athos
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venerdì 4 novembre 2022
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tiro fuori bersaglio
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Un film strano, discontinuo e con qualche banalità di troppo. Mostra l'arroganza dei ricchi nei confronti del resto del mondo soccombente. Gioca con lo scambio di ruoli seguendo il copione del grottesco. Un messaggio tutto sommato da non sottovalutare, pur avendo sbagliato il tiro. La pandemia di arroganza, dopo i problemi degli ultimi anni, ha attecchito anche nelle classi popolari.
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scarface9
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mercoledì 2 novembre 2022
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guardare oltre le immagini
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Film del regista svedese che prosegue ad esporci la sua satira sociale dopo averlo già fatto con The square. Indubbiamente è un lungometraggio da vedere e soprattutto da far vedere in quest'epoca cinematografica di infiniti supereroi, mediocri horror o commedie che fanno pochissimo ridere. Poco pubblicizzato in Italia, poche sale dove viene proiettato, nonostante la presenza di numerose multisale, il film parla chiaro sin da subito per poi esplodere piano piano soprattutto durante la forzata convivenza sull'isola. Non spoilero nulla, ci mancherebbe, ma una cosa la voglio evidenziare: nel film c'è una sola scena violenta, che tra l'altro va oltre le regole imposte per la messa in scena, ebbene se in questa oltre a rimanerne scioccati non si capisce il significato intriseco della stessa, vuol dire che non si è capito appieno i messaggi che il registra ci vuol trasmettere.
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Film del regista svedese che prosegue ad esporci la sua satira sociale dopo averlo già fatto con The square. Indubbiamente è un lungometraggio da vedere e soprattutto da far vedere in quest'epoca cinematografica di infiniti supereroi, mediocri horror o commedie che fanno pochissimo ridere. Poco pubblicizzato in Italia, poche sale dove viene proiettato, nonostante la presenza di numerose multisale, il film parla chiaro sin da subito per poi esplodere piano piano soprattutto durante la forzata convivenza sull'isola. Non spoilero nulla, ci mancherebbe, ma una cosa la voglio evidenziare: nel film c'è una sola scena violenta, che tra l'altro va oltre le regole imposte per la messa in scena, ebbene se in questa oltre a rimanerne scioccati non si capisce il significato intriseco della stessa, vuol dire che non si è capito appieno i messaggi che il registra ci vuol trasmettere. Buona visione.
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mercoledì 2 novembre 2022
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capolavoro
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Triangle of Sadness è semplicemente un Capolavoro. Fa pensare e ridere dalla prima all'ultima scena. Scritto divinamente propone situazioni scomode e non scade nel banale mai. Magistrale.
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mercoledì 2 novembre 2022
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sagace e pungente dal primo all'ultimo minuto.
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Capolavoro! Non saprei come definire in altro modo un film che mette il dito nella piaga di un certo mondo fatto da "ricchi non poi tanto illuminati" e persone normali con pregi e difetti di tutti. E' raro trovare una pellicola senza sbavature di trama e che intrattiene e fa ridere dalla prima all'ultima inquadratura. Must assoluto!
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goldy
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venerdì 28 ottobre 2022
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grossolano
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Niente di peggio che voler raccontare il mondo con una metafora che poi non si riesce a gestire. Il fallimento si evidenzia nella ridicola schermaglia dialettica su mali e pregi del marxismo in opposizione al capitalismo Una scelta stilistica che denuncia l'incapacità del regista a sviluppare la narrazione con soluzioni meno esplicite e più originalmente creative. e Troppa carne al fuoco non sostenuta da un adeguata chiarezza di pensiero critico oscurano il punto di vista del regista che si perde nel guazzabuglio di situazioni peraltro alle volte anche divertenti. Lo stile prosegue quello dei film precedenti: la pretesa di additare problematiche complesse senza adeguate elaborazioni antropologiche.
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Niente di peggio che voler raccontare il mondo con una metafora che poi non si riesce a gestire. Il fallimento si evidenzia nella ridicola schermaglia dialettica su mali e pregi del marxismo in opposizione al capitalismo Una scelta stilistica che denuncia l'incapacità del regista a sviluppare la narrazione con soluzioni meno esplicite e più originalmente creative. e Troppa carne al fuoco non sostenuta da un adeguata chiarezza di pensiero critico oscurano il punto di vista del regista che si perde nel guazzabuglio di situazioni peraltro alle volte anche divertenti. Lo stile prosegue quello dei film precedenti: la pretesa di additare problematiche complesse senza adeguate elaborazioni antropologiche.
Quello che mi sgomenta maggiormente però, è l'insipienza dei critici del festival di Cannes che gli hanno conferito la Palma d'oro.
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[+] eccolo
(di johnny1988)
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paolorol
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venerdì 14 ottobre 2022
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un nipote di bunuel ?
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Non dirò dove si annida il Triangolo della Tristezza, lo scoprirete quasi subito guardando le prime scene.. A spoilerare ci ha già pensato Marianna Cappi con la sua recensione, purtroppo, laddove da questo bel film di Ostlund è invece meglio lasciarsi trasportare, stupire e divertire, senza sapere sin dall'inizio "come andrà a finire",
Una delle protagoniste di questa storia un po' bunueliana, l'anoressica modella/attrice Charibi Dean, nella realtà è andata a finire malissimo, poco dopo l'uscita del film, stroncata all'età di 32 anni da un' "improvvisa malattia". Cose che succedono spesso in quell'ambiente del resto.
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Non dirò dove si annida il Triangolo della Tristezza, lo scoprirete quasi subito guardando le prime scene.. A spoilerare ci ha già pensato Marianna Cappi con la sua recensione, purtroppo, laddove da questo bel film di Ostlund è invece meglio lasciarsi trasportare, stupire e divertire, senza sapere sin dall'inizio "come andrà a finire",
Una delle protagoniste di questa storia un po' bunueliana, l'anoressica modella/attrice Charibi Dean, nella realtà è andata a finire malissimo, poco dopo l'uscita del film, stroncata all'età di 32 anni da un' "improvvisa malattia". Cose che succedono spesso in quell'ambiente del resto. Il regista esplora senza filtri le vicende di persone appartenenti a classi sociali distanti fra di loro anni luce e si diverte a scompigliare le carte. Ben meritata la Palma d'Oro a Cannes (azzeccato il titolo francese del film, Sans Filtre). Il film scorre leggero senza annoiare, grazie anche ad una sceneggiatura brillante e divertente che non può non far pensare alla pesante leggerezza che ha portato Bunuel a descrivere splendori e miserie di una borghesia dal fascino discreto. Qualcuno mi accuserà di eresia ma Ostlund ha appreso e metabolizzato l'insegnamento bunueliano, aggiornando una storia che parla di conflitti di classe facendola giocare a personaggi ben più orrendi ed inquietanti di quelli rappresentati da Bunuel. Un film che può anche far riflettere ma che a mio parere non ha questa velleità. Bunuel era uno spettatore pessimista ma conservava dentro di sé la speranza di una reazione, Ostlund appare invece rassegnato e si limita a constatare la morte dell'ideologia, assassinata a furor di un popolo povero che ha deificato influener, stilisti, oligarchi e qualsiasi altra "cosa" abbia la puzza del denaro.
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[+] finalmente!
(di andreas)
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