albert
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lunedì 20 gennaio 2025
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caotica favoletta
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David Copperfield è uno dei romanzi più famosi di Charles Dickens. Questo film è un adattamento di tale romanzo che punta molto sul versante favolostico, più che su quello sociale.Armando Iannucci, inglese di padre napoletano, è reduce dal suo primo lungometraggio che non era risultato particolarmente convincente. Con questo suo secondo film, Iannucci conferma le sue difficoltà narrative. È consigliabile vederlo al cinema, dove la concentrazione è molto più elevata, perché il rischio di distrarsi è elevato. Questo accade perché la sceneggiatura è parecchio caotica e cofusionaria, con un ritmo eccessivamente accellerato per una comprensione subitanea degli avvenimenti.
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David Copperfield è uno dei romanzi più famosi di Charles Dickens. Questo film è un adattamento di tale romanzo che punta molto sul versante favolostico, più che su quello sociale.Armando Iannucci, inglese di padre napoletano, è reduce dal suo primo lungometraggio che non era risultato particolarmente convincente. Con questo suo secondo film, Iannucci conferma le sue difficoltà narrative. È consigliabile vederlo al cinema, dove la concentrazione è molto più elevata, perché il rischio di distrarsi è elevato. Questo accade perché la sceneggiatura è parecchio caotica e cofusionaria, con un ritmo eccessivamente accellerato per una comprensione subitanea degli avvenimenti. La recitazione di Dev Patel è sempre volutamente balbettante, cosa che non fa che accrescere lo spaesamento. Colpire per quattro volte la trave di legno della barca con la testa o alcune battute banali non fanno ridere e quindi sono evitabili. Compare anche il dottor House, Tilda Swinton, molto adatta pe certi ruoli e personaggi quali Uriah Heep, il viscido per antonomasia che trascinano lo spettatore verso l'agognata fine del film. Eppure resta vivida anche l'impressione di un film fresco, dotato di una bella fotografia molto colorata e di un'allegria compositiva mediocremente spumeggiante.
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eugen
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lunedì 4 settembre 2023
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molto efficace adattamento filmico del capolavoro
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Veramente effiace, questo adattamento filmico del capolavoro di Charles Dickens "David Copperfield", in questo film britannico("The Personal History of D.C.", Armando Iannucci, aure con Simon Blackwell dello screenplay, 2019): rispettoso della cronologia della vita del personaggio che, partendo da un'infanzia ricca, costeggia anzi affronta per un breve periodo la miseria, si prova nell'avvocatura come"procuratore", ma viene ostacolato in ogni modo e turffato da Uriah Heep, personificazione del male in Dickens ben piu'del"redimibile"e poi "redento"Scrooge, dove David conosce il suo zio svagato e sempre in cerca dei suoi aquiloni, vera alternativa sognante a tutte le miserie e brutturee del mondo, l'amore ma poi anche l'umiliazione del lavoro in fabbrica(dove Dickens tratteggia una critica che negli stessi anni, certo da un punto di vista ideologicamente lontanissimo dal suo, dickensiano, di credente anglicano fedele), sviluppano scientificamente Karl Marx e Friedrich Engels, Qui la'dattamento e'libero , pur essendo fedele(pensiamo ai tanti personaggi di colore, allo stesso David, che chiaramente e'di ernia indiana o pakistana, quando sappiamo benissimo che a meta'1800 la Gran Bretagna aveva l'India e anche alcuni paesi africani come sua colonia/sue colonie, ma non ospitava tanti "migranti"come oggi), un po'a volo d'uccello, con un'estrema fantasia che pero0non toglie il"realismo"(qualunque cosa si intenda per tale, soprattutto considerando il cinena attuale), ossia l¿aderenza di fondo al capolavoro dickensiano, appunto Anche il finale, che vede l'affermazione di David quale scrittore e anche quale marito fedele(seocndo matriomonio) di Agnes, che esemplifica l'ottimismo"quand me¡me"di Dickens, e'rispettato, in una prospettiva nuova ma rispettosa di quanto troviamo nel libro.
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Veramente effiace, questo adattamento filmico del capolavoro di Charles Dickens "David Copperfield", in questo film britannico("The Personal History of D.C.", Armando Iannucci, aure con Simon Blackwell dello screenplay, 2019): rispettoso della cronologia della vita del personaggio che, partendo da un'infanzia ricca, costeggia anzi affronta per un breve periodo la miseria, si prova nell'avvocatura come"procuratore", ma viene ostacolato in ogni modo e turffato da Uriah Heep, personificazione del male in Dickens ben piu'del"redimibile"e poi "redento"Scrooge, dove David conosce il suo zio svagato e sempre in cerca dei suoi aquiloni, vera alternativa sognante a tutte le miserie e brutturee del mondo, l'amore ma poi anche l'umiliazione del lavoro in fabbrica(dove Dickens tratteggia una critica che negli stessi anni, certo da un punto di vista ideologicamente lontanissimo dal suo, dickensiano, di credente anglicano fedele), sviluppano scientificamente Karl Marx e Friedrich Engels, Qui la'dattamento e'libero , pur essendo fedele(pensiamo ai tanti personaggi di colore, allo stesso David, che chiaramente e'di ernia indiana o pakistana, quando sappiamo benissimo che a meta'1800 la Gran Bretagna aveva l'India e anche alcuni paesi africani come sua colonia/sue colonie, ma non ospitava tanti "migranti"come oggi), un po'a volo d'uccello, con un'estrema fantasia che pero0non toglie il"realismo"(qualunque cosa si intenda per tale, soprattutto considerando il cinena attuale), ossia l¿aderenza di fondo al capolavoro dickensiano, appunto Anche il finale, che vede l'affermazione di David quale scrittore e anche quale marito fedele(seocndo matriomonio) di Agnes, che esemplifica l'ottimismo"quand me¡me"di Dickens, e'rispettato, in una prospettiva nuova ma rispettosa di quanto troviamo nel libro. Bene Dev Patel(David Copperfield), Rosalind Eleazar(Agnes), Ben Wishaw(lantagonista "diabolico"Uriah)e molti/e altri/e. Un film che mantiene le promesse rispetto al capoalvaro letterario, Forse sarebbe stato interessante, ma non ben compreso, l'inserimento paradossale di musiche dela band"Uriah Heep". Ma, ripeto, si tratta non tanto di una"provcazione"quanto di una considerazione a latere, quasi un invito a far uso di eelmenti"contrastivi". Eugen
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domenica 1 gennaio 2023
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concordo
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Leggendo mi sono chiarita quello che pensavo ma che non avrei saputo esprimere. Penso che sia il compito di uno scrittore, anche se solo di un articolo.
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giovanni_b_southern
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lunedì 20 giugno 2022
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ottimo
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LETTURA MOLTO BELLA. CONSIGLIATO
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claudio
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sabato 24 ottobre 2020
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grande cast, ma mi aspettavo qualcosa di piu''
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sono andato a vedere questo film con grandi aspettative, grande cast e trailer molto promettenti.. poi però la storia è troppo slegata e con eventi troppo altalenanti per avere consistenza ed un po' di realismo, gran parte dei personaggi sono troppo "particolari" ed anche un po' troppo prevedibili per essere veramente interessanti.. alla fine ti resta la sensazione di aver "sprecato" cosi' tanti grandi attori (ad es. tilda swinton) per una sceneggiatura scritta male (non ho mai letto il libro originale, ma immagino che si potesse fare di meglio..)
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amgiad
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martedì 20 ottobre 2020
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cinema, finalmente
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Dopo aver visto ultimamente molti film che in realtà erano teatro, sit-comedy, sceneggiati, e quasi tutti, purtroppo, di una noia tombale, finalmente un' opera che è vero cinema. Un cinema che soddisfa la mente e l' occhio, raccontando la storia, che sicuramente conoscerete, con giusto ritmo, belle immagini, invenzioni registiche, bei costumi e bravi attori. Le due ore di proiezione volano, trasportati nella vita positiva di Copperfield quasi scordando che conosciamo bene la storia (però qui svolta con buon ottimismo), e finalmente dimenticando, dentro la sala, l' attuale significato negativo di positivo. Il vero cinema è soprattutto sogno, il che non vuol dire che non deve far pensare, ma, per favore, le opere tetre, insulse e malfatte mandatele direttamente in televisione.
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Dopo aver visto ultimamente molti film che in realtà erano teatro, sit-comedy, sceneggiati, e quasi tutti, purtroppo, di una noia tombale, finalmente un' opera che è vero cinema. Un cinema che soddisfa la mente e l' occhio, raccontando la storia, che sicuramente conoscerete, con giusto ritmo, belle immagini, invenzioni registiche, bei costumi e bravi attori. Le due ore di proiezione volano, trasportati nella vita positiva di Copperfield quasi scordando che conosciamo bene la storia (però qui svolta con buon ottimismo), e finalmente dimenticando, dentro la sala, l' attuale significato negativo di positivo. Il vero cinema è soprattutto sogno, il che non vuol dire che non deve far pensare, ma, per favore, le opere tetre, insulse e malfatte mandatele direttamente in televisione.
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