woody62
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sabato 21 agosto 2021
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89 minuti persi!
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89 minuti persi. Non è un errore: il titolo è “10 minuti persi” e fa riferimento al buco di memoria del protagonista, filo conduttore della trama, incentrata su una rapina in banca finita male. Gli 89 minuti sono quelli della durata del film e per lo spettatore sono proprio persi, vista la qualità del prodotto. A metà tra l'heist movie (ma la rapina iniziale è posta in secondo piano ed è quasi un pretesto) e il film d'azione con il protagonista – Chiklis e non Willis, come si potrebbe pensare – alla disperata ricerca della soluzione e del traditore che ha ucciso suo fratello e rubato il bottino.
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89 minuti persi. Non è un errore: il titolo è “10 minuti persi” e fa riferimento al buco di memoria del protagonista, filo conduttore della trama, incentrata su una rapina in banca finita male. Gli 89 minuti sono quelli della durata del film e per lo spettatore sono proprio persi, vista la qualità del prodotto. A metà tra l'heist movie (ma la rapina iniziale è posta in secondo piano ed è quasi un pretesto) e il film d'azione con il protagonista – Chiklis e non Willis, come si potrebbe pensare – alla disperata ricerca della soluzione e del traditore che ha ucciso suo fratello e rubato il bottino. Ecco, forse il corpulento Michael, già visto nella serie “The Shield” (dove ha vinto un Emmy nel 2002), è l'unico a salvarsi nel disastro generale, proponendo un personaggio abbastanza credibile, tra sparatorie violente e colpi di scena. Discorso a parte merita Bruce Willis, con una prova attoriale ai limiti dell'imbarazzante: elemento estraneo, aggiunto in una location anonima (un open space fuori contesto, senza legami con il resto del film) dove si rapporta con gli altri personaggi grazie a lunghe e insulse telefonate. Solo nell'ultima scena incontra Chiklis, suo vecchio compagno di rapine, per un specie di happy end. La performance di Willis ricorda molto le ultime brevi e sedentarie apparizioni di un altro vecchio “action hero” sul viale del tramonto, Steven Seagal. La regia di Brian Miller, già noto per alcuni action sempre con Willis e Stallone (Reprisal, Backtrace), qui non raggiunge il minimo sindacale, lasciando che il plot si sviluppi stancamene tra un omicidio e l'altro. Ed anche il colpo di scena finale, risolvendo l'enigma dei famosi 10 minuti, con la scoperta del traditore, era comunque abbastanza prevedibile fin dalle prime scene. In ultima analisi un film inutile, prima che mal riuscito.
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felicity
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martedì 16 agosto 2022
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assai modesto action thriller
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10 Minutes Gone, ovvero l’ultimo filmetto Direct-to-Video in cui Bruce Willis compare sulla locandina promettendo un ruolo centrale, mentre in realtà la sua è una piccola partecipazione svogliata, girata in pochi giorni in un ambiente diverso da quello in cui si svolge il resto del film.
La storia si perde in più di un passaggio approssimativo, la parte heist iniziale non si sforza minimamente di essere interessante per una rapina in banca che sembra uscita da un vecchio film, disarmante nella sua semplicità – rapinatori armati/allarme/fuga, nient’altro. Così come non c’è un vero e proprio background dei protagonisti e delle relazioni che intercorrono tra loro, mentre il colpo di scena è tanto intuibile quanto implausibile.
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10 Minutes Gone, ovvero l’ultimo filmetto Direct-to-Video in cui Bruce Willis compare sulla locandina promettendo un ruolo centrale, mentre in realtà la sua è una piccola partecipazione svogliata, girata in pochi giorni in un ambiente diverso da quello in cui si svolge il resto del film.
La storia si perde in più di un passaggio approssimativo, la parte heist iniziale non si sforza minimamente di essere interessante per una rapina in banca che sembra uscita da un vecchio film, disarmante nella sua semplicità – rapinatori armati/allarme/fuga, nient’altro. Così come non c’è un vero e proprio background dei protagonisti e delle relazioni che intercorrono tra loro, mentre il colpo di scena è tanto intuibile quanto implausibile.
Willis non nasconde tutta la sua mancanza di voglia, ha l’atteggiamento di chi ha fretta di andarsene altrove, zero trasporto in ogni battuta. Quasi tutto il suo breve screentime si svolge in un’unica location (al chiuso) differente dagli altri attori, in cui si limita a parlare al telefono.
Davvero terribile.
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