Titolo originale | Ayeh haye zamini |
Titolo internazionale | Terrestrial Verses |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Iran |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Ali Asgari, Alireza Khatami |
Attori | Majid Salehi, Gohar Kheirandish, Farzin Mohades, Sadaf Asgari, Hossein Soleimani Ardeshir Kazemi. |
Uscita | giovedì 5 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,36 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 settembre 2023
Nove storie di vita quotidiana a Teheran. In Italia al Box Office Kafka a Teheran ha incassato 182 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Un film suddiviso in nove episodi di vita quotidiana a Teheran ognuno definito dal nome del protagonista. Si va da chi cerca un lavoro ma non conosce abbastanza il Corano a chi ha perso il cane contravvenendo alla legge. C'è la bambina che viene sempre più bardata (è il termine corretto) di abiti per tornare a scuola il primo giorno così come il regista che si deve veder approvato preventivamente il copione.
Ali Asgari e Alireza Khatami sono alla loro prima prova insieme e probabilmente si sono divisi gli episodi da girare in questo puzzle i cui pezzi, una volta composti, offrono un quadro forse più agghiacciante di quanto ci si potesse attendere.
Perché siamo tutti purtroppo a conoscenza di quanto recentemente accaduto in Iran con atti di repressione violenta ma è la capillare presenza in ogni risvolto della vita quotidiana che offre in misura ancora più forte il senso di uno stato teocratico che si infiltra nel vissuto dei propri cittadini. Si sorride anche in questo film ma lo si fa con grande amarezza. Perché non si può non sorridere dinanzi al giovane uomo che cerca un posto da autista e si deve semi spogliare perché chi lo interroga è venuto a conoscenza del fatto che ha dei tatuaggi (per di più di versi di un poeta famoso ma sul tema dell'alcolismo). Ma il sorriso si spegne subito perché la struttura degli episodi ci ricorda il metodo dell'inquisizione applicato in misura solo apparentemente soft. Chi pone domande o dà disposizioni non viene mai mostrato assumendo il ruolo di rappresentante del Potere in una molteplicità di versioni. La madre che impone progressivamente alla figlia, che vorrebbe andare a scuola con jeans e t-shirt, una serie di indumenti che la coprono sempre di più non è poi tanto diversa dal funzionario che pretende da un uomo che chiede semplicemente un lavoro la conoscenza a memoria di sure del Corano o dal censore che vuole stravolgere il copione che gli è stato sottoposto ritenendolo non adatto e non rispettoso dei dettami imposti dallo Stato. I due registi hanno fatto un lavoro di resistenza civile che deve essere costato non poca fatica, espedienti e rischi e che non avrà spazio di visione in Iran. Perché questo è un cinema di denuncia sociale che, con grande semplicità di mezzi e con un approccio estremamente diretto alla realtà, sa comunicare con efficacia il proprio grido di ribellione molto più di altre opere formalmente elaborate ma distanti anni luce da una fruizione non intellettualisticamente di nicchia.
Il film di Alì Asgari e Alireza KAthami è un mosaico di 9 episodi di vita quotidiana a Theran, 9 protagonisti identificati da un nome che si trovano , chi per un motivo, chi per un altro di fronte a un'autorità del regime o un rappresentante di esso, a dover giustificare un comportamento o difendersi dalle accuse. C'è quello che vorrebbe chiamare il figlio [...] Vai alla recensione »
Film che in Iran nessuno potrà vedere, di due registi “scomunicati” ed espatriati. Alì Asgari 41enne, vive a Roma e Alireza Khatami 43enne, a Toronto. “Capillare presenza in ogni risvolto della vita quotidiana...stato teocratico che s'infiltra nel vissuto dei cittadini...resistenza civile iraniana, inquisizione, assurdità di una burocrazia”: meglio [...] Vai alla recensione »
Film clamorosamente bello. Un neorealismo iraniano che sonda tutti i generi. A volte drammatico. Paradossale. Grottesco. Il finale, simbolico, è da antologia. Ed è, a suo modo, un film ottimista. In qualsiasi parte del mondo, prima o poi, la LIBERTA' arriverà. Oltremodo consigliato
Un film-documentario glaciale. Nove situazioni al limite del tragico comico se non fossero vere. Si vedono persone al cospetto di un'autorità ottusa permeata dal mantra religioso. Un uomo deve spogliarsi per mostrare i tatuaggi durante il rinnovo della patente, a una signora è stato sequestrato il cane perchè è un animale impuro, una ragazza verrà punita perchè [...] Vai alla recensione »
Un film essenziale e potente nella sua semplicità per comprendere appieno in quale modo il potere possa assumere sembianze subdole e meschine.Opera impeccabile
Si apre con un'alba e si chiude, diciamo così, con un tramonto. È frammentato, composto da una manciata di episodi che ricalcano il medesimo modello di messa in scena: macchina da presa solitamente immobile, soggetto inquadrato frontalmente ma talvolta anche in diagonale e dal basso, arredi riconoscibili, piastrelle decorate, un bicchiere di spremuta, alcune finestre, molti muri.
Nove cortometraggi claustrofobici, insieme possono comporre un film d'ampio respiro. È la panoramica proposta dai due registi iraniani Ali Asgari e Alireza Khatami (con studi di cinema rispettivamente in Italia e negli Stati Uniti), che firmano un film-puzzle, acclamato al Festival di Cannes, concepito per offrire un posto in prima fila dinanzi ai gangli della burocrazia del loro Paese d'origine.
Idee chiare e solide, quelle di Ali Asgari e Alireza Khatam, durissimi nei confronti dei rapporti di forza e della pressione ideologica del regime in Iran. Concepito in una decina di quadretti da pochi minuti l'uno, con la passione per la parola della scuola-Farhadi, mettono in scena altrettanti colloqui tra chi ha il potere e chi lo subisce. Scuola, commercio, lavoro, istituzioni, industria, polizia, [...] Vai alla recensione »
L'uscita italiana di Kafka a Teheran ha coinciso con l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2023 a Narges Mohammadi, attivista iraniana impegnata in favore dei diritti umani, soprattutto delle donne nel suo paese, e per questo incarcerata da anni. Vedere questo film diventa, perciò, ancor più urgente per comprendere qual è la situazione non solo politica, ma esistenziale in cui sono costretti [...] Vai alla recensione »
Cittadini iraniani sbattono contro il muro della burocrazia repressiva. Nove scenette di tragicomica vita quotidiana. C'è la ragazza nei guai perché il bidello semicieco sostiene d'averla vista sulla moto con un ragazzo, il padre che vorrebbe chiamare il figlio David ma non può, non è mica un nome iraniano: Davood semmai. Cè la bimba che letteralmente scompare sotto gli abiti che dovrà indossare a [...] Vai alla recensione »
L'oppressione psicologica scientemente perpetrata dal regime iraniano resa attraverso tableaux vivants di vita quotidiana. È Terrestrial Verses, che non mutua il titolo da altri celebri versetti, quelli satanici di Salman Rushdie, bensì da una composizione della poetessa e filmmaker femminista persiana, Forugh Farrokhzad: nelle nostre sale con Academy Two, la regia a quattro mani di Ali Asgari e Alireza [...] Vai alla recensione »
Non fosse quasi una commedia grottesca, "Kafka a Teheran" (titolo italiano che fa capire la crudele e sconvolgente assurdità del Potere) risulterebbe un'immagine agghiacciante sull'Iran di oggi, capace di governare, fino all'umiliazione, i comportamenti e i pensieri della sua popolazione. Diviso per brevi, scarni siparietti, tutti a camera fissa, soggettive dello stesso prepotente Potere, a cominciare [...] Vai alla recensione »
Versetti terrestri era il titolo di una poesia in farsi (la cui traduzione si può vedere qui) della grande poetessa iraniana Forugh Farrokhzad (1934 - 1967), una autrice iconoclasta, femminista, contestatissima e maledetta in patria, regista tra l'altro anche di un breve documentario Khaneh Siah Ast (La casa è nera, 1962) di recente restaurato dalla Cineteca di Bologna e presentato alla Biennale del [...] Vai alla recensione »
Nella loro prima collaborazione i registi Alireza Khatami e Ali Asgari osservano la vita sotto la teocrazia iraniana dal punto di vista di dodici perso ne comuni di varie età, incorniciato da un prologo e da un epilogo. Mentre i personaggi si barcamenano in complicate situazioni legate alla repressione sociale, il film non perde un colpo. In ogni episodio, uno dei protagonisti è alle prese con figure [...] Vai alla recensione »
Tornando, invece, al cinema di nicchia che mantiene un'offerta costante, una segnalazione la merita "Kafka a Teheran" della coppia iraniana Asgari e Khatami. Nove brevi episodi che raccontano le blande e non di rado rassegnate reazioni dei cittadini di quel grande e sfortunato paese alle vessazioni dell'onnipresente regime teocratico; mentre gli interlocutori, ovvero i guardiani dell'ordine burocratico [...] Vai alla recensione »
Kafka a Teheran è sicuramente un titolo a effetto, che permette al pubblico italiano di comprendere come vedendo il film potrà rintracciare la grottesca lettura della burocrazia che è uno dei puntelli che contraddistinguono la poetica del genio cecoslovacco anche per la mente più pigra, eppure è un peccato che si perda il riferimento culturale insito nell'originale farsi Ayeha-ye zamini, che fu anche [...] Vai alla recensione »
Il «kafkiano» del titolo italiano (Terrestrial verse quello internazionale) è l'assurdo, il nonsense degli uffici del potere iraniano, in brevi episodi: un padre a cui è proibito dare al figlio il nome David religiosamente scorretto, l'accusa di fornicazione a una studentessa timorata, la dimostrazione di saper pregare per l'assunzione in azienda, e un esempio preciso di censura preventiva a una sceneggiatu [...] Vai alla recensione »
Kafka a Teheran è la perfetta dimostrazione di come, quando c'è un'idea brillante, un film si possa realizzare con pochissimi mezzi. Ali Asgari e Alireza Khatami sono due registi iraniani che, dopo un progetto bloccato per volontà del ministero della Cultura, hanno cominciato - un po' per celia, un po' per non morire - a raccontarsi a vicenda le storie burocratiche più assurde vissute da loro e dai [...] Vai alla recensione »
A fine maggio scorso, al rientro in patria dall'apprezzata partecipazione al Festival di Cannes, Ali Asgari, co-regista e sceneggiatore con Alireza Khatami di Kafka a Teheran che esce ora nelle sale italiane, è stato fermato dalla polizia iraniana, che gli ha ritirato il passaporto per impedirgli di seguire e spiegare quest'opera in altri festival. Minacciato di finire in carcere per le idee e i film [...] Vai alla recensione »
A Teheran tutto è difficile, anzi impossibile. Non solo i «grandi sistemi» ma anche le cose ordinarie, banali - seppure importanti - quali scegliere il nome al proprio figlio o prestare la macchina al proprio fratello - se questi ha i capelli un po' più lunghi del consentito. Si cade in contenziosi infiniti e senza senso con la «legge», che sono implacabili, e in cui ogni parola, frase, sospiro rischiano [...] Vai alla recensione »
Raccontare l'Iran attuale servendosi di situazioni kafkiane, testimonianze dirette e articolate forme di repressione, è uno schema nuovo che offre una cronaca dall'interno, assai rara. Storie ironiche e commoventi di piccoli e grandi soprusi sono flash su un regime autoritario che lascia esterrefatti. Un bel film con una tecnica narrativa al confine tra documentario, finzione e film di inchiesta.
Cartoline dall'inferno. Non quello coranico, presieduto dall'angelo Malik, ma un altro - quotidiano e mondano, terrestre, come i versi della poeta Forough Farrokhzad citati nel titolo internazionale - in cui s'ambientano gli episodi di Kafka a Teheran, con la burocrazia al posto delle fiamme e i cittadini iraniani in luogo dei dannati. Si comincia con un uomo che tenta invano di registrare il figlio [...] Vai alla recensione »
"Più grande è il budget più piccole sono le idee, più piccolo è il budget più grandi sono le idee". Ci perdonerà Francis Ford Coppola per lo scippo, ma l'impressione è che la coppia iraniana Asgari, Khatami lo abbia preso alla lettera. Registi e sceneggiatori che, per necessità, per disperazione ma anche per convinzione hanno cesellato un film clandestino, dalla produzione lampo, dalla troupe scarnificata, [...] Vai alla recensione »
Niente meglio della quotidianità può raccontare lo stato di cose di un paese come l'Iran, attraverso le consuetudini di un sistema oppressivo che dirama i suoi tentacoli fino a coprire ogni aspetto della vita dell'individuo. Il film Ali Asgari et Alireza Khatami è strutturato in piccoli episodi, ognuno studiato per mettere in risalto l'assurdità di una burocrazia a carattere religioso pervasivo, e [...] Vai alla recensione »