Enrico Berlinguer è stato segretario del PCI dal 1972 al 1984, oltre 12 anni di una leadership in uno dei periodi più intensi e difficili della storia del nostro paese. Segre decide di raccontare questo pezzo di storia italiana sia realizzando un film che omaggia un politico di enorme caratura, sia provando contemporaneamente a raccontare quella fase convulsa e quel misto di aspirazioni, ideali, successi e fallimenti della sinistra italiana negli anni '70, tanto vicina al sorpasso contro i rivali storici della DC quanto drammaticamente bloccata nello sviluppo democratico del paese dal contesto internazionale.
Emerge dalla pellicola tutta la caratura di un leader politico dalle spalle apparentemente piccole e ricurve ma in realtà enormi sul piano morale per via della grande tenacia, forza di volontà e dalla capacità di assumersi enormi responsabilità nonostante si trovi stretto tra crisi economica, critica interna del partito, limiti dettati dell'Urss e la minaccia di un golpe simile a quello cileno, senza contare l'emergere a sinistra del terrorismo rosso.
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Enrico Berlinguer è stato segretario del PCI dal 1972 al 1984, oltre 12 anni di una leadership in uno dei periodi più intensi e difficili della storia del nostro paese. Segre decide di raccontare questo pezzo di storia italiana sia realizzando un film che omaggia un politico di enorme caratura, sia provando contemporaneamente a raccontare quella fase convulsa e quel misto di aspirazioni, ideali, successi e fallimenti della sinistra italiana negli anni '70, tanto vicina al sorpasso contro i rivali storici della DC quanto drammaticamente bloccata nello sviluppo democratico del paese dal contesto internazionale.
Emerge dalla pellicola tutta la caratura di un leader politico dalle spalle apparentemente piccole e ricurve ma in realtà enormi sul piano morale per via della grande tenacia, forza di volontà e dalla capacità di assumersi enormi responsabilità nonostante si trovi stretto tra crisi economica, critica interna del partito, limiti dettati dell'Urss e la minaccia di un golpe simile a quello cileno, senza contare l'emergere a sinistra del terrorismo rosso. Nonostante tutto questo Berlinguer riuscirà a portare il PCI a risultati elettorali insperati, tentando un'inedito smarcamento dall'Unione Sovietica e cercando una via alternativa, insieme ad Aldo Moro, per sviluppare la democrazia in Italia.
Un leader, Berlinguer, non populista ma autenticamente popolare: amato dalla folla che gli renderà omaggio durante i funerali con una partecipazione le cui immagini, a distanza di anni, ancora impressionano.
Se il film riesce a raccontare tutto questo e a rendere il giusto omaggio ad una personalità così iconica lo fa senza scadere mai nell'agiografia o nella mitizzazione: il finale, drammaticamente segnato dall'uccisione di Moro, rivela comunque la realtà di una sconfitta politica e umana lacerante non soltanto per Berlinguer stesso ma per tutta la politica italiana, lasciando oltre all'omaggio anche un senso di profonda malinconia per la fine di una fase storica segnata dalla grande passione politica di cui il segretario comunista è stato un inteprete di primo livello.
E' un film quindi equilibrato, completo, con poche se non nessuna sbavatura e che stilisticamente risulta coerente in tutte le sue parti, raggiungendo l'obiettivo di restituirci un uomo e un periodo storico nella sua- quasi- interezza.
Nota a parte l'interpretazione di Elio Germano, attore che - premetto - considero di assoluto livello: forse la sua intepretazione di Berlinguer è ciò che mi è piaciuto meno del film, avendola trovata un po' troppo carica e forzata in alcune mimiche del corpo e facciali che secondo me poco c'entrano con il Berlinguer reale, sempre dignitosamente composto e sobrio; Germano ha invece "isterizzato" a mio avviso un tantino troppo il personaggio distorcendone, a mio giudizio, l'immagine.
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