Roberto Nepoti
La Repubblica
Opera seconda di Laura Luchetti, un piccolo film italiano nomade che ha viaggiato per molti Festival (Toronto, Londra, Roma, Parigi) prima di arrivare sui nostri schemi. Protagonisti due giovanissimi: Basim, immigrato clandestino ivoriano, e Anna, perseguitata dall'uomo che ha ucciso suo padre. S'incontrano quando Basim difende Anna dai suoi molestatori; poi ha inizio un viaggio errabondo per le campagne, fatto di silenzi (la ragazza non parla: le sue vicende ci vengono mostrate in flashback), ma anche di timide tenerezze. Come interpreti Luchetti ha voluto attori "spontanei", non professionisti, a cominciare da Kallil Kone (Basim), proveniente da un centro d'accoglienza e scelto tra molti. Inoltre, la regista ha costruito le situazioni di fiction su esperienze reali raccolte personalmente. Da tutto ciò ha tratto un'operina apprezzabile e sincera; che, però, soffre di una sorta di doppia personalità. Da una parte c'è una sommessa storia d'amore tra due creature alla deriva, compiuta e convincente. Dall'altra, la linea narrativa del rapitore di Anna, che va alla ricerca della ragazza introducendo un elemento thriller più convenzionale e prevedibile.
Da La Repubblica, 13 giugno 2019
di Roberto Nepoti, 13 giugno 2019