Ferrari

L'antieroe della volontà che costruì un mito

Il film con cui Michael Mann torna a dirigere dopo otto anni di silenzio, Ferrari , non è l'"epic" che potresti aspettarti sul bolide rosso di Maranello e neppure un biopic in senso stretto sull'imprenditore che ne creò il mito. È piuttosto un dramma familiare sullo sfondo delle corse, concentrato in un solo anno, il 1957, in cui Enzo Ferrari rischia il fallimento della sua azienda, soffre il lutto del figlio perduto, cerca di far riconoscere quello nato fuori del matrimonio. Si giocherà il tutto per tutto nelle Mille Miglia, la grande corsa attraverso l'Italia. Senza trascurare la forza visiva delle due sequenze automobilistiche all'inizio e alla fine, l'interesse drammatico si fissa sul rapporto tra Ferrari e sua moglie Laura. Un po' invecchiato per esigenze di parte, Adam Driver interpreta da grande attore un antieroe della volontà, circondato da un sentore funereo (anche le auto sono macchine di morte) in sintonia con la poetica del regista. Non gli è da meno Penélope Cruz, madre affranta ma capace di ferocia. La cinepresa esplora i primi piani di entrambi, più interessata alle psicologie che alle sequenze-spettacolo del film di automobilismo oggi tornato in voga.
Da La Repubblica, 14 dicembre 2023


di Roberto Nepoti, 14 dicembre 2023