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Più che un film di fantascienza è un fantasy adolescenziale, con un soggetto visto e rivisto che prende spunto da Chronicle e soprattutto dalla saga di Harry Potter, imbastito su una trama banale quanto illogica, un plot dal sapore antico e favolistico, ispirato da un romanticismo ottocentesco, ridotto bignamescamente ad uso e consumo dei moderni teenagers e calato a forza in una realtà distopica e futuristica che somiglia a quella di Hunger Games.
La produzione di quest’opera è tutta al femminile. La storia è tratta da un romanzo di Alexandra Bracken,trasposto cinematograficamente dalla regista Jennifer Yuh Nelson, interpretato da Amandla Stenberg, nel ruolo di protagonista assoluta. Il sentimentalismo prevale ben presto sulla spettacolarità dell’azione e la storiella d’amore da romanzetto rosa fa naufragare ben presto la pellicola in un mare di noia.
La giovane eroina salvata dal principe azzurro utilizza su di lui lo stesso potere magico di Hermione in Harry Potter e i doni della morte, così come ha già fatto con i genitori, e sacrifica sé stessa per non far soffrire il suo amato, che partirà alla ventura per un prevedibile ritorno in quello che si prospetta come un seguito nell’ennesima saga di adolescenti fantastici generati da adulti privi di fantasia.
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