Tre manifesti a Ebbing, Missouri |
||||||||||||||
Un film di Martin McDonagh.
Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish.
continua»
Titolo originale Three Billboards Outside Ebbing, Missouri.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 115 min.
- USA, Gran Bretagna 2017.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 11 gennaio 2018.
MYMONETRO
Tre manifesti a Ebbing, Missouri
valutazione media:
3,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
TRE PERSONAGGI IN CERCA D'AUTOREdi carloalbertoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 19 marzo 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
McDormand, la madre, Harrelson, lo sceriffo, Rockwell, l’agente, un trio di attori drammatici che stupisce per bravura e rende la pellicola interessante nonostante la sceneggiatura, dalla costruzione esile, poco convincente e a tratti surreale e uno script ovvio e spesso banale, che lascia spazio, proprio per questo, a una meravigliosa prova attoriale. Il modo di raccontare riflette la propensione alla regia teatrale dell’autore, Martin McDonagh, e così la finzione letteraria dei personaggi ha il sopravvento, nella trama intessuta dal vissuto dei tre protagonisti, sul contenuto visivo, che si approssima, invece, realisticamente alla vita di un qualsiasi paesino della provincia americana. Tre storie si intrecciano: una famiglia allo sbando, come tante, in un’America ancora contadina con atmosfere da vecchio west, la madre, eroina dura e irriverente, in cerca di giustizia a tutti i costi per la figlia assassinata ed il figlio superstite che vorrebbe nonostante tutto la normalità, lo sceriffo malato terminale che accarezza moglie e cavalli e scrive lettere testamento-guida prima di morire suicida, l’agente di polizia col complesso edipico ottuso e violento ma in fondo buono e ansioso di riscatto. Sullo sfondo: i tre manifesti nella strada di campagna, una pletora di comparse dalla caratterizzazione appena accennata, la tv del dolore che irrompe, la violenza fine a se stessa, qualche scena grottesca che suscita il riso. Nel finale il fucile riposto nel portabagagli dell’auto trasmette il senso di impotenza per un’impossibile quanto inutile vendetta e lascia nello spettatore un senso di vuoto. E’ un vuoto voluto? Forse. Quel che è certo è che personaggi così magnificamente resi vivi avrebbero ben potuto rappresentare, con gli stessi effetti drammatici e toni più alti, una storia diversa, più verosimile, per alzare il velo, almeno in parte, su quella chimera ineffabile che è la società americana nella sua versione country.
[+] lascia un commento a carloalberto »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di carloalberto:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||