Un affare di famiglia

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Un film di Kore'eda Hirokazu. Con Lily Franky, Sakura Andô, Mayu Matsuoka, Kirin Kiki, Jyo Kairi.
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Titolo originale Shoplifters. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 121 min. - Giappone 2018. - Bim Distribuzione uscita giovedì 13 settembre 2018. MYMONETRO Un affare di famiglia * * * * - valutazione media: 4,14 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
vincenzoambriola domenica 23 settembre 2018
scene di interno giapponese Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

Una metropoli giapponese, forse Tokyo, ma non importa tanto non sapremmo riconoscerne una da un'altra. Una piccola casa giapponese, molto diversa dalle nostre, ambienti piccoli, niente tavoli o letti, tutto è precario, mobile, trasformabile. Una famiglia giapponese, anche questa diversa dalle nostre. Prima di tutto c'è una donna anziana, la nonna, che tutti rispettano e omaggiano, rara attitudine oramai. Poi una coppia di sposi, strani, non si sfiorano e sembrano fratello e sorella. Un'altra giovane donna, la nipote, che venera la nonna e che scopriamo lavorare in un peep shop, uno di quei posti dove vai a guardare donne o uomini che si spogliano e si toccano, senza essere visti. [+]

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mauro.t sabato 22 settembre 2018
famiglia e' dove c'e' amore Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
38%

In un minuscolo appartamento giapponese vive una piccola comunità di persone legate da rapporti di parentela, che si chiariranno solo alla fine, svelando un passato criminale. Osamu, il padre di famiglia, è operaio edile a cottimo. Anche la sua compagna  Nobuyo è operaia e perderà il posto in un drammatico scontro a eliminazione diretta con una collega. La nonna Hatsue vive di una pensione non certo legale. La giovane Aky fa lavori particolari in un locale a luci rosse. Il papà arrotonda come taccheggiatore e insegna i rudimenti dell’arte al bambino Shota. Una sera si portano a casa una bambina piccola (Yuri), che vedono sola e abbandonata: di fatto un rapimento. [+]

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angeloumana sabato 22 settembre 2018
il sociale e il privato, il giusto e lo sbagliato Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

 Se la famiglia è il posto peggiore dove nascere – che è plausibile e per giunta pare lo abbia detto Sigmund Freud – questa “sfortuna” iniziale può venire emendata: i membri pian piano vanno a comporre una famiglia diversa, non più facendo parte di quella originale, per i motivi più svariati, interesse, affezione che si crea, bisogno di cibo e calore. Un affare di famiglia ne propone una di sei membri, che vivono in povertà in un ambiente suburbano del grande e operoso Giappone: c'è una nonna che con la sua pensione (di reversibilità) sfama gli altri, un papà comprensivo che col lavoro precario si arrangia e che ai ragazzi può insegnare a rubare nei negozi, Non avevo altro da insegnare dirà, una mamma amorevole, la sua giovane sorella che lavora in un locale per soli uomini, un ragazzino il quale sa che i bambini che non possono studiare a casa allora vanno a scuola ed una trovatella di 5 anni, ultimo arrivo, che tutti prendono a benvolere. [+]

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flyanto mercoledì 19 settembre 2018
quale famiglia risulta migliore? Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

 Premiato l’anno scorso all’ultimo Festival del Cinema a Cannes, “Un affare di Famiglia” di  Kore’da Hirokazu esce finalmente nelle sale cinematografiche italiane presentando ancora una volta, come è consuetudine di questo regista giapponese, una storia strettamente familiare.
La famiglia protagonista è composta da un’anziana nonna sulla quale, in pratica, si basa tutto il suo sostentamento economico, da un padre operaio che trascorre parte delle proprie giornate a compiere dei furti al fine di procurarsi il necessario e non, insegnando, nel frattempo, al figlioletto la stessa ‘pratica’, da una madre molto più giovane che lavora in una lavanderia da dove poi viene licenziata, e da una giovane ragazza di circa 18 anni che, nel tempo libero o quando non si reca a scuola, si prostituisce in una sorta di locale a luci rosse. [+]

[+] una dolente riflessione umanista sul presente (di antoniomontefalcone)
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goldy mercoledì 19 settembre 2018
il cinema è anche spettacolo Valutazione 0 stelle su cinque
55%
No
45%

E’ condizione  sufficiente che un film sia ben fatto perché  sia amato e apprezzato?  Dubito. Se  non coinvolge, non emoziona, non suscita riflessioni  innovative la bravura registica lascia un po’ il tempo che trova. Il film  ha ottenuto La Palma d’Oro a Cannes perché  i giurati  specializzati  sanno apprezzano aspetti estetici e  equilibri narrativi un po’ fini   a se stessi. Altri sono  le pulsioni  di chi va al cinema per  godere anche di uno spettacolo.
La tematica affrontata  mi pare molto lontana dal nostro sentire. Il concetto di famiglia naturale  come  unico nucleo  capace di offrire affettività e valori ha superato la soglia   del sospetto e della diffidenza e la famiglia oggi è quanto di più variegato si possa immaginare. [+]

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cardclau martedì 18 settembre 2018
povertà e miseria non sono sinonimi Valutazione 5 stelle su cinque
32%
No
68%

Un altro film di Kore'eda Hirokazu. La storia raccontata ruota sulla
fortissima interazione e interdipendenza di diversi personaggi : Osamu
Shibata e Nobuyo Shibata, genitori apprendisti, ma non biologici; Nobuyo
Shibata, una figlia tenera che ha imparato dai genitori l’accoglienza;
Hatsue Shibata, la nonna, la cui funzione di collante per tutta la
“famiglia” è formidabile; Shota Shibata e Juri, rispettivamente un
fanciullo e una piccola bambina, senza famiglia. Siamo nella campo di
film di eccezionale spessore, dove, pur nella diuturna difficoltà della
vita, sempre difficile, impegnativa, a volte terribile, puzzolente,
perfino schiacciante, che richiede aggiustamenti ed adattamenti senza
posa, emerge un essere umano, povero sì, ma non assolutamente immiserito
fisicamente e spiritualmente. [+]

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flaw54 lunedì 17 settembre 2018
non riesco a capire tutto questo entusiasmo Valutazione 1 stelle su cinque
33%
No
67%

Film decisamente brutto con un montaggio dilettantesco e recitazione da parte degli adulti che talvolta sfiora il ridicolo. Una noia mortale. I film italiani giustamente discussi per la loro monotonia e ripetitivitá al confronto sono di una vivacità enorme. Proprio non riesco a capire l'entusiasmo suscitato da quest'opera. Va bene l'analisi della famiglia e della società giapponese, tutto quello che volete, ma un po' di brillantezza sarebbe necessaria. Due ore sprecate

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freerider lunedì 17 settembre 2018
variazioni seriali sul tema famiglia Valutazione 2 stelle su cinque
53%
No
47%

La Palma d’Oro non deve necessariamente essere un capolavoro, idealmente dovrebbe essere “solo” il migliore tra i film in concorso e in questo caso, nell’impossibilità di vedere tutti gli altri titoli candidati, il primato relativo conquistato dal film di Kore-eda mi fa pensare a un’edizione festivaliera senza troppi contendenti temibili. Inutile girarci intorno, Affari di famiglia non mi ha conquistato e, pur riconoscendo al regista giapponese sensibilità e mestiere, non posso negare di averlo vissuto in modo molto distaccato. Certo è un film di buoni sentimenti, con una bimbetta adorabile e una morale tanto semplice (i legami più profondi non sono necessariamente quelli di sangue) quanto inconfutabile, insomma un messaggio ricevibile senza difficoltà né sconvolgimenti interiori, nuovo forse solo per la tradizionalista società giapponese. [+]

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loland10 lunedì 17 settembre 2018
miserie di un 'gruppo familiare' Valutazione 3 stelle su cinque
87%
No
13%

Un affare di famiglia” (Manbiki kazoku, 2018) è il diciannovesimo lungometraggio del regista di Tokyo Hirokazu Kore'da.
            Le essenze dei luoghi, gli incroci tra le persone, il vivere inerme, lo studio di ripresa di un gruppo. La famiglia come indagine di vita o meglio il silenzio tra persone conviventi: una famiglia che tale non è. Il titolo del film parla dì ‘taccheggiatori’, una strada per vivere la giornata.
            Le aspettative, inutile negarle, erano tante prima di entrare in sala. [+]

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maurizio.meres lunedì 17 settembre 2018
intenso,profondo e vero,un film di grande spessore Valutazione 5 stelle su cinque
94%
No
6%

Senza dubbio un film di grande valore,ambientato in una periferia degradata di una metropoli Giapponese,anche se non viene menzionata si tratta di Tokyo,lo scorrere della vita quotidiana di un gruppo di persone ai margini della vita sociale che con espedienti non proprio onesti cerca di vivere.
Questa famiglia,e qui il regista impone allo spettatore la domanda sulla creazione di un nucleo famigliare,si può scegliere,in questo caso creatasi dalla disperazione,in un paese così detto civile dove questo tipo di emarginazione fa diventare le persone solo ombre che girano nel vuoto della loro solitudine e il mangiare in continuazione diventa quasi l'unico scopo di vita,ma in ognuno di loro esce la parte più pura dell'anima in un sentimentalismo di pietà reciproca solo per dare ad ognuno un segnale di esistenza. [+]

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