stefano capasso
|
lunedì 27 dicembre 2021
|
guarire gli altri per guarire se stessi
|
|
|
|
Zhenia è un immigrato ucraino che ottiene il permesso di lavorare a Varsavia, in un comprensorio moderno di villette a schiera, tutte uguali e disposte in modo ossessivamente geometrico. Alle sue capacità di massaggiatore unisce qualità di difficile comprensione, che vanno oltre il visibile e che lo rendono particolarmente attraente per i suoi clienti.
Malgorzata Szumowska e Michal Englert attraverso una fiaba mettono in scena la necessità di far riprendere un naturale ciclo di vita, quella neve che non cadrà più del titolo.
Il protagonista è un mago, capace di vedere nell’intimo delle persone che cura e far riemergere in loro un desiderio di vita ormai sopito dalla quotidianità sciatta e senza speranza.
[+]
Zhenia è un immigrato ucraino che ottiene il permesso di lavorare a Varsavia, in un comprensorio moderno di villette a schiera, tutte uguali e disposte in modo ossessivamente geometrico. Alle sue capacità di massaggiatore unisce qualità di difficile comprensione, che vanno oltre il visibile e che lo rendono particolarmente attraente per i suoi clienti.
Malgorzata Szumowska e Michal Englert attraverso una fiaba mettono in scena la necessità di far riprendere un naturale ciclo di vita, quella neve che non cadrà più del titolo.
Il protagonista è un mago, capace di vedere nell’intimo delle persone che cura e far riemergere in loro un desiderio di vita ormai sopito dalla quotidianità sciatta e senza speranza. A sua volta spinto dal dolore a cercare una strada per uscirne, Zhenia, riesce egli stesso a completare il suo percorso di autoguarigione aiutando gli altri. Si tratta di un film allo stesso tempo rigoroso e poetico, ipnotico e inafferrabile capace di citare Kieslowski e il montaggio delle attrazioni di Ėjzenštejn: un film che guarda all’Europa ma è ben radicato nella tradizione dell’est. Grande impatto la fotografia che alterna luci e ombre all’interno di una geometria precisa, per un dispositivo che rappresenta in modo davvero efficace l’atmosfera fiabesca del film e i suoi contenuti fatti di estremi che si muovono in cerca di un equilibrio più stabile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano capasso »
[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
|
|
d'accordo? |
|
martino revelli
|
giovedì 11 novembre 2021
|
film profondo e vero
|
|
|
|
Un film che ha qualcosa da dire, a differenza delle grandi o già affermate varie produzioni a cui siamo abituati. Visivamente ispirato, ogni immagine ha un senso narrativo e ci accompagna nel profondo, laddove c'è una possibilità di comprendere la propria sofferenza, e permettere alla neve di tornare a nevicare.
|
|
[+] lascia un commento a martino revelli »
[ - ] lascia un commento a martino revelli »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 2 ottobre 2020
|
non cadrà più la neve
|
|
|
|
Cara Marzia Gandolfi sono d’accordissimo con lei! Film molto originale e particolare che si discioglie e dipana tra metafisiche delicate e occulte che... .come dati d’intangibile processo creativo.. .già nascostamente racchiuso.. . congelato e sigillato.. .nel primo incantevole fotogramma d’azione.. . prosegue sfumandone e svaporandone l’evanescente materica essenza con inquadrature secretate di real-poetiche fino alla fiabesca deliberata caduta di neve!!
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
lore.bri
|
lunedì 28 settembre 2020
|
un capolavoro sottovalutato
|
|
|
|
In “Never Gonna Snow Again”, purtroppo snobbato da critica e giuria a Venezia 77, nulla è lasciato al caso: ogni scena ed ogni elemento all’interno di essa sono studiati nei minimi dettagli e sono resi con un’eleganza formale sopraffina.
Alla fine della visione si rimane spiazzati, senza certezze. Si può rimanere col senso di vuoto che il film lascia o di riempirlo con tutti i sottili stimoli raccolti durante la visione.
Probabilmente uno degli intenti principali del film è quello di creare dibattito; come suggerisce una scena, esistono percezioni diverse, nessuna giusta o sbagliata, ma solamente attraverso il dialogo si può raggiungere un PUNTO d’incontro.
[+]
In “Never Gonna Snow Again”, purtroppo snobbato da critica e giuria a Venezia 77, nulla è lasciato al caso: ogni scena ed ogni elemento all’interno di essa sono studiati nei minimi dettagli e sono resi con un’eleganza formale sopraffina.
Alla fine della visione si rimane spiazzati, senza certezze. Si può rimanere col senso di vuoto che il film lascia o di riempirlo con tutti i sottili stimoli raccolti durante la visione.
Probabilmente uno degli intenti principali del film è quello di creare dibattito; come suggerisce una scena, esistono percezioni diverse, nessuna giusta o sbagliata, ma solamente attraverso il dialogo si può raggiungere un PUNTO d’incontro.
Il film fa notare quanto l’essere umano sia superfluo per il mondo che lo ospita, ma allo stesso tempo quanto sia essenziale ai suoi simili per evitare un’altrimenti inevitabile solitudine.
Non a caso il protagonista, Zhenya, è un massaggiatore; ad ogni incontro con i suoi pazienti si percepisce la primordiale ed indispensabile necessità del contatto umano, con il quale si può scavare negli abissi più reconditi per trovare sè stessi.
Infine quello che fa Zhenya con il suo tocco magico è esattamente quello che dovrebbe fare il cinema: rendere l’ordinario straordinario
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lore.bri »
[ - ] lascia un commento a lore.bri »
|
|
d'accordo? |
|
lore.bri
|
lunedì 28 settembre 2020
|
un capolavoro sottovalutato
|
|
|
|
In “Never gonna snow again”, ingiustamente snobbato da giuria e critica a Venezia 77, nulla è lasciato al caso: ogni scena ed ogni elemento all’interno di essa sono studiati nel minimo dettaglio e resi con un’eleganza formale ed intuizioni di regia sopraffine. Se si decide di lasciarsi trasportare “NGSA” riesce davvero a toccare corde profonde. Alla fine della visione si rimane spiazzati, senza certezze. Si può decidere se rimanere col senso di vuoto che il film lascia o se riempiere quel vuoto e provare a raccogliere tutti i sottili stimoli che la pellicola lancia. Probabilmente l’intento principale del film è creare un dibattito; infatti come ci viene suggerito in una scena esistono percezioni diverse, nessuna giusta o sbagliata, ma solo attraverso il dialogo si può raggiungere un PUNTO d’incontro.
[+]
In “Never gonna snow again”, ingiustamente snobbato da giuria e critica a Venezia 77, nulla è lasciato al caso: ogni scena ed ogni elemento all’interno di essa sono studiati nel minimo dettaglio e resi con un’eleganza formale ed intuizioni di regia sopraffine. Se si decide di lasciarsi trasportare “NGSA” riesce davvero a toccare corde profonde. Alla fine della visione si rimane spiazzati, senza certezze. Si può decidere se rimanere col senso di vuoto che il film lascia o se riempiere quel vuoto e provare a raccogliere tutti i sottili stimoli che la pellicola lancia. Probabilmente l’intento principale del film è creare un dibattito; infatti come ci viene suggerito in una scena esistono percezioni diverse, nessuna giusta o sbagliata, ma solo attraverso il dialogo si può raggiungere un PUNTO d’incontro. Il film sembra voler suggerire che siamo superflui per il mondo che ci ospita, ma essenziali gli uni per gli altri, per colmare la nostra altrimenti inevitabile solitudine. Non è un caso che il protagonista, Zhenya, sia un massaggiatore, infatti ad ogni incontro con i suoi pazienti si percepisce la primordiale ed indispensabile necessità del contatto umano, con il quale possiamo scavare nei nostri abissi più reconditi e trovare noi stessi. Inoltre quello che fa Zhenya con il suo tocco magico è esattamente quello che dovrebbe fare il cinema: rendere l’ordinario straordinario
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lore.bri »
[ - ] lascia un commento a lore.bri »
|
|
d'accordo? |
|
|