Un affare di famiglia

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Un film di Kore'eda Hirokazu. Con Lily Franky, Sakura Andô, Mayu Matsuoka, Kirin Kiki, Jyo Kairi.
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Titolo originale Shoplifters. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 121 min. - Giappone 2018. - Bim Distribuzione uscita giovedì 13 settembre 2018. MYMONETRO Un affare di famiglia * * * * - valutazione media: 4,14 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
8e1/2 giovedì 1 novembre 2018
ottimo film Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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Una certa insistenza del regista (anche sceneggiatore) nel disorentiare lo spettatore alla lunga toglie un po' di emotività e di anima al film che però è costellato di 3-4 sequenze di grande cinema. I quattro attori che interpretano gli "adulti" del nucleo familiare attorno cui ruota la vicenda formano un ensemble attoriale davvero convincente, così come i due bambini che risultano sempre "intonati" e "in parte" (probabilmente anche grazie alla direzione di Kore'eda).  Non un capolavoro, ma un ottimo film!

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zarar giovedì 1 novembre 2018
la famiglia impossibile Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Il film è un apologo dolce-amaro costruito sul sogno di una famiglia semplice e umana, libera e trasgressiva, spontaneamente affettuosa e protettiva, con i tempi e i ritmi di un mondo altro. Il contesto più largo è il Giappone, quello più stretto una strana famiglia raccogliticcia che si è formata per aggregazione spontanea, fatta di reietti provenienti da drammi diversi: lui Osamu, lei Nobuyo, due operai che hanno alle spalle l’omicidio del marito di lei che li ha sorpresi insieme; la ragazza Aki di incerta origine, che si esibisce in un locale porno; la nonna Hatsue, dolce, ma tutt’altro che svanita, che campa sulla pensione del marito e sui rimorsi di chi un tempo l’ha cacciata; Shota, un bambino abbandonato raccolto anni prima in un parcheggio, ultima arrivata la bimba Juri (rinominata Lin) portata a casa perché trovata sola, affamata e palesemente infelice in una sera buia e fredda. [+]

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michelino martedì 16 ottobre 2018
michelino va al cinema Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
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 Bello...molto bello,

ha vinto Cannes ma secondo me è più un film da oscar.
Questa mia considerazione non è per niente un complimento.
Infatti tutti i precedenti film di Kore'eda sono molto migliori
dei classici film da oscar.
Un affare di famiglia sembra un passo in avanti del suo
cinema (che qui si fa più corale) ma in realtà è anche una
strizzatina d'occhio al grande pubblico...un film tra virgolette
'più facile ' di altri suoi quasi capolavori.
Comunque che dire?...avercene di cinema così!

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giorgio47 sabato 13 ottobre 2018
una visione senza retorica Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Un film piacevole e molto bello che affronta con intelligenza, tatto e senza indulgenze il problema della famiglia. Argomento molto di moda ma trattato sempre con stereotipi o con preconcetti e senza mai andare a fondo dell’argomento e dei problemi che esistono.
Il film si svolge in due parti ben distinte la prima dove si da una immagine di una famiglia affiatata e comprensiva, anche se anomala e complessa, per poi nella seconda parte far cadere molti degli aspetti più gratificanti lasciando emergere interessi e ipocrisie. Nonostante ciò alla fine l’unica vera nota del tutto negativa viene dall’unica famiglia “vera”. Insomma una spietata analisi che spazza via tanti luoghi comuni e che evidenzia come la procreazione fisiologica all’interno di una coppia non renda di fatto questa una famiglia o quanto meno una famiglia felice. [+]

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kimkiduk martedì 2 ottobre 2018
forse la palma d'oro è anche troppo Valutazione 3 stelle su cinque
55%
No
45%

Beh vai a vedere un film quotatissimo, valutato molto, vincitore della Palma d'Oro, non dico ti aspetti un capolavoro ma un bellissimo film si.
Direi rimasto abbastanza deluso.
La storia è piatta e la società descritta anche.
Non ho trovato la cattiveria di un Kim Ki Duk o Miike nè l'eleganza di Kar Wai, tanto per restare nell'estremo oriente o la classe di Kurosawa e Ozu oper restare in Giappone.
La banalità della società, che fa passare per cattivi chi non sarebbe e far capire che i veri genitori sono quelli che ti vogliono bene, in fin dei conti scivola via quasi con ironia e mi aspettavo un certo verismo e realismo. [+]

[+] forse la palma d'ora è pure poco. (di marmo)
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stefanocapasso domenica 30 settembre 2018
solitudine e famiglia Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

In una piccola baracca vive una comunità eterogenea composta da quelli che appaiono essere mebri di una famiglia tradizionale: genitori, figli, nonna. Vivono arrangiandosi come possono, e un giorno trovano in strada una bambina che accolgono nella loro famiglia. Poco a poco si scoprirà che nessuno dei componenti è legato da vincoli sanguigni.
Kore'eda Hirokazu mette in scena un film molto bello che affronta temi importanti con grande delicatezza. La sceneggiatura si sviluppa pian piano, facendo emergere punti importanti mentre la storia sembra viaggiare su un binario di staticità. Ma proprio questo racconto sottotraccia finisce per coinvolgere in modo deciso. [+]

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minnie sabato 29 settembre 2018
lo sguardo di shota Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

"I bambini ci guardano" e ci giudicano, anche se apparentemente agiamo bene; ma Shota, l'undicenne dallo sguardo intensissimo, mi pare il vero perno di questo film di Kore-Eda che analizza con sguardo anche freddo, quasi da entomologo, una famiglia percorsa da interessi diversi, come accade in ogni nucleo familiare, eppure, al di là dei veri legami di parentela, tenuta insieme da un certo affetto (specie della nonna). Mi è piaciuto subito il caos di quella casetta immersa nel verde, a contrasto con il balcone desolato in cui vive sola la piccola adottata come fosse un cane randagio abbandonato e così non è, perché una vera famiglia ce l'ha, anche se la trascura e la picchia addirittura. [+]

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fabio venerdì 28 settembre 2018
una riflessione delicata sulla famiglia e non solo Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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La Palma d'Oro è andata a questo film e questo certo ingenera aspettative. Sono uscito perplesso ma dichiaro subito che il film mi è piaciuto. Le perplessità riguardano solo l'andamento un po' lento e certe ripetizioni che si potevano tagliare; insomma, il film è di 2 ore "stiracchiate" ma non arriva ad annoiare.
Al contrario, il racconto va' meditato bene e lasciato "decantare" per scoprirne la bellezza che a primo assaggio può sfuggire.
Avremmo bisogno di questi film e di registi sensibili e capaci per capire di più il Giappone ma anche per riflettere su noi stessi.
Cosa significa famiglia? Che vuol dire essere padre o madre o fratello? C'è solo una comunità di mutuo sostegno nei bisogni materiali, una specie di cooperativa, o c'è altro?
L'essere umano ha una sua bellezza: così sembra volerci dire il regista. [+]

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maramaldo martedì 25 settembre 2018
ma ci sono davvero giapponesi così? Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Quell'Osamu Shibata (un frizzante e scettico Lily Frank)... Per pigrizia abbandona di notte accanto al lampione il sacchetto della "differenziata". Come uno di noi. Inutile negarlo, simpatico. Cuor d'oro, affettuoso, bisognoso d'affetto. Estremista quanto e più di Proudhon (La proprietà è un furto!). Le cose - spiega - non appartengono a nessuno fino  a quando qualcuno se le prende: bisogna imparare a farlo. Non è lui il protagonista.
Vispo e furbetto come un piccolo eroe dei manga il ragazzino, singolarmente espressivo nella galleria di volti per lo più simili, dice tutto con gli occhi. Recalcitra all'idea di chiamare papà uno che non lo ha generato e di trattare da sorella una nata chissà dove. [+]

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vincenzoambriola domenica 23 settembre 2018
scene di interno giapponese Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

Una metropoli giapponese, forse Tokyo, ma non importa tanto non sapremmo riconoscerne una da un'altra. Una piccola casa giapponese, molto diversa dalle nostre, ambienti piccoli, niente tavoli o letti, tutto è precario, mobile, trasformabile. Una famiglia giapponese, anche questa diversa dalle nostre. Prima di tutto c'è una donna anziana, la nonna, che tutti rispettano e omaggiano, rara attitudine oramai. Poi una coppia di sposi, strani, non si sfiorano e sembrano fratello e sorella. Un'altra giovane donna, la nipote, che venera la nonna e che scopriamo lavorare in un peep shop, uno di quei posti dove vai a guardare donne o uomini che si spogliano e si toccano, senza essere visti. [+]

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