lu pichi
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giovedì 15 agosto 2024
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carino
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Non è male come film, la storia fila bene anche se in certi punti perde di ritmo soprattutto quando entriamo nella zona suspense (il film è di diversi generi commedia, drammatico, un pò thriller) poi ci sono questi messaggi politically correct che francamente non servono a nulla se non a rendere più sciatto il film, c'è una scena in cui l'uomo dice di essere omosessuale ma che abitando in Sicilia in mezzo ad un certo tipo di uomini ha dovuto mettere questa maschera e diventare un'assassino, francamente ne possiamo fare pure a meno di questo racconto rancoroso, vuole fare coming out basta e avanza, vuole essere libero dai pregiudizi ed essere se stesso, punto.
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Non è male come film, la storia fila bene anche se in certi punti perde di ritmo soprattutto quando entriamo nella zona suspense (il film è di diversi generi commedia, drammatico, un pò thriller) poi ci sono questi messaggi politically correct che francamente non servono a nulla se non a rendere più sciatto il film, c'è una scena in cui l'uomo dice di essere omosessuale ma che abitando in Sicilia in mezzo ad un certo tipo di uomini ha dovuto mettere questa maschera e diventare un'assassino, francamente ne possiamo fare pure a meno di questo racconto rancoroso, vuole fare coming out basta e avanza, vuole essere libero dai pregiudizi ed essere se stesso, punto. Quando fai coming out non serve aggiungere niente, se poi vuoi aggiungerci che hai avuto una prima avventura omosessuale ok, non c'è niente di rancoroso anzi è un invito..Se guardo Spadino in Suburra li l'omosessualità del protagonista è incastrata bene perché è costretto a sposarsi e se la porta dietro, qui di fondo c'è il messaggio politically correct che frega solo al regista, non da nulla al film e si perde strada facendo. Questo penso. Avrei preferito un un lieto fine, con l'assassino che da solo senza farsi vedere salva la vita al ragazzo (Vincenzo Memolato) che è consapevole tranne alcuni indizi che l'uomo (Giovanni Calcagno) gli ha salvato la vita ma fa finta di niente mentre il finale per i miei gusti è troppo pasticciato. In generale è un film che si può vedere, non so se piacerà a tutti però non è male, è una storia nuova diversa dal solito, carino.
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marcos.ghioules
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domenica 11 ottobre 2020
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film indipendente decisamente consigliato!
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Film indipendente che ci è piaciuto molto. La regia è coinvolgente, a tratti parecchio divertente ma lascia comunque allo spettatore elementi profondi di riflessione. La recitazione dei due protagonisti principali è eccellente. La colonna sonora e la scenografia, altri due punti di forza. Decisamente consigliato
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valeria
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domenica 11 ottobre 2020
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profondo
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È pura poesia. Con un'estrema delicatezza tratta le sfumature dell'essere umano, le contraddizioni presenti nella nostra Sicilia ma anche i grandi valori. la Sicilia terra di mafia ma anche di persone oneste che combattono per un futuro migliore. Il tutto condito da una regia strepitosa, una fotografia da favola e un cast eccezionale. Complimenti
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valeria
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domenica 11 ottobre 2020
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esilarante
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È pura poesia. Con un'estrema delicatezza tratta le sfumature dell'essere umano, le contraddizioni presenti nella nostra Sicilia ma anche i grandi valori. la Sicilia terra di mafia ma anche di persone oneste che combattono per un futuro migliore. Il tutto condito da una regia strepitosa, una fotografia da favola e un cast eccezionale. Complimenti
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valeria
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domenica 11 ottobre 2020
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una poesia
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È pura poesia. Con un'estrema delicatezza tratta le sfumature dell'essere umano, le contraddizioni presenti nella nostra Sicilia ma anche i grandi valori. la Sicilia terra di mafia ma anche di persone oneste che combattono per un futuro migliore. Il tutto condito da una regia strepitosa, una fotografia da favola e un cast eccezionale. Complimenti
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francesca meneghetti
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domenica 4 ottobre 2020
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paradise: una nuova vita?
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Paradise è il nome di un residence che sorge a Sauris, tra le alpi carniche. Nome quasi antifrastico, perché il paesaggio che lo circonda, d’inverno, nei giorni di maltempo, non è certo idilliaco (qualcuno potrebbe definirlo infernale per la selvatichezza, ma si tratta di gusti). Qui approda Calogero (Vincenzo Nemolato), fisico minuti, grandi occhi, naso lungo. Nella scena iniziale sta solo, nel gelo e tra le nuvole, assurdamente dietro al suo carrettino delle granite, che poi ripone nella rimessa. E’ un giovane siciliano, padre da poco, anche se non ha potuto vedere la figlia. Si trova qui per aver denunciato il nome di un mafioso assassino. Rientrato in un programma di protezione, è stato allontanato dalla moglie (che, per altro, avrebbe preferito la sua omertà).
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Paradise è il nome di un residence che sorge a Sauris, tra le alpi carniche. Nome quasi antifrastico, perché il paesaggio che lo circonda, d’inverno, nei giorni di maltempo, non è certo idilliaco (qualcuno potrebbe definirlo infernale per la selvatichezza, ma si tratta di gusti). Qui approda Calogero (Vincenzo Nemolato), fisico minuti, grandi occhi, naso lungo. Nella scena iniziale sta solo, nel gelo e tra le nuvole, assurdamente dietro al suo carrettino delle granite, che poi ripone nella rimessa. E’ un giovane siciliano, padre da poco, anche se non ha potuto vedere la figlia. Si trova qui per aver denunciato il nome di un mafioso assassino. Rientrato in un programma di protezione, è stato allontanato dalla moglie (che, per altro, avrebbe preferito la sua omertà). Nella solitudine delle montagne, incontra personaggi tipici, come la bionda ostessa (Katerina Cas) o il parroco, che prega Dio insegnando ai giovani lo Schuhplattler, a suon di schiaffi. Ma anche il killer che lui aveva denunciato. La scoperta lo terrorizza, tanto più quando vede che alloggia anche lui nel Paradise, e inaugura quel motivo noir del film, sottolineato anche da una fotografia molto dark, con tante scene notturne riprese senza effetti di illuminazione. In realtà il killer non è venuto a cercarlo: diventato collaboratore di giustizia, per un casuale e ironico errore della giustizia, è stato spedito pure lui a Sauris. Fisicamente l’attore che lo interpreta (Giovanni Calcagno) è molto diverso da Nemolato: alto, robusto, dai tratti marcati e virili, incute quasi paura. Il percorso dei due uomini è dunque parallelo, e contrassegnato da molte ambiguità, soprattutto per il carattere dinamico della personalità dell’ex (ex?) killer, che si è sentito liberato dalla maschera in cui era stato imprigionato dalla Mafia sin da bambino e vorrebbe ricominciare una nuova vita (l’orrore del sangue lo porta a diventare vegetariano). Invece l’ex venditore di granite rimane fedele a se stesso, a quei principi di onestà che vuole trasmettere alla sua bambina (che riuscirà finalmente a incontrare). Pensando a lei, incomincerà una nuova vita, anche a prezzo di rinunce dolorose. Discorso diverso per il compagno. I passaggi della relazione tra i due uomini e con la giustizia) non sono sempre ben esplicitati e approfonditi. Il regista triestino, Davide Del Degan, rimane (volutamente?) nel vago, forse a sottolineare l’insondabilità della psiche umana. Comunque la coppia artistica, nella diversità totale, funziona bene, e sarà un buon lancio per i due attori, si spera. Il film però è interessante e diverso dalle solite trame: mescolando generi diversi, ed aprendo spesso la porta al comico, si vede volentieri. L’ultima scena sembra un richiamo a quella di Tempi moderni ed è toccante.
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stefano vidali
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domenica 22 marzo 2020
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lo consiglio
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Lo cnsiglio come film, visto inanterima al TriesteFilmFestival. trama coinvolgente con comicità riguardante il genere della storia.
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