socialismo è definitivamente out e per questo delusa oggi si astiene dal votare e vedendo questo film continuerà a farlo seppur con la lacrimuccia che gli cola in viso. Film bocciato,se ne poteva fare a meno.
[-]
[+] ma il film l''ha visto?
(di spione)
[ - ] ma il film l''ha visto?
[+] commento bocciato. se ne poteva fare a meno.
(di mauro.t)
[ - ] commento bocciato. se ne poteva fare a meno.
|
|
|
[+] lascia un commento a luciano sibio »
[ - ] lascia un commento a luciano sibio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
|
mercoledì 18 dicembre 2024
|
|
bei tempi !
|
|
|
|
Visto ieri sera con il regista presente in sala. Perfettamente d'accordo con quanto qui scritto.
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|