mauro bersani
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martedì 22 ottobre 2024
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discreto ma meno memorabile del pranzo di babette
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per favore qualcuno mi può dire titolo e autore del magnifico brano su pianoforte che accompagna i titoli di coda di questo film? Trovo questa la parte veramente memorabile.Mi ha fatto ricordare con nostalgia BABETTE. Grazie Mauro
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dina rovini
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martedì 10 settembre 2024
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noia mortale
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voto 1 perché zero non c'è!
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dina rovini
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martedì 10 settembre 2024
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noia mortale
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voto 1 perché zero non c'è!
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lucia mirabella tisci
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martedì 27 agosto 2024
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noia
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Il film è di una noia mortale. Dialoghi zero, sempre e solo quelle 5 - 6 persone che mangiano in continuazione cibi ricolmi di salse. Ragazzina apprendista cuoca che l'unica cosa che fa è mangiare in silenzio gli avanzi delle svariate cene. Ogni tanto i due protagonisti escono dalla cucina per andare in camera da letto. Per il resto.. boh.. cucinano, mangiano e basta, con tutti i relativi rumori masticatori. Poi lei muore e boh lui va alla ricerca di una nuova cuoca che magari chissà, lo delizi anche a letto. Solo per educazione sono rimasta seduta in sala ma avrei voluto fuggire.
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(di dina rovini)
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luciano sibio
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sabato 24 agosto 2024
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i cibi e la comunicazione linguistica
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E' vero i cibi possono essere descritti accompagnandoli a dei sentimenti e per questo possono anche diventare una forma di comunicazione linguistica, ci mancherebbe.Ma durante il film ho avuto la sensazione di una certa esagerazione sul tema. E mi sono subito venute in mente, per reazione alle raffinate degustazioni aristocratiche descritte, le sane e proletarie abbuffate accompagnate da una buona finale bevuta. Del resto queste esagerazioni sono molto diffuse presso una certa classe media odierna aspirante snob che oggi è assalita dalla esigenza di diete ferree per mantenere la linea e vede di buon occhio come razionalizzazione assai funzionale privilegiare il raffinato gustare sullo sfamarsi.
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E' vero i cibi possono essere descritti accompagnandoli a dei sentimenti e per questo possono anche diventare una forma di comunicazione linguistica, ci mancherebbe.Ma durante il film ho avuto la sensazione di una certa esagerazione sul tema. E mi sono subito venute in mente, per reazione alle raffinate degustazioni aristocratiche descritte, le sane e proletarie abbuffate accompagnate da una buona finale bevuta. Del resto queste esagerazioni sono molto diffuse presso una certa classe media odierna aspirante snob che oggi è assalita dalla esigenza di diete ferree per mantenere la linea e vede di buon occhio come razionalizzazione assai funzionale privilegiare il raffinato gustare sullo sfamarsi. Per il resto il film si salva per la ottima recitazione dei protagonisti, per la parte sentimentale e per la ricostruzione ambientale fine ottocento nelle campagne francesi che mi ha ricordato la pittura "en plain air" degli impressionisti francesi. vero i cibi possono essere descritti accompagnandoli a dei sentimenti e per questo possono anche diventare una forma di comunicazione linguistica ci mancherebbe.Ma durante il film ho avuto la sensazione di una certa esagerazione sul tema. E mi sono subito venute in mente, per reazione alle raffinate degustazioni aristocratiche descritte, le sane e proletarie abbuffate accompagnate da una buona finale bevuta. Del resto queste esagerazioni sono molto diffuse presso una certa classe media odierna, aspirante snob, che oggi è assalita dalla esigenza di diete ferree per mantenere la linea e vede di buon occhio come razionalizzazione assai funzionale privilegiare il raffinato gustare sullo sfamarsi. Per il resto il film si salva per la ottima recitazione dei protagonisti, per la parte sentimentale e per la ricostruzione ambientale fine ottocento nelle campagne francesi che mi ha ricordato la pittura "en plain air" degli impressionisti francesi.
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antonio bianchi
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lunedì 5 agosto 2024
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scandalosa contiguità fra opulenza e povertà
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Al termine della prima parte del film ho usato la pausa per abbandonare la proiezione senza disturbare gli altri spettatori.
Me ne sarei andato dopo dieci minuti perché si è subito manifestato il registro del film, per me insostenibile.
Sono andato poi a leggere su rottentomatoes, dove il film ha 97% di valutazioni positive, e mi sono trovato molto in sintonia con quanto scrive Peter Sobczynski.
Quello che più trovo insostenibile dal mio punto di vista è la "", di cui questo film sembra un manifesto. Un''ode al fasto e al sontuoso che rende indigeribili le presunte opere d''arte culinaria sulla cui preparazione e consumazione poi le inquadrature insistono con attenzione degna di miglior causa.
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Al termine della prima parte del film ho usato la pausa per abbandonare la proiezione senza disturbare gli altri spettatori.
Me ne sarei andato dopo dieci minuti perché si è subito manifestato il registro del film, per me insostenibile.
Sono andato poi a leggere su rottentomatoes, dove il film ha 97% di valutazioni positive, e mi sono trovato molto in sintonia con quanto scrive Peter Sobczynski.
Quello che più trovo insostenibile dal mio punto di vista è la "", di cui questo film sembra un manifesto. Un''ode al fasto e al sontuoso che rende indigeribili le presunte opere d''arte culinaria sulla cui preparazione e consumazione poi le inquadrature insistono con attenzione degna di miglior causa.
Se si aggiungono poi le scene di come gli animali siano reificati, eviscerati, frammentati, la visione per me che sono vegetariano era ulteriormente inaccettabile.
Mi è sembrato il manifesto di un mondo incapace di sentire le sofferenze e le attese del mondo proprio contemporaneo, degli esserei umani nostri contemporanei, tutti presi dalla preparazione della propria torta di mele o pot au feu che sia, dall''organizzare la vacanza in Islanda o su Marte, dal commentare la medaglia di bronzo, argento, oro conquistate negli ugualmente opulenti quanto insulsi giochi olimpici.
Esperienza molto negativa per me.
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[+] riscrivo, visti i refusi inseriti...
(di antonio bianchi)
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[+] forma di ostentazione di un certo "snobbismo"
(di luciano sibio)
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freerider
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martedì 28 maggio 2024
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un buon film francese
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Ecco un buon film francese, sostanzialmente descrittivo, che merita per ciò che non è (non è calligrafico, non è deformato da tematiche di attualità, non è superficiale) e per ciò che invece offre (allestimento filologico, sguardo impressionista, mano delicata). L'amore nasce e si alimenta dal piacere di lavorare insieme. Una visione pomeridiana, pregiata, che induce alla riflessione.
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fausto
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venerdì 24 maggio 2024
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mah!
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Il film è lungo, noioso. Una storia d’amore certo, ma per la cucina francese che qui a dire il vero appare ancora più pesante di quello che è. Ci fossero state il 40 % in meno di preparazioni culinarie e si fosse data la giusta importanza alla storia d’amore e la durata del film fosse stata contenuta in 1 e 1\2 h vista la bella fotografia e costumi, avrebbe potuto essere godibile. Non lo è stato. Per niente.
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giovedì 23 maggio 2024
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film da evitare
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Un film terribile siamomusciti dopo 40 minuti dialoghi pessimi lei non come sempre poco brillante lento senza un senso
[+] me ne sono andata a meta'' film...
(di dina rovini)
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johnny1988
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sabato 18 maggio 2024
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così francese
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IL GUSTO DELLE COSE (T. A.Hùng, 2023) **
Eugenie, cuoca di eccelso talento, conduce al tempo stesso la cucina del rinomato gastronomo Dodin Bouffant e una relazione ventennale col suo padrone.
Lui sarebbe pronto a impalmarla malgrado la riluttanza di lei, che desidera mantenere il titolo professionale e il ruolo di amante.
Solo l'ombra minacciosa di un male senza nome li separa dall'incoronare il loro sogno di unirsi per sempre, in occasione della preparazione di un menu per l'arrivo di un principe di un lontano paese.
Il regista vietnamita Trần Anh Hùng, noto autore in Francia e nel suo paese d'origine (suo è il da noi inedito Norwegian Wood tratto dal romanzo di Murakami) firma un'opera che vorrebbe al contempo trascrivere la passione delicata fra signore e cuoca in un tempo lontano (l'epoca è il regno di Napoleone III) irrorato di romanticismo tragico e gusto per la buona tavola, espressa come una metafora di condivisione sensoriale e dialogo amoroso.
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IL GUSTO DELLE COSE (T. A.Hùng, 2023) **
Eugenie, cuoca di eccelso talento, conduce al tempo stesso la cucina del rinomato gastronomo Dodin Bouffant e una relazione ventennale col suo padrone.
Lui sarebbe pronto a impalmarla malgrado la riluttanza di lei, che desidera mantenere il titolo professionale e il ruolo di amante.
Solo l'ombra minacciosa di un male senza nome li separa dall'incoronare il loro sogno di unirsi per sempre, in occasione della preparazione di un menu per l'arrivo di un principe di un lontano paese.
Il regista vietnamita Trần Anh Hùng, noto autore in Francia e nel suo paese d'origine (suo è il da noi inedito Norwegian Wood tratto dal romanzo di Murakami) firma un'opera che vorrebbe al contempo trascrivere la passione delicata fra signore e cuoca in un tempo lontano (l'epoca è il regno di Napoleone III) irrorato di romanticismo tragico e gusto per la buona tavola, espressa come una metafora di condivisione sensoriale e dialogo amoroso.
Sebbene il confronto letterario con la Babette della Blixen, poi diventata mito narrativo con il film di Gabriel Axel, sia immediato, il film di Hung non riesce a replicare né ad aggiungere al suo film un qualsiasi messaggio che non sia un'esibizione di abilità e di scenografie cartolinesche, con la luce crepuscolare perfettamente sempre dentro la cucina, con i decori floreali che farebbero drizzare subito le antenne a una wedding planner.
E l'avventura amorosa con cui la chef Babette "liberava" una comunità luterana irrigidita da antichi rancori, qui si riduce a una mise en place orpellosa e a una grande abbuffata fra ricchi commensali ghiottoni. Mentre il cuore pulsante del racconto, ossia l'amore che trapela da ogni ricetta che i due protagonisti si scambiano, rimane nascosto alla vista e abbozzato, come una pennellata "impressionista". Il che conferma ancora una volta (chissà se il regista ne fosse consapevole prima di chiedere allo stellatissimo Pierre Gagnairecome di collaborare alla supervisione dei menù) che la cucina - e in senso lato la "cultura" francese - è ricca, bella a vedersi, quanto grassa e povera di modestia (noi accusiamo tanto la cotoletta alla bolognese, ma ci vuole il fegato di un robocop per arrivare alla fine di un qualunque pasto qui riprodotto).
In definitiva, un film sontuoso, interpretato con grazia e passione, ma irrimediabilmente "francese" come ogni turista prevenuto si aspetterebbe.
Il titolo Italiano meriterebbe una revisione meno qualunquista.
Zero musiche, se non sui titoli di coda.
Fotografia di Zara Home.
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