giulio saetta
|
domenica 24 novembre 2019
|
padre e figlia sull'arca di noè
|
|
|
|
Un presente distopico dove l’uomo è regredito a maschio animale. L’assenza del genere femminile, pressoché sterminato da una pandemia, ha rotto l’equilibrio sociale e scaraventato la civiltà in una preistoria tribale dove gruppuscoli di maschi si aggirano famelici nelle foreste nordamericane, lupi alla ricerca di una femmina.
La piccola Rag alle soglie della pubertà sarebbe un boccone prelibato se non fosse per il padre che la spaccia per un ragazzino.
[+]
Un presente distopico dove l’uomo è regredito a maschio animale. L’assenza del genere femminile, pressoché sterminato da una pandemia, ha rotto l’equilibrio sociale e scaraventato la civiltà in una preistoria tribale dove gruppuscoli di maschi si aggirano famelici nelle foreste nordamericane, lupi alla ricerca di una femmina.
La piccola Rag alle soglie della pubertà sarebbe un boccone prelibato se non fosse per il padre che la spaccia per un ragazzino. Capelli da maschio, berretto con visiera o cappuccio della felpa a nascondere i lineamenti delicati quando sono costretti a uscire dai loro rifugi di fortuna per interagire con questi avanzi d'umanità.
L’uomo non ha un nome perche le identità sono molteplici. È padre, madre, fratello, amico, insegnante. Oltre che salvatore. Barlume di ragione e di morale nel branco.
Padre e figlia sono esemplari unici della specie. Come quelli del lungo monologo della buonanotte, accucciati nella tenda, un dolcissimo quanto personalissimo racconto dell’arca di Noè che apre la narrazione. Dalle paure infantili a eroina nel finale, la storia di Rag è un film di maturazione. Maturo.
[-]
[+] temi importanti in un film toccante e delicato
(di antonio montefalcone)
[ - ] temi importanti in un film toccante e delicato
|
|
[+] lascia un commento a giulio saetta »
[ - ] lascia un commento a giulio saetta »
|
|
d'accordo? |
|
ashtray_bliss
|
domenica 6 ottobre 2019
|
una luce di speranza in un mondo in rovina.
|
|
|
|
Casey Affleck scrive, interpreta e dirige un film dal respiro opprimente e dall'atmosfera pessimista, al centro del quale vi è la barbarie, la grettezza e la regressione dell'essere umano ma specificatamente dell'uomo, in senso letterario, dopo che un'epidemia ha sterminato la maggior parte della popolazione femminile. In questo futuro post apocalittico, grigio, incerto e pericoloso come pochi, sopravvivono un padre e sua figlia pre adolescente, lontano dal mondo, isolati e nascosti nei boschi a distanza di sicurezza da quel che resta dell'umanità, divenuta macerie e rovine col collasso della civilità e con la perdita delle donne. Rag, questo il soprannome della bambina, infatti è costretta a vestirsi come un maschio, a portare i capelli corti e a evitare il contatto prolungato con i pochi, disparati, uomini che incontrano sul loro percorso.
[+]
Casey Affleck scrive, interpreta e dirige un film dal respiro opprimente e dall'atmosfera pessimista, al centro del quale vi è la barbarie, la grettezza e la regressione dell'essere umano ma specificatamente dell'uomo, in senso letterario, dopo che un'epidemia ha sterminato la maggior parte della popolazione femminile. In questo futuro post apocalittico, grigio, incerto e pericoloso come pochi, sopravvivono un padre e sua figlia pre adolescente, lontano dal mondo, isolati e nascosti nei boschi a distanza di sicurezza da quel che resta dell'umanità, divenuta macerie e rovine col collasso della civilità e con la perdita delle donne. Rag, questo il soprannome della bambina, infatti è costretta a vestirsi come un maschio, a portare i capelli corti e a evitare il contatto prolungato con i pochi, disparati, uomini che incontrano sul loro percorso. "Non ho mai conosciuto nessuno" lamenterà giustamente la ragazzina nella lunga, eloquente, poetica e tenera scena d'apertura del film. La mancanza di contatto umano, la voglia di socializzare coi propri pari, inizia ha manifestarsi nonostante il padre, un eccelso Affleck, amorevole e premuroso ma anche conscio del contesto nel quale vivono, non le fa mancare niente, facendola sentire protetta e sicura, intrattenendola con storie e racconti buffi. Ma la pubertà è alle porte e non ritarda a manifestarsi con la voglia crescente di indipendenza, con la disobbedienza e i suoi piccoli atti di ribellione (la scena coi vestiti e il trucco sono esempi lampanti del cambiamento in atto). Ma anche la sua identità maschile inizia a non convincere più chi li circonda, in un contesto dove non solo l'elettricità e gli agi sono venuti a mancare ma dove le donne, quelle poche sopravvissute all'epidemia, ormai sono viste come prede da cacciare e trofei da vincere scatenando tutta la rabbia, la violenza, l'aggressività del maschio -non più uomo- nei confronti della controparte femminile. Il padre è conscio del pericolo e cerca di minimizzare i rischi vivendo lontano da tutto e tutti ma quando l'identità della ragazzina viene percepita inizia una lunga fuga, un'avvincente ed emozionante avventura di sopravvivenza nel tentativo disperato di proteggere la figlia da questo mondo al collasso, barbaro e incattivito nel quale si trova costretta a crescere. Una vivida metafora di come sia importante proteggere i bambini e potergli garantire un'infanzia spensierata, dove si possano sentire protetti e amati.
Viscerale ed emozionante nonostante la linearità e semplicità della sceneggiatura, Light of My Life si colloca facilmente tra i film indipendenti più interessanti e suggestivi dell'anno. Coadiuvato da due interpreti incisivi e carismatici, colpiscono e commuovono le lunghe sequenze che ritraggono i teneri momenti di compliità tra padre e figlia, sotto la tenda, a raccontarsi buffe storie o a ricordare eventi passati, sono quelli i passaggi in cui viene inciso e scolpito il valore poetico del film capace di racchiudere gli ultimi momenti di un'infanzia difficile ma felice che il padre cerca di custodire gelosamente pur sapendo di dover far fronte all'imminente arrivo della pubertà e del cambiamento, naturale e inevitabile, di sua figlia, e del fatto che non potra proteggerla per sempre dalle insidie del mondo. Immerso in un contesto di esasperante freddezza e grigiore tanto esteriore quanto interiore, che ha avvolto e trasformato gli uomini nella versione peggiore, quella più primitiva e retilliana, di se stessi, quel padre cerca di mantenere accesa a tutti i costi la luce della speranza.
Ed ecco che emerge un'altra importante intenzione della pellicola in questione: usare un linguaggio metaforico e simbolico in un contesto post apocalittico per raccontare, attestare e forse (velatamente) denunciare una condizione attuale, concreta e dolorosa che vede l'arroganza e prevaricazione maschile dominare tuttora molti aspetti della società. Una società gia da anni logora e in declino, dove si assiste e si parla ancora molto di sessismo, molestie, femminicidi e dove crescere come donna e altrettanto difficile e pericoloso quanto nel estemporaneo contesto narrato.
Affleck forse intendeva redimersi lui stesso con questo progetto per le accuse ricevuto poco dopo la nascita del movimento MeToo, e forse a modo suo questo film è un modo scusarsi e attestare una presa di coscienza, riabilitando contemporaneamente il suo nome e la sua carriera. Qualsiasi siano comunque le vere intenzioni del regista-attore, non si può non riconoscere la bravura, l'impegno e sopratutto il sentimento che mette all'interno di questo crepuscolare lungometraggio indie sull'importanza dell'amore, specialmente quello incondizionato di un genitore verso il proprio figlio, e dell'importanza della donna stessa; figura essenziale per garantire l'equilibrio della società e dell'umanità, la quale merita di essere protetta e rispettata (bellissima la sequenza del padre che dice alla figlia "mi hai fatto una domanda...meriti delle risposte").
Munito di sguardo maturo e omaggiando, a suo modo, altri grandi pellicole di questo vivido genere cinematografico (tra cui, sicuramente il capolavoro The Road), Affleck mette in piedi una parabola delicata e a tratti commovente sulla potenza del legame padre-figli, sulla resistenza morale in un mondo alla deriva, ostile e pericoloso, sul cambiamento irreversibile dovuto alla crescita e alla maturazione i quali indiscutibilmente modificheranno anche questo fortissimo e ammirabile legame. Suggestiva la fotografia, tempi diluiti, una costante seppur debole suspense e un senso di opprimente angoscia costituiscono il resto degli elementi che compongono la pellicola.
Un film che riscalda il cuore senza risultare sentimentalmente pesante oppure prolisso e stucchevole. Una storia lineare e spartana di crescita e sopravvivenza, di amore incondizionato e con un messaggio di fondo dolorosamente attuale che non possiamo ignorare. La luce della speranza anche se flebile esiste e non deve spegnersi. 3/5.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ashtray_bliss »
[ - ] lascia un commento a ashtray_bliss »
|
|
d'accordo? |
|
sabri92
|
lunedì 25 novembre 2019
|
noioso...
|
|
|
|
Un virus uccide la quasi totalità delle persone di sesso femminile. Sopravvive, fra le poche, una ragazzina di 11 anni, che il padre cerca di proteggere dagli uomini, o meglio dai maschi, resi brutali, violenti, proprio dalla mancanza della controparte femminile. L'idea è oggettivamente buona. Il problema, non di poco conto, è che la pellicola si trascina stancamente per almeno 100 dei 120 minuti della sua intera durata. Ritmo lentissimo, quasi nessun colpo di scena (difficile da giustificare nell'ipotizzato scenario post-apocalittico), lunghi monologhi, talvolta ai limiti del ridicolo o (peggio) della cattiva informazione. Le favolette con animali parlanti si raccontano fino ai 4-5 anni di vita del bambino.
[+]
Un virus uccide la quasi totalità delle persone di sesso femminile. Sopravvive, fra le poche, una ragazzina di 11 anni, che il padre cerca di proteggere dagli uomini, o meglio dai maschi, resi brutali, violenti, proprio dalla mancanza della controparte femminile. L'idea è oggettivamente buona. Il problema, non di poco conto, è che la pellicola si trascina stancamente per almeno 100 dei 120 minuti della sua intera durata. Ritmo lentissimo, quasi nessun colpo di scena (difficile da giustificare nell'ipotizzato scenario post-apocalittico), lunghi monologhi, talvolta ai limiti del ridicolo o (peggio) della cattiva informazione. Le favolette con animali parlanti si raccontano fino ai 4-5 anni di vita del bambino. Le spiegazioni sul come nascano i figli, giusta le raccomandazioni degli esperti, devono essere sì semplici e pudiche, ma anche estremamente chiare. Soltanto il finale concede un po' di azione, finalmente regalando una percezione visiva, e dunque concreta, delle già accennate violenza e brutalità maschili, che lo spettatore, fino a quel momento, e fra gli sbadigli, era stato costretto soltanto ad immaginare. Casey Affleck, tutto sommato, compie uno sforzo apprezzabile sia come regista sia come attore. Brava, certamente, anche la giovane protagonista. Tuttavia, Light of My Life, a mio avviso, è film noioso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sabri92 »
[ - ] lascia un commento a sabri92 »
|
|
d'accordo? |
|
taty23
|
venerdì 22 novembre 2019
|
insostinibile leggerezza dell'essere umano
|
|
|
|
Casey Affleck debutta alla regia con il film Light of my life
In Light of my life ci ritroviamo in un mondo distopico e post-pandemico. Un virus ha ucciso la maggior parte degli esseri femminili nel mondo. Un padre (Casey Affleck) ed una figlia si nascondono nei boschi del midwest americano. L’uomo cerca in tutti i modi di proteggere l’undicenne Rag(Anna Pniowsky), in un continuo peregrinare; rimanendo sempre allerta il padre le insegna l’etica, la storia e la moralità, cercando di formarla per un domani pieno di incertezze.
[+]
Casey Affleck debutta alla regia con il film Light of my life
In Light of my life ci ritroviamo in un mondo distopico e post-pandemico. Un virus ha ucciso la maggior parte degli esseri femminili nel mondo. Un padre (Casey Affleck) ed una figlia si nascondono nei boschi del midwest americano. L’uomo cerca in tutti i modi di proteggere l’undicenne Rag(Anna Pniowsky), in un continuo peregrinare; rimanendo sempre allerta il padre le insegna l’etica, la storia e la moralità, cercando di formarla per un domani pieno di incertezze. Un incontro casuale innescherà una serie di conseguenze e minerà le varie precauzioni che i due hanno preso, mettendo a rischio la loro sicurezza.
Light of my life – le tematiche
Casey Affleck dirige, scrive ed interpreta Light of my life. Per il suo primo film da regista decide di portare sullo schermo una storia di formazione. Una trama multistrato dove l’elemento scatenante fantascientifico del virus, risulta quasi un espediente narrativo che permette di esplorare in maniera più intima il rapporto atavico genitori – figli. In un contesto estremo in mezzo alla natura, in un futuro non troppo lontano, dove la minaccia per la piccola Rag aumenta mentre la narrazione avanza e dove l’angoscia mista alla disperazione del padre diventeranno sempre più presenti.
In Light of my life ritroviamo in secondo piano, una sorta di critica alla società. Una società che non è riuscita a rialzarsi, ormai collassata su sé stessa, ossessivamente squilibrata, agonizzante e che non vede alternative. Ultimamente una tematica che in questo genere di film si riscontra spesso.
Alcune scelte registiche sono più convincenti di altre, in alcuni momenti poteva osare di più. il ritmo rimane costante per tutta la durata del film anche se la prima parte risulta meno fluida della seconda. Casey Affleck e la debuttante Anna Pniowsky risultano convincenti nei rispettivi ruoli di padre e figlia e cercano di colmare, non sempre riuscendoci, qualche buco di trama.
In conclusione
Light of my life, opera prima di Casey Affleck per quanto riguarda la regia, tra fantascienza, dramma e un pizzico di thriller, risulta una pellicola interessante, emotiva, interiore ed emozionale. Propone inoltre uno spaccato sulla genetorialità e sulle esistenze di due persone che affrontano scelte difficili in relazione al mondo, alla famiglia, sempre al limite tra il bene e il male.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a taty23 »
[ - ] lascia un commento a taty23 »
|
|
d'accordo? |
|
|