Vittorio Renzi
Quinlan
Se c'è uno stile letterario che sin dall'inizio era già cinema, è quello di Ernest Hemingway. Uno stile in cui la parola si fa non solo scarna, priva di orpelli, ma apparentemente "opaca", nel senso che il più delle volte non si addentra, non svela (i pensieri e i sentimenti dei personaggi, innanzitutto), limitandosi a mostrare "dall'esterno" ciò che accade. Una scrittura-immagine, dunque, che ben si presta - per lo meno in teoria - alla trasposizione con successo sullo schermo. Nella golden age di Hollywood alcuni ci sono riusciti, magari rimaneggiando o ampliando il testo di partenza, ad esempio Howard Hawks con Acque del sud (To Have and Have Not, 1944), Robert Siodmak con I gangsters (The Killers, 1946) o John Sturges con Il vecchio e il mare (The Old Man and the Sea, 1958); altri hanno lavorato per contro lo stile essenziale hemingwayano, puntando sull'effetto esotico-flamboyant dei soggetti e delle ambientazioni (due per tutti: Sam Wood per Per chi suona la campana [For Whom the Bell Tolls], 1943, e Henry King per la doppietta Le nevi del Chilimangiaro [The Snows of Kilimanjaro], 1952, e Il sole sorgerà ancora [The Sun Also Rises], 1956). [...]
di Vittorio Renzi, articolo completo (4425 caratteri spazi inclusi) su Quinlan 30 giugno 2025
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