elgatoloco
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mercoledì 11 novembre 2020
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notevolissimo , tra naturalismo e simbolismo criti
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Tra aspro naturalismo(deiezioni umane etc, rutti e altro ancora, sangue)e simbolismo(sequenza dei cani che inseguono il grande artista)Questo film"Il Peccato- il Furore di Michelangelo"(Andrej Konchalovsky, scritto con Elena Kilsleva, 2019)rappresenta una delle rifleissioni filmiche(ma il cinema non è solo"riflessione", ma anche il prodotto delle riflesisoni, l'"atto"rispetto alla mera"potenza", per dirla aristotelicamente...)più importanti sull'arte, dove qui, emblematicamente, l'emblematizzazione della creazione artistica è Michelangelo Buonarroti, genio universale(scultore, che non aveva mai realmente dipinto prima e che diventa straordinario pittore con gli affreschi della"Cappella Sistina"), ma anche poeta, il che nel film è accennato, parlando del culto di Dante che Michelangelo aveva e coltivava continuamente.
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Tra aspro naturalismo(deiezioni umane etc, rutti e altro ancora, sangue)e simbolismo(sequenza dei cani che inseguono il grande artista)Questo film"Il Peccato- il Furore di Michelangelo"(Andrej Konchalovsky, scritto con Elena Kilsleva, 2019)rappresenta una delle rifleissioni filmiche(ma il cinema non è solo"riflessione", ma anche il prodotto delle riflesisoni, l'"atto"rispetto alla mera"potenza", per dirla aristotelicamente...)più importanti sull'arte, dove qui, emblematicamente, l'emblematizzazione della creazione artistica è Michelangelo Buonarroti, genio universale(scultore, che non aveva mai realmente dipinto prima e che diventa straordinario pittore con gli affreschi della"Cappella Sistina"), ma anche poeta, il che nel film è accennato, parlando del culto di Dante che Michelangelo aveva e coltivava continuamente. In questo coproduzione russo.italiana(dove partner produttivo del film è stata la RAI)si assiste a un deciso salto di qualità rispetto all'ormai vecchio(ha più di mezzo secolo, 55 anni per essere esatti"The Agony and the Ecstasy"(Carol Reed, da un romanzo di Irving Stone, 1965, appunto)dove Michelangelo veniva identificato tout court con il binomio endiadico genio-follia(o"sregolatezza", se vogliamo). QUi, invece, rinunciando all'interezza dell'opera michelangiolesca, si parla del dopo"Cappella Sistina", ossia quando Michelangelo è diviso e coinvolto nellle feroci lotte di potere(dove la relgiisone diviene instrumentum regni , con famiglie di puro potere che si vogliono accaparrare il papato)tra i Della Rovere e i Medici, con la lotta senza quartiere per l'uso delle cave di marmo di Carrara(dei Della Rovere)e di Pietrasanta(dei Medici)in cui Buonnaroti rimane coinvolto, Dunque anche il"diavolo.soldo"(dove il fantasma del primo attanaglia ancora Michelangelo)e l'elemneto di "materialismo storico" , volendo, determina pesantemente la creazione artistica come peraltro in ogni epoca, dalle piramidi egizie in poi , almeno....Che poi Michelangelo sia anche in qualche modo"folle"viene detto.mostrrato anche qui, ma, appunto, anche perché nel "gurgite vasto"delle lotte tra nobilati e "padroni"di vario tipo, con una rappresentazione assolutamente priva di scrupolo del potere(o meglio, foucaultianamente, dei poteri)la"soluzione"michelangiolesca "non poteva essere diversa", per coì dire. Embelamtica la proposizione attribuita al grande aritsta"Tanta bellezza per questi puttanieri e assassini", decisamente migliore della retorica frase mal citata e troppo ripetuta e duqneu resa retorica: "La bellezza salverò il mondo"che in Dostoevskij non era invece priva di senso, anzi...Benissimo il protagonista Alberto Testone, Jakob Diehl(l'allievo prediletto.amasio), Orso maria Guerrini e altri. El Gato
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fabiuz62
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mercoledì 12 agosto 2020
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cinema d''autore e di verità
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Di film SU Michelangelo ne sono stati fatti tanti. Questo è un film che parla DI Michelangelo. Perfetta la fotografia, le ricostruzioni, il suo rapporto con la sua arte, il suo rapporto con Carrara, spettacolare.....
Rischioso ma originale e assolutamente riuscita la pennellata sui cavatori del tempo (che poi non si discostano poi così tanto da quelli contemporanei...): sembra che il regista abbia vissuto a lungo a Carrara e tra la sua gente....
Vita d'artista, geniale e tormentato. Bello.
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lunedì 10 agosto 2020
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molti errori nel suo commento
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Salve,
Ho letto il suo commento. Per quanto ben scritto ha riportato varie informazioni false, cose che probabilmente ha mal compreso, e fatto dei madornali errori. Tante per citarne qualcuno, altrimenti ci vorrebbe un enciclopedia: Michelangelo non è certamente uno scultore aretino. Raffaello è stato odiato sì, ma mai ammirato da Michelangelo. La cava Fantiscritti non è la cava Michelangelo, i marmi partivano dal porto di Carrara, o da altri in Liguria... Insomma non ci siamo proprio.
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xerox
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venerdì 10 aprile 2020
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illuminante.
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Bellissimo film! Personalmente mi ha aperto un mondo che onestamente ignoravo. Pensiamo a Michelangelo, Leonardo, Raffaello, e a tutti questi geni, e ci vediamo scorrere le immagini delle loro fantastiche opere, come in una specie di Superquark.... Ma cosa ne sappiamo DELLA VITA di questi geni??? La vita quotidiana, di questi geni? Fare le meraviglie che ha fatto, è stato l'ultimo pensiero di Michelangelo! Perchè prima di scolpire e affrescare e costruire, Michelangelo doveva prima di tutto procurarsi il marmo, costruire la strada per portarlo a mare, farsi dare i soldi dai committenti che lo minacciavano tutti quanti (i Della Rovere, i Medici), avere a che fare con una famiglia famelica, curare il suo laboratorio e i suoi assistenti, e tutto questo vivendo in una realtà DURISSIMA, che era la realtà italiana del 500.
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Bellissimo film! Personalmente mi ha aperto un mondo che onestamente ignoravo. Pensiamo a Michelangelo, Leonardo, Raffaello, e a tutti questi geni, e ci vediamo scorrere le immagini delle loro fantastiche opere, come in una specie di Superquark.... Ma cosa ne sappiamo DELLA VITA di questi geni??? La vita quotidiana, di questi geni? Fare le meraviglie che ha fatto, è stato l'ultimo pensiero di Michelangelo! Perchè prima di scolpire e affrescare e costruire, Michelangelo doveva prima di tutto procurarsi il marmo, costruire la strada per portarlo a mare, farsi dare i soldi dai committenti che lo minacciavano tutti quanti (i Della Rovere, i Medici), avere a che fare con una famiglia famelica, curare il suo laboratorio e i suoi assistenti, e tutto questo vivendo in una realtà DURISSIMA, che era la realtà italiana del 500. UNA FATICA IMMENSA!!! Altro che gli archistar fighetti dei tempi nostri!
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luciano sibio
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giovedì 9 aprile 2020
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l'arte come dono divino
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Mai come in un film ho visto così ben rappresentato il concetto per cui l'arte è un dono divino o naturale,per meglio dire non determinabile dall'uomo,ma presente in esso come una sorta di predestinazione e per questo staccato dalle umane vicende e dalla loro connotazione morale.
E la cosa è pefettamente ben spiegata dall'ultima apparizione di Sansovino a Michelenagelo in cui l'artista biasima l'uomo Michelangelo ma ne glorifica nel contempo la genilaità indiscussa superiore alla media.Lo stesso avviene per MIchelangelo quando questi riceve la notizia della morte di Raffaelllo,suo eterno rivale,morte legata alla dissoluzione dei costumi,così muore un suo grande rivale ma nel contempo egli mostra lo stesso dolore perchè è morta anche una pagina della cultura e dell'arte.
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Mai come in un film ho visto così ben rappresentato il concetto per cui l'arte è un dono divino o naturale,per meglio dire non determinabile dall'uomo,ma presente in esso come una sorta di predestinazione e per questo staccato dalle umane vicende e dalla loro connotazione morale.
E la cosa è pefettamente ben spiegata dall'ultima apparizione di Sansovino a Michelenagelo in cui l'artista biasima l'uomo Michelangelo ma ne glorifica nel contempo la genilaità indiscussa superiore alla media.Lo stesso avviene per MIchelangelo quando questi riceve la notizia della morte di Raffaelllo,suo eterno rivale,morte legata alla dissoluzione dei costumi,così muore un suo grande rivale ma nel contempo egli mostra lo stesso dolore perchè è morta anche una pagina della cultura e dell'arte.
Ma Konchalovskiy non si ferma qui e continuando sulla falsariga dell'arte come dono naturale ne analiza e in profondità anche il rapporto con il potere che non conosce regole se non la bramosia del domino sugli altri ma ovviamente è impotente nei confronti del naturale,dell'imponderabile.
Il potere pur sottoposto alle giravolte di un uomo ossessionato dalle incombenze familiari e anche da una discreta bramosia di denaro cede comunque ad esso se vuole servirsi della cultura che necessita per forza di cose di chi è in grado di veicolarla.
Ma nel film c'è posto anche per il risvolto della medaglia e che inoltre spiega anche il senso profondo di un epoca intera,il cinquecento che ha rappresentato i primordi della ns civiltà occidentale. Il regista infatti dedica varie e suggestive pagine del film a descrivere il lavoro degli scalpellisti di Carrara e forse anche più che attardarsi nel descrivere le opere artistiche mentre fuoriescono dalle mani miracolate di Michelangelo.
Perchè ?
perchè dierto all'arte,a quelle immense creazioni artistiche di quell'epoca non basta la natura e la predisposizione innescata dal divino in qualche miracolato genio, ma necessita pure un indispensabile,appassionato e coraggioso lavoro umano collettivo.
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kleber
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lunedì 2 dicembre 2019
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arte e lavoro: ci voleva un russo per raccontare i valori perduti dell'italianità
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Di tutto il cinema "progressista", ben pochi hanno rappresentato con tanto rigore, passione e vicinanza il rapporto fra arte e lavoro, come ci insegna questo gigante ex-sovietico. Mai cinema italiano sovvenzionato era riuscito a rappresentarci l'essenza e il carattere dei cavatori di Carrara; forse per la prima volta il dialetto carrarese è risuonato in una sala cinema, con tutto la sua ruvida e frugale espressività. Grazie, Konchalovskiy, sei stato veramente un grande nel rivelarci l'essenza del genio di Michelangelo, il rappporto fra arte, denaro, potere, sangue e merda, indissolubilmente legati in un Rinascimento italiano che riviviamo grazie a questa incredibilmente riuscita operazione culturale.
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Di tutto il cinema "progressista", ben pochi hanno rappresentato con tanto rigore, passione e vicinanza il rapporto fra arte e lavoro, come ci insegna questo gigante ex-sovietico. Mai cinema italiano sovvenzionato era riuscito a rappresentarci l'essenza e il carattere dei cavatori di Carrara; forse per la prima volta il dialetto carrarese è risuonato in una sala cinema, con tutto la sua ruvida e frugale espressività. Grazie, Konchalovskiy, sei stato veramente un grande nel rivelarci l'essenza del genio di Michelangelo, il rappporto fra arte, denaro, potere, sangue e merda, indissolubilmente legati in un Rinascimento italiano che riviviamo grazie a questa incredibilmente riuscita operazione culturale. Oltre al grande cinema, Konchalovskiy e il suo entusiasmante cast ci impartiscono una grande lezione sull'arte e pure sulla cultura "apuana" del lavoro, simbolo della creatività operosa alle origini dell'ormai quasi esternalizzato "made in Italy", come mai l'autoreferenziale cinematografia romana è riuscita a (o non ha mai voluto) fare.
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