Upon Entry - L'arrivo

Una coppia e un'odissea di frontiera

Ogni tanto escono in Italia piccoli film che meritano ogni bene. Upon entry , distribuito da Exit Media, è firmato da due registi venezuelani, esordienti ma non giovanissimi (hanno lunghi curriculum come documentaristi, produttori e fotografi). Avvertenza: il film vi farà passare per sempre la voglia di andare negli Stati Uniti. Si ispira a vicende vere, dei registi e loro amici, tutti sudamericani, alle prese con la burocrazia che attende chiunque sbarchi a New York o in altre città. Gli sfibranti interrogatori toccano a una coppia: Diego ed Elena, lui venezuelano lei catalana, da Barcellona sono diretti a Miami dove sperano di rifarsi una vita. Se ci arriveranno. Nel giro di poche, frenetiche ore emergono aspetti del passato di Diego che mettono a rischio il loro ingresso negli Usa: nulla di drammatico né "penale", ma quanto basta perché gli agenti di frontiera inneschino un'odissea in cui si mescolano razzismo, moralismo e ottusità. Il tutto mentre la radio annuncia (è il 2019) che Trump vuole separare Usa e Messico con un muro. Film di 70 minuti, dalla struttura squisitamente teatrale; esce in originale con sottotitoli, come è giusto, visto che l'alternanza fra inglese e spagnolo è il cuore emotivo del racconto. Elena e Diego sono la catalana Bruna Cusí e l'argentino Alberto Ammann, bravissimi; vanno citati anche Ben Temple e Laura Gómez, che incarnano l'impassibile ferocia del potere yankee.
Da La Repubblica, 1 febbraio 2024


di Alberto Crespi, 1 febbraio 2024