rosella
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sabato 1 dicembre 2018
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Hai espresso molto bene le sensazioni che mi ha suscitato questo film. Per il resto, sebbene molte situazioni siano state scopiazzate e lo sviluppo della trama lasci qualche perplessità, non sarei stata così severa, ho visto film più noiosi
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sabato 1 dicembre 2018
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assolutamente no
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La gente abbandonava la sala dopo 20 min...fatto male, si perdeva la storia, si saltava in modo senza senso..volevano dire tanto e non hanno trasmesso nulla!
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martedì 27 novembre 2018
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mymovies inganna spesso
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Non si possono pubblicare recensioni idealizzanti di film che in qualche hanno ricevuto valutazioni discordanti tra i critici {ad esempio Blocchi 4/10, Di Martino 3/10, Sangiorgi 4/10, su Film TV) perché poi non ci si fida più di mymovies. Ho travato il film senza ritmo (neanche emotivo), lento con accelerazione finale insulsa. Mi sono sentito ingannato dalla presentazione di mymovies
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rosmersholm
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lunedì 26 novembre 2018
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bulimico
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Film dalle molte anime non sempre ben mescolate, nonostante una buona regia ed un montaggio eccezionale. Picchi di autorialità e cadute rovinose, spiegabili solo dalla bulimia della sceneggiatura che troppo pretende da se stessa.
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alesimoni
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domenica 25 novembre 2018
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viola di rabbia e di dolore
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Dopo i geniali e innovativi film precedenti, tra cui il capolavoro è Shame, Steve McQueen si cimenta in un campo finora a lui sconosciuto: il thriller con scene action e lo fa ancora una volta, alla grande. Lo stile raffinato della sua regia è presente in tutto: nei primi piani, nei dettagli, nei piano sequenza. Dirige con maestria un cast femminile d'eccezione, in cui tutte le interpreti offrono una prova all'altezza , difficile scegliere chi sia la migliore anche se Viola Davis credo viaggi sempre su un altro livello, rendendoci partecipi del suo dolore e della sua rabbia;bella scoperta Elizabeth Debicki.La tensione è sottolinenata da una colonna sonora incessante, e la sequenza dell'irruzione in casa è degna dei maestri dell'action/thriller.
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Dopo i geniali e innovativi film precedenti, tra cui il capolavoro è Shame, Steve McQueen si cimenta in un campo finora a lui sconosciuto: il thriller con scene action e lo fa ancora una volta, alla grande. Lo stile raffinato della sua regia è presente in tutto: nei primi piani, nei dettagli, nei piano sequenza. Dirige con maestria un cast femminile d'eccezione, in cui tutte le interpreti offrono una prova all'altezza , difficile scegliere chi sia la migliore anche se Viola Davis credo viaggi sempre su un altro livello, rendendoci partecipi del suo dolore e della sua rabbia;bella scoperta Elizabeth Debicki.La tensione è sottolinenata da una colonna sonora incessante, e la sequenza dell'irruzione in casa è degna dei maestri dell'action/thriller. Un neo forse lo si può trovare nell'insistere sul personaggio di Colin Farrel, poco sfaccettato e a cui invece il film dedica vari momenti, forse perché si cercava di dare un taglio molto politico alla storia. Interessanti i vari colpi di scena finali dal punto di vista della sceneggiatura, il tutto in una confezione autoriale di alto livello, vedi scena finale nel bar coi volti riflessi negli specchi, ad indicare che l'epilogo della storia, non è uguale per tutte...
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vanessa zarastro
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domenica 25 novembre 2018
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femminile ma non femminista
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“Widows - eredità criminale” è un prodotto cinematografico ben costruito e con un bel ritmo. Nel film, che si può definire un heist-movie, sono mischiati vari generi: il thriller, il gangster movie e l’action, e la storia è ispirata a una serie britannica della TV negli anni ’80, scritta da Lynda La Plante.
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“Widows - eredità criminale” è un prodotto cinematografico ben costruito e con un bel ritmo. Nel film, che si può definire un heist-movie, sono mischiati vari generi: il thriller, il gangster movie e l’action, e la storia è ispirata a una serie britannica della TV negli anni ’80, scritta da Lynda La Plante. Steve Mc Queen e la co-sceneggiatrice Gillian Flynn –già autrice de “L’amore bugiardo - Gone Girl” di David Fincher del 2014 – hanno spostato la location da Londra a Chicago. Sullo sfondo, ci sono le imminenti elezioni per i consiglieri comunali del XVIII distretto. A competere sono Jack Mulligan (Colin Farrell), figlio del decano Tom (Robert Duvall), in carica da sempre e ora costretto a farsi da parte per un infarto, e Jamal Manning un nero colluso con le gang locali (Brian Tyree Henry).
Nella prima parte, dopo l’uccisione dei gangster colti nel bel mezzo di una rapina, il regista Steve Mc Queen inquadra la vita delle rispettive vedove rimaste sole e senza soldi. Per di più sembrerebbe che il capo Harry Rawlings (Liam Neeson) avesse un grosso debito con Jamal Manning, che rivendica un paio di milioni di euro nei confronti della moglie Veronica (Viola Davis), andati in fumo nell’esplosione che ha messo fine alla vita al marito. Infatti la più disperata, ma anche la più coraggiosa delle vedove, è proprio lei, Veronica Rawlings, che trova una preziosissima agenda di appunti del marito, in cui sono annotati con meticolosità tutti i dettagli di ogni rapina fatta o da fare. Pertanto le viene in mente di sostituirsi a lui, di portare avanti il colpo coinvolgendo anche le altri mogli, Alice e Linda. Per saldare il debito con il candidato malavitoso le quattro donne decidono di realizzare il colpo pianificato dal defunto capo della banda. Un paio di settimane per decidere, meno di una settimana per allenarsi. Comprano le pistole e un vecchio furgone, ingaggiano Belle, una tosta baby-sitter e parrucchiera tutto fare, come autista. Vanno a sparare al poligono di tiro, si allenano alla corsa e al sollevamento dei pesi e in quattro rapinano l’appartamento di Jack Mulligan, l’aspirante consigliere comunale sotto elezioni. Non voglio raccontare di più per non fare spoiler e non togliere al film quella serie di trovate che, con flashback e scene immaginate, arricchiscono il racconto.
Il film non ha nulla di femminista, anzi nel suo empowerment, ricalca perfettamente l’essere maschili delle donne animate da una rabbia sociale e così diverse tra loro: una di origini polacche, l’altra sudamericana e due afroamericane ma di classi sociali opposte. Le quattro donne devono imparare a stare insieme e a fare squadra, a dispetto delle loro differenze e divergenze, perché lì fuori c’è un nemico comune contro il quale fare fronte.
Il film mi ha ricordato, con le debite eccezioni, il recente “Ocean’8” di Gary Ross, una storica di una rapina organizzata da donne con lo spirito di rivalsa, con una struttura analoga nella preparazione del colpo, nel coinvolgimento progressivo delle varie persone e nella descrizione delle individualità femminili; ma mentre lì c’era il glamour, il lusso, la ricchezza, qui in “Widows - eredità criminale” ci sono le differenze sociali, la politica, il razzismo, la religione, il lutto.Il film ha un cast d’eccezione in particolare due donne. Viola Davis ha vinto l’Oscar 2017 come migliore attrice non protagonista in “Barriere” e Michelle Rodriguez interprete, già con le pistole, di una trans nonostante sé, in “Nemesi” di Walter Hill del 2016. Chicago è filmata molto bene, e sono messe in evidenza le differenze del tessuto urbano (e sociale): il XVIII distretto è rappresentato come un “non luogo” con magazzini squallidi e chiese sconsacrate adibite a riunioni, mentre lo scintillante CBD (Central Business District) qua e là dona alla storia un maestoso background.
25.11.2018
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domenica 25 novembre 2018
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assolutamente no !
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venerdì 23 novembre 2018
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domanda
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Né commento né recensione, non amavo questo McQueen - venerando l'altro... - Widows, come avete ben scritto, è invece ottimo e lo avete illustrato assai bene. Ma siccome scrivo per mestiere e per fortunata passione (Repubblica, da 30 anni) da tutta la vita (prima su Avanti, Nazione, Torreno, Cult Movie etc etc), vi mando queste righette per chiedere: ma perché avete deciso di omettere dal cast di Widows un come sempre colossale Robert Duvall e un Liam Neeson, come sempre invece stoccafissato e wallpaperizzato che non sa esser nulla nemmeno quando dovrebbe incarnare un cattivo talmente tale da esser abbastanza per aiutare chiunque ad interpretarlo nei limiti della decenza? Cmq sia, son due nomi importanti e nel vostro cast non figurano.
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Né commento né recensione, non amavo questo McQueen - venerando l'altro... - Widows, come avete ben scritto, è invece ottimo e lo avete illustrato assai bene. Ma siccome scrivo per mestiere e per fortunata passione (Repubblica, da 30 anni) da tutta la vita (prima su Avanti, Nazione, Torreno, Cult Movie etc etc), vi mando queste righette per chiedere: ma perché avete deciso di omettere dal cast di Widows un come sempre colossale Robert Duvall e un Liam Neeson, come sempre invece stoccafissato e wallpaperizzato che non sa esser nulla nemmeno quando dovrebbe incarnare un cattivo talmente tale da esser abbastanza per aiutare chiunque ad interpretarlo nei limiti della decenza? Cmq sia, son due nomi importanti e nel vostro cast non figurano... buon tutto, Paolo Russo
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flyanto
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mercoledì 21 novembre 2018
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tre donne, anzi quattro, alla riscossa
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Già dal titolo, “Widows – Eredità Criminale”, si intuisce che ciò che ereditano le tre donne protagoniste dell’ultimo film del regista Steve Mc Queen non è tanto un qualcosa legato ad un ricco bottino bensì un’azione che nulla ha di legale. Ed, infatti, le tre donne in questione sono le vedove di altrettanti criminali che, nel corso di una grossa rapina andata a male, rimangono inaspettatamente uccisi dalla banda a loro contraria guidata da un gangster nero, violento e colluso con alcuni esponenti politici della città per la sua ascesa personale in tale campo. Questi, infatti, al fine di recuperare l’ingente somma di denaro che i defunti mariti delle donne gli hanno sottratto e che sono anche andati bruciati nello scontro a fuoco, si reca, subito dopo il funerale, dalla compagna del capo banda, minacciandola di morte.
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Già dal titolo, “Widows – Eredità Criminale”, si intuisce che ciò che ereditano le tre donne protagoniste dell’ultimo film del regista Steve Mc Queen non è tanto un qualcosa legato ad un ricco bottino bensì un’azione che nulla ha di legale. Ed, infatti, le tre donne in questione sono le vedove di altrettanti criminali che, nel corso di una grossa rapina andata a male, rimangono inaspettatamente uccisi dalla banda a loro contraria guidata da un gangster nero, violento e colluso con alcuni esponenti politici della città per la sua ascesa personale in tale campo. Questi, infatti, al fine di recuperare l’ingente somma di denaro che i defunti mariti delle donne gli hanno sottratto e che sono anche andati bruciati nello scontro a fuoco, si reca, subito dopo il funerale, dalla compagna del capo banda, minacciandola di morte. La donna, dal momento che non possiede alcunché in denaro, scopre di essere però in possesso degli appunti del consorte concernenti la programmazione di un prossimo grosso furto, cosicché decide di attuarlo al fine di raccogliere la somma richiestale e di coinvolgere in esso, contattandole, anche le altre due vedove con cui poi spartirsi la rimanenza. Nel corso dei difficili preparativi per il colpo, non mancheranno ovviamente numerosi imprevisti e vari accadimenti che renderanno l’azione sempre più pericolosa ma, nonostante ciò, tutto alla fine si risolverà nei migliori dei modi.
“Widows – Eredità Criminale” è senza alcun dubbio ben girato, con un ritmo cadenzato ed incalzante che lo rende avvincente e piacevole allo stesso tempo, grazie anche ai numerosi colpi di scena. Essendo ambientato nel mondo del crimine, le scene di violenza costituiscono un elemento determinante e preponderante ma esse non risultano mai fuori luogo e sopportabili alla vista e se la pellicola non risulta del tutto originale nel suo contesto, perché altre pellicole in precedenza hanno trattato il tema della criminalità dal punto di vista femminile (si pensi, ad esempio, al recentissimo Ocean’s eight), “Widows” presenta in definita il riscatto di tre donne che, lasciate sole ed abbandonate a se stesse alla morte improvvisa dei loro compagni, piano piano ed attraverso la reciproca conoscenza e susseguente solidarietà (del tutto assente all’inizio della loro impresa) si risollevano, vendicandosi anche della violenza loro minacciata e dei torti subiti da parte degli uomini, mariti o meno che siano. Dal punto di vista realistico la storia ovviamente è poco credibile o, per lo meno, un poco assurdo nel suo svolgersi, ma ciò importa poco perché funge solo da pretesto ed il regista Mc Queen ancora una volta dimostra di essere altamente capace a fare cinema, consegnando ancora una volta un prodotto di qualità.
Consigliabile.
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stefano
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martedì 20 novembre 2018
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una promessa tradita
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È un film che non mi ha convinto sotto tanti aspetti. 1) manca alchimia tra Viola Davis e Liam Neeson. Le scene di intimità sono frigide e vuote di passione. 2) È un film prolisso. Ok i primi venti minuti e gli ultimi quaranta, nel centro ci sono dei continui cambi di prospettive che, oltre al fatto che rendono lento il film, aprono tanti focus che fanno perdere la centralità della trama. 3) Sul filone del secondo punto, noto delle scene senza senso. La Rodriguez che và a casa del vedovo per capire dove si trova quella camera blindata e ci pomicia focosamente!? Per inciso: c è più passione lì che tra i due del punto uno. Oppure la morte di Faluuya? Assassino crudele morto per un tamponamento.
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È un film che non mi ha convinto sotto tanti aspetti. 1) manca alchimia tra Viola Davis e Liam Neeson. Le scene di intimità sono frigide e vuote di passione. 2) È un film prolisso. Ok i primi venti minuti e gli ultimi quaranta, nel centro ci sono dei continui cambi di prospettive che, oltre al fatto che rendono lento il film, aprono tanti focus che fanno perdere la centralità della trama. 3) Sul filone del secondo punto, noto delle scene senza senso. La Rodriguez che và a casa del vedovo per capire dove si trova quella camera blindata e ci pomicia focosamente!? Per inciso: c è più passione lì che tra i due del punto uno. Oppure la morte di Faluuya? Assassino crudele morto per un tamponamento... 4) questi continui flashback aprono tanti fronti ma, alla fine dei conti, non chiariscono alcuni punti o sviluppano dei filoni che andavano chiariti. Per il primo: il rapporto tra il furto ai Manning e la coppia Colin Farrel-Neeson. per il secondo: Colin Farrel-Duvall ( il dramma del Rapporto tra Padre/Figlio meritava uno sviluppo) ed il dramma della perdita del Figlio tra Viola e Liam (chiarendo con un prima e post evento, forse Sarebbe stato più efficace).
5) Ultimo punto sul film: il film risulta lento (un paio di volte sono stato tentato di andarmene) ed il colpo di scena del ritorno di Neeson non basta a salvarlo. Quelle inquadrate sui particolari, usate al fine di renderlo drammatico, lo rendono pesante. Si passa dal Noir al kitsch in un attimo.
Riflessione in generale: dopo avere visto il film, ho letto qualcosa. Mi girano perché il valore del film lo fanno ricadere più sul senso affibbiato... Un film di critica a Trump ed il trionfo del Femminismo! Alla fine dei conti pochi attori ne escono bene in tale film. Salvo solamente Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo.
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