Massimo Lastrucci
Ciak
Un ritratto che regala felicità e commozione, per chi è suo fan (come chi scrive, da tempi ormai lontani). Paolo Conte è l'uomo che ha portato la lirica dolente (e comica) del tinello marron e delle fughe all'inglese sui palcoscenici del mondo, adottato e amato dai francesi che ce lo invidiano. Tra jazz (classico) e pop, fisarmoniche da liscio e cadenze andine, accompagnato sul palco da "vecchie scimmie" della musica, Paolo Conte, 6 gennaio 1937 - di un anno esatto più vecchio del suo grande "testimonial" Adriano Celentano - da sobria e musicofila famiglia di notai e avvocati (e per anni ha percorso in parallelo ufficio e carriera, conservandone grata memoria), si racconta qui in un lungometraggio affezionato costruito a mosaico da spezzoni musicali, materiali documentari della tv passata, aneddoti su tante meravigliose sue canzoni, dichiarazioni di musicisti e personaggi sodali (Roberto Benigni, Vinicio Capossela, Caterina Caselli, Francesco De Gregori, Stefano Bollani, Giorgio Conte, Pupi Avati, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Renzo Arbore, Paolo Jannacci, Vincenzo Mollica, Isabella Rossellini, Guido Harari, Cristiano Godano, Giovanni Veronesi, Lorenzo Jovanotti, Jane Birkin, Patrice Leconte, Peppe Servillo). [...]
di Massimo Lastrucci, articolo completo (2307 caratteri spazi inclusi) su Ciak 28 settembre 2020