nevira
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lunedì 2 gennaio 2023
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gioia per gli occhi e per la coscienza ambietalist
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Il film eccelle per gli effetti visivi, in particolare il 3D che immerge nelle scene come pochi altri film dichiarati 3D hanno saputo fare, e la perfetta coreografia delle scene d'azione, perfettamente seguibili in tutte le loro dinamiche. Unica nota dolente è la semplicità della trama, fondamentalmente una caccia all'uomo, ma arricchita da molti dettagli e particolari famigliari ed ecologici che riescono con una magistrale regia a non annoiare nonostante la notevole durata della pellicola.
Direi un film perfetto per il grande pubblico americano, sopratutto perché condito di naturalismo spicciolo alla portata di tutti e di antimilitarismo.
Inevitabile la caduta in un quasi remake del primo Avatar, e la percepita assenza di grosse novità.
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Il film eccelle per gli effetti visivi, in particolare il 3D che immerge nelle scene come pochi altri film dichiarati 3D hanno saputo fare, e la perfetta coreografia delle scene d'azione, perfettamente seguibili in tutte le loro dinamiche. Unica nota dolente è la semplicità della trama, fondamentalmente una caccia all'uomo, ma arricchita da molti dettagli e particolari famigliari ed ecologici che riescono con una magistrale regia a non annoiare nonostante la notevole durata della pellicola.
Direi un film perfetto per il grande pubblico americano, sopratutto perché condito di naturalismo spicciolo alla portata di tutti e di antimilitarismo.
Inevitabile la caduta in un quasi remake del primo Avatar, e la percepita assenza di grosse novità.
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zelig62
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domenica 1 gennaio 2023
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avatar 2 le vie della noia
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Grandi effetti speciali, ma molto deludente la trama. Un film per bambini inutilmente lungo.
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andrea a
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sabato 31 dicembre 2022
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la via dell''acqua
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Dal primo Avatar sono passati molti anni, anche se ho avuto la possibilità di rivederlo al cinema quando è stato rimesso in sala negli scorsi mesi per anticipare l'attuale nuovo seguito.
Diciamo che probabilmente lo stupore che il primo Avatar dava allo spettatore è in parte ridotto dal fatto che il primo film sostanzialmente possiede sempre quel qualcosa in più rispetto ai seguiti, salvo poche eccezioni.
Graficamente è comunque imponente e crea comunque una bella sensazione visiva, il 3D si integra magnificamente con la pellicola, un po' come il primo film che è stato l'unico film in 3D ai tempi che ha saputo davvero stupire.
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Dal primo Avatar sono passati molti anni, anche se ho avuto la possibilità di rivederlo al cinema quando è stato rimesso in sala negli scorsi mesi per anticipare l'attuale nuovo seguito.
Diciamo che probabilmente lo stupore che il primo Avatar dava allo spettatore è in parte ridotto dal fatto che il primo film sostanzialmente possiede sempre quel qualcosa in più rispetto ai seguiti, salvo poche eccezioni.
Graficamente è comunque imponente e crea comunque una bella sensazione visiva, il 3D si integra magnificamente con la pellicola, un po' come il primo film che è stato l'unico film in 3D ai tempi che ha saputo davvero stupire. Il mondo di Pandora è sempre affascinante per quanto "artificiale" e la parte acquatica che risalta in questo capitolo, per gusto personale, non posso dire che sia meno bella degli ambienti del capitolo precedente, anzi, è come se siamo passati dal centro america dei nativi americani all'Oceania, basta vedere anche l'aspetto dei Metkayina il cui lineamenti possono ricordare la popolazione Maori o pacifica, come il capo clan che ha sul viso striature che ricordano i tatuaggi tribali dei nativi della Nuova Zelanda.
La trama, presenta qualche lacuna, specialmente l'inizio secondo me troppo affrettato e un po' pasticciato che comunque poi si sistema con il proseguire del film. Non è una trama innovativa come dicono molti e ricalca molte scene o situazioni del primo capitolo, ma qui seguiamo più l'evoluzione di alcuni personaggi, in particolare i figli della famiglia Sully, mentre i due genitori Na'vi hanno un ruolo più marginale specie nella parte centrale del film.
Comunque almeno per me non posso dire che il film non sia piacevole e che la storia non sia pesante da seguire e le tre ore di film mi sono trascorse velocemente.
Come nel primo capitolo, anche questa pellicola è una denuncia alla violenza e voracità dell'uomo che come purtroppo avviene nella vita reale, è sempre intenzionato a sottomettere il più debole e cercare il guadagno a costo del benessere del Pianeta e dei suoi abitanti, e questa è una cosa che è bene sempre ricordare.
Tracciando un bilancio il film mi è piaciuto, il punto di forza è la parte visiva e grafica ma anche la storia benche magari poteva dare qualcosa in più è secondo me piacevole e spero che possa essere una base per una trama più solida per il prossimo capitolo che dovrà offrire qualcosa in più. La visione al cinema è sicuramente consigliata perchè rende al meglio l'insieme, quindi anche se siete dubbiosi ma un po' curiosi almeno una visione al cinema ve la consiglio intanto che c'è ancora la possibilità. Poi i gusti sono sempre soggettivi.
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alfredo
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venerdì 30 dicembre 2022
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distrutto il bellissimo ricordo del primo avatar
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Do sue stelle solo perchè dal punto di vesta tecnico il film meriterebbe 5 stelle.
La trama è banale, infantile e adatta ad un pubblico di preadolescenti. Il tema della famiglia e dei genitori è solo un pretesto per tentare di dare un senso a questo film.
L'inizio è caotico anche per chi ha visto il primo film. Non si comprende fino in fondo il senso della ricerca spasmodica del protagonista (solo del vecchio Avatar però) per una vendetta personale che coinvolge praticamente tutto il genere umano. Una guerra con violenza gratuita e immotivata in un film che nasceva con ben altre fondamenta. Un cartone animato ma con una trama ridicola che spazia da brutte copie di altri film e di storie viste e riviste.
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Do sue stelle solo perchè dal punto di vesta tecnico il film meriterebbe 5 stelle.
La trama è banale, infantile e adatta ad un pubblico di preadolescenti. Il tema della famiglia e dei genitori è solo un pretesto per tentare di dare un senso a questo film.
L'inizio è caotico anche per chi ha visto il primo film. Non si comprende fino in fondo il senso della ricerca spasmodica del protagonista (solo del vecchio Avatar però) per una vendetta personale che coinvolge praticamente tutto il genere umano. Una guerra con violenza gratuita e immotivata in un film che nasceva con ben altre fondamenta. Un cartone animato ma con una trama ridicola che spazia da brutte copie di altri film e di storie viste e riviste. Moby Dick nella fase di ricerca degli esseri acquatici (balene), Titanic nel finale quando la nave affonda, ecc...ecc...
Tre ore di solo spettacolo visivo ma che nulla ha lasciato a noi spettatori spinti da tante altre recensioni ultrapositive.
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venerdì 30 dicembre 2022
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soltanto spettacolare, zero contenuto
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Non c'è dubbio che le immagini siano di grande effetto, molto ben sfruttato nelle pubblicità ma... Ma la storia è inesistente, non c'è sceneggiatura, non dà alcun messaggio, non ti lascia niente: si chiama Avatar solo perché (operazione commerciale) prende in prestito i personaggi del primo film, ma è solo una banale storiella di buoni contro cattivi utile per un videogame o per un favolone con gli effetti speciali da Marvel. Una delusione che dura più di 3 ore. Nessun confronto con il film originale. Non lo consiglio.
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thomas
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venerdì 30 dicembre 2022
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superfluo
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Se “Avatar” del 2009 fu un’incredibile “botta” di creatività, con un salto in avanti negli effetti speciali, nella rappresentazione fantastica di mondi alieni e nell’invenzione di flora e fauna così stupende da non essere mai state viste al cinema in precedenza, il secondo capitolo delude, e pure parecchio. Non soltanto la trama è risibile e scontata, ma i punti di forza della saga appaiono oramai persino superati e pervenuti fuori tempo massimo. La trama infatti si riduce ad una scontatissima caccia all’uomo, con il classico adrenalitico (e pure troppo lungo) redde rationem finale; gli effetti visivi non stupiscono ed, anzi, dopo aver visto le mirabilie tecniche delle pellicole più recenti dei supereroi Marvel, non risultano più all’avanguardia, com’era invece avvenuto nel primo capitolo di oltre dieci anni fa.
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Se “Avatar” del 2009 fu un’incredibile “botta” di creatività, con un salto in avanti negli effetti speciali, nella rappresentazione fantastica di mondi alieni e nell’invenzione di flora e fauna così stupende da non essere mai state viste al cinema in precedenza, il secondo capitolo delude, e pure parecchio. Non soltanto la trama è risibile e scontata, ma i punti di forza della saga appaiono oramai persino superati e pervenuti fuori tempo massimo. La trama infatti si riduce ad una scontatissima caccia all’uomo, con il classico adrenalitico (e pure troppo lungo) redde rationem finale; gli effetti visivi non stupiscono ed, anzi, dopo aver visto le mirabilie tecniche delle pellicole più recenti dei supereroi Marvel, non risultano più all’avanguardia, com’era invece avvenuto nel primo capitolo di oltre dieci anni fa. Dispiace per Cameron, ma questa pellicola è in ritardo rispetto ai tempi e, nonostante l’enorme sforzo economico di produzione (il punto di pareggio entrate/uscite pare sia stato posto a due miliardi di dollari di incasso), non si ritaglia un proprio preciso posto nella storia della cinematografia mondiale. Scadenti i dialoghi, scontati e ridotti all’osso; pressochè inesistente l’approfondimento psicologico dei personaggi, ridotti a semplici stereotipi; appiccicato alla meglio il messaggio ecologico, fin troppo appiattito sulla crudeltà della caccia ai cetacei (che comunque dovrebbe essere proibita in tutto il mondo); ripetuti di continuo tanto da diventare melensi i riferimenti all’unità famigliare (valore importantissimo, che però diventa gabbia se vissuto in maniera ossessiva); poco curata persino la trama, con alcuni salti logici effetto quasi certamente di un lavoro in post produzione che ha mirato a ridurre la rilevante lunghezza del film, tagliando alcune scene senza però curarsi di affinare lo sviluppo ordinato delle dinamiche. E poi, è tutto decisamente raffazzonato: gli abitanti di Pandora si comportano riproponendo gli stessi gesti “yankee” che oggi potremmo vedere in una qualsiasi sit com, quasi che gli alieni siano americani in vacanza; gli sceneggiatori questa volta hanno pertanto omesso persino di creare un modo di comportarsi che rappresenti la differenza di culture provenienti addirittura da pianeti diversi. Vi è infine una sovrabbondanza di messaggi culturali politicamente corretti ma stucchevoli per scontatezza, al punto che manca il quid della sorpresa e quella “via dell’acqua” non è un mare increspato da onde, ma un lago in cui regna la calma piatta. Il secondo capitolo di “Avatar” è dunque per paradosso un prodotto del passato anzi, “di un futuro passato”; di fatto è un giocattolone datato, come quei soldatini di plastica, residuo di un tempo che non torna più, che si trovano ancora oggi in confezioni – fondi di magazzino a prezzi scontati: i bambini li comprano, ci giocano una volta e poi li mettono via definitivamente, per tornare a divertirsi con i videogiochi.
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[+] un incrocio fra il padrino e star wars
(di nunzio)
[ - ] un incrocio fra il padrino e star wars
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(di zapanisth)
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valentina
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mercoledì 28 dicembre 2022
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lo sforzo sovrumano di un sequel che suda per specchiarsi nelle aspettative della critica
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“Avatar 2 - La via dell’acqua” risulta un sequel ben riuscito e degno delle alte pretese del pubblico, oltre che di quei feroci cinefili che, più di un decennio fa, hanno compiuto minuziosissime analisi su ogni secondo di sequenza del primo film.
La manutenzione degli effetti speciali, come accadde nel 2009, si manifesta come autentico punto di forza della pellicola. Come spiega l’abile critico che ha rilasciato questo articolo, concordo sul fatto che Cameron sia stato capace di provocare un energico sentimento verso la natura seppur attraverso la creazione di una sua dimensione virtuale.
La colonna sonora, se amplificata fino a produrre determinati decibel, accompagna in modo brutalmente realistico il viaggio all’interno di Pandora e della sua stupefacente barriera corallina Metkayina.
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“Avatar 2 - La via dell’acqua” risulta un sequel ben riuscito e degno delle alte pretese del pubblico, oltre che di quei feroci cinefili che, più di un decennio fa, hanno compiuto minuziosissime analisi su ogni secondo di sequenza del primo film.
La manutenzione degli effetti speciali, come accadde nel 2009, si manifesta come autentico punto di forza della pellicola. Come spiega l’abile critico che ha rilasciato questo articolo, concordo sul fatto che Cameron sia stato capace di provocare un energico sentimento verso la natura seppur attraverso la creazione di una sua dimensione virtuale.
La colonna sonora, se amplificata fino a produrre determinati decibel, accompagna in modo brutalmente realistico il viaggio all’interno di Pandora e della sua stupefacente barriera corallina Metkayina. Una sola parola può veramente definire l’esplorazione, esterna e turistica del pubblico ma concomitante a quella diegetica degli Avatar in fuga dalla guerra, ai confini di questo pianeta: avvolgente.
Il cast è avvincente, nonostante alterni performance di alta qualità (quali quelle di Kate Winslet, di Zoe Saldana, di Sigourney Weaver, di Britain Dalton) ad altre comunque buone ma non eccelse (come quelle di Jack Champion o, a parer mio, dello stesso Sam Worthington), insomma, non intense quanto la sostanza della sceneggiatura. La comicità è inserita in alcuni tratti del film per smorzarne la profondità spesso angosciante, ma non sempre in modo logico, mentre il dramma esistenziale e comunitario insieme funziona decisamente meglio. Anche se la durata supera le tre ore, il ritmo è equilibrato e bilancia momenti di azione e di vitalità, mediante strategie filmiche volte al dinamismo come carrellate a precedere e a seguire “di corsa”, zoom inaspettati, rotazioni acrobatiche, scene girate con camera a mano, e altri di quiete e stasi, quasi per indurre ad una contemplazione spirituale perenne e onnipresente, tramite indugi su campi lunghissimi e panoramiche, primissimi piani e dettagli sul volto di personaggi o sull’ambiente circostante.
I giochi di luce e i toni cromatici orchestrano prepotenti le suggestioni visive originate dalle differenti inquadrature.
I messaggi di guerra e di pace, di potere e di innocenza, di discriminazione e di solidarietà, di natura e di operazione umana, emergono in modo chiaro ma non cinico, violento ma non disperato, e lasciano all’amore il compito di mantenere viva la speranza.
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no_data
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martedì 27 dicembre 2022
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molto bello
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Molto bello ma un pò lungo, scenografia spettacolare ma lo storytelling è sempre il solito dei buoni che vincono sui cattivi
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mattomarinaio
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martedì 27 dicembre 2022
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avatar 2 - la via perduta
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Prima o poi doveva succedere.Mi dispiace dover ammettere che James Cameron, il mio preferito tra i registi, abbia realizzato il suo primo film brutto. Avatar 2 infatti non è degno del suo operato, non è minimamente paragonabile o attribuibile allo stile a cui ci ha abituati. Sin dagli esordi a bassissimo costo, questo talentuoso cineasta si è contraddistinto grazie alla sua capacità di inventare e scrivere personaggi, donando loro profondità e carattere attraverso storie e racconti semplici ma funzionali. Nelle loro storyline, tutto torna, tutto è perfetto, tutto è studiato in ogni dettaglio. Che si tratti di uomini, donne, ragazzini, anziani, soldati, cameriere, agenti segreti, impiegate, tutti sono al centro di un cerchio che si chiude, senza incertezze, senza sbavature.
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Prima o poi doveva succedere.Mi dispiace dover ammettere che James Cameron, il mio preferito tra i registi, abbia realizzato il suo primo film brutto. Avatar 2 infatti non è degno del suo operato, non è minimamente paragonabile o attribuibile allo stile a cui ci ha abituati. Sin dagli esordi a bassissimo costo, questo talentuoso cineasta si è contraddistinto grazie alla sua capacità di inventare e scrivere personaggi, donando loro profondità e carattere attraverso storie e racconti semplici ma funzionali. Nelle loro storyline, tutto torna, tutto è perfetto, tutto è studiato in ogni dettaglio. Che si tratti di uomini, donne, ragazzini, anziani, soldati, cameriere, agenti segreti, impiegate, tutti sono al centro di un cerchio che si chiude, senza incertezze, senza sbavature. Le altre grandi capacità di Cameron sono sempre state quelle di dirigere gli attori con estrema maestria, rendendo credibili anche i più incapaci, girare splendide scene d’azione e sfruttare a suo vantaggio ogni nuova trovata messa a disposizione dal progresso tecnologico. Questo era per me James Cameron: una certezza. Nel primo AVATAR viviamo la storia di jake Sully, un uomo paraplegico che arriva a trascurare il suo fisico a tal punto da dimenticarsi di mangiare o di lavarsi, pur di passare più tempo possibile in una capsula e vivere una seconda vita attraverso un essere fittizio, fino all’abbandono definitivo del vecchio corpo. La trama semplicissima tanto criticata, che ricalca decine di avventure ispirate al colonialismo inglese (sì certo, anche Pocahontas), aiutava a concentrare la nostra attenzione sull’esperienza visiva estrema, sui dettagli, sulle emozioni e sui messaggi che il film voleva trasmettere. Sono passati 13 anni da allora e il nuovo capitolo è finalmente nelle nostre migliori sale. La tecnologia già impeccabile utilizzata nel primo film è stata perfezionata a tal punto da definire nuovi standard, nuovi punti di riferimento. Nel film c’è ancora il senso di meraviglia, c’è azione, c’è sentimento ma… manca Cameron, manca la sua scrittura, la sua capacità di raccontare. Questo è palese fin dalle prime immagini dove veniamo aggiornati sulle dinamiche famigliari dei protagonisti attraverso un inutile e sbrigativo montaggio. È stato molto deludente scoprire l’identità dei villain e le motivazioni o i pretesti di un conflitto tanto scontato e ritrito quanto infantile e inverosimile. Il colpo di grazia si ha invece notando le decine di buchi di trama, le scelte inconcepibili, le strategie belliche irragionevoli e paradossali che nessun militare adotterebbe come vincenti e che nessuno sceneggiatore con un minimo di buon senso si sognerebbe di far uscire dalla propria penna. L’approfondimento dei personaggi avviene tramite i più abusati cliché, retoriche stucchevoli e situazioni che si ripetono più e più volte fino all'esasperazione. Alcuni dettagli importantissimi per la storia vengono appena accennati, mentre ci si dilunga eccessivamente in sequenze dal notevole impatto estetico ma che perdono efficacia ad ogni minuto che passa; scene inutili, ripetizioni che potevano lasciar spazio a una scrittura più attenta e funzionale. I film “giostra” come questo dovrebbero avere una trama impercettibile, semplice e pulita, in modo da non distrarre lo spettatore dal coinvolgimento e dalla pura esperienza visiva (vedi “Gravity” di Alfonso Cuarón). Se invece vogliamo inserire una trama più presente, dobbiamo essere certi che sia perfetta, forte, granitica e senza sbavature (vedi “Titanic” dello stesso James Cameron), perché in caso contrario la giostra potrebbe rompersi e il film perderebbe tutta la sua forza. È ammirevole che il buon vecchio James porti avanti le sue ricerche per abbattere nuove frontiere della cinematografia, ma è davvero un gran peccato che il suo talento da regista venga sprecato, sminuito nello sviluppo di una sola saga. Tra l’altro il progetto Avatar è stato fallimentare dal momento in cui non ha saputo creare una mitologia interessante, capace di infondere nel pubblico un interesse neanche lontanamente paragonabile a quello di Star Wars, il Signore degli Anelli, o Harry Potter. In un'epoca in cui c’è carenza di registi capaci, sarebbe invece opportuno che Cameron usasse le sue infinite capacità per dimostrare a pubblico e addetti ai lavori come si sforna del buon cinema di livello. Purtroppo invece, sarà la vecchiaia, sarà la famiglia, saranno le sue ossessioni, Cameron, cercando la via dell’acqua, ha perso la sua.
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enzo70
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domenica 25 dicembre 2022
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sequel di alto impatto, consigliatissimo
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Il sequel di Avatar è sicuramente degno del primo episodio. Cameron non sbaglia un’altra volta e riporta al cinema un film ricco di effetti speciali che per oltre tre ore riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo. La vita scorre serena a Pandora per i Na’vi dopo la vittoria contro gli invasori umani. E la famiglia di Jake Sully cresce bene, il figlio maggiore, Neteyam, è un guerriero che sembra seguire le orme del padre, il secondo Lo’ak è un ragazzo irrequieto, ma pieno di passioni, e che delizia la piccola Tuk. Ma del gruppo fanno parte anche Kiri, una ragazza figlia dell’Avatar di Augustine Grace e Spider, il ragazzo rimasto su Pandora.
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Il sequel di Avatar è sicuramente degno del primo episodio. Cameron non sbaglia un’altra volta e riporta al cinema un film ricco di effetti speciali che per oltre tre ore riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo. La vita scorre serena a Pandora per i Na’vi dopo la vittoria contro gli invasori umani. E la famiglia di Jake Sully cresce bene, il figlio maggiore, Neteyam, è un guerriero che sembra seguire le orme del padre, il secondo Lo’ak è un ragazzo irrequieto, ma pieno di passioni, e che delizia la piccola Tuk. Ma del gruppo fanno parte anche Kiri, una ragazza figlia dell’Avatar di Augustine Grace e Spider, il ragazzo rimasto su Pandora.
Ma sulla terra le cose non vanno bene e si sa come sono fatti gli uomini. Persa una guerra si riarmano per quella successiva. E così, con un esercito supertecnologico gli umani si preparano ad una nuova occupazione di Pandora e il passo preliminare è l’eliminazione dell’eroe di Pandora, Jake Sully. La missione viene, quindi, affidata, all’Avatar del colonello Quaritch, il padre di Spider.
Per evitare l’ennesimo scontro Jake trasferisce la sua famiglia presso il villaggio degli Metkayina, un popolo che vive in un remoto, e splendido arcipelago. Ma, chiaramente, Quaritch li troverà ed inizierà l’ennesima battaglia.
Bene, tutto questo merita oltre tre ore di proiezione? Si, per la bellezza della fotografia, il mare, le foreste di Pandora sono ragione per riflettere su quanto sia ancora splendida la terra, gli effetti speciali e la tecnologia da sempre sono un valore aggiunto per il cinema e film come questi fanno bene a tutto il settore, anche se, e per l’ennesima volta, devo dire che la sala cinematografica era pressoché vuota, cinema a Napoli, zona centrale, 23 novembre, spettacolo delle 20,30. Il problema oramai non è solo per i film di nicchia e per il cinema d’essai esiste un fenomeno molto preoccupante e ancor più preoccupante è il silenzio su questo argomento.
Tornando al film Cameron ci mette un po' di buonismo politico introducendo temi che non fanno mai male, dall’ovvio richiamo alla tutela dell’ecologia, all’integrazione degli immigrati, perché la famiglia di Jack avrà all’inizio problemi a convivere con la comunità degli Metkayina, passando per la tutela delle balena, in questo caso rappresentate dai Tulkun, cetacei dalla grande intelligenza e sensibilità, ricercati per il valore dell’estratto del cervello.
Ma a prescindere da tutto in Avatar c’è tutto, fotografia, in alcuni tratti sembra un documentario di National Geographic, effetti speciali ed una gran bella storia. Il cinema vive anche grazie ai film che nascono per fare cassetta. Augurandoci che la gente torni veramente al cinema.
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