jonnylogan
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mercoledì 9 giugno 2021
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non si accettano raccomandazioni
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Matteo Achilli, ovvero Andrea Arcangeli, l’attuale Divin Codino protagonista della pellicola omonima di Netflix, fra una carriera agonistica nel mondo del nuoto e una Laurea alla Bocconi, ovvero l’Università più prestigiosa della penisola, ha alcuni dubbi immediatamente fugati da alcune certezze ovvero, quello che gli è stato impedito per nepotismo, il suo posto nella squadra di nuoto del liceo è stato assegnato per un semplice favore, può riprenderselo attraverso un’idea che per le nostre latitudini ha dell’incredibile: riuscire a valutare una persona per i propri meriti, titoli di studio, curriculum e in totale assenza di raccomandazioni, il tutto shakerato e restituito sotto forma di una valutazione per questo oggettiva e non viziata da fattori esterni.
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Matteo Achilli, ovvero Andrea Arcangeli, l’attuale Divin Codino protagonista della pellicola omonima di Netflix, fra una carriera agonistica nel mondo del nuoto e una Laurea alla Bocconi, ovvero l’Università più prestigiosa della penisola, ha alcuni dubbi immediatamente fugati da alcune certezze ovvero, quello che gli è stato impedito per nepotismo, il suo posto nella squadra di nuoto del liceo è stato assegnato per un semplice favore, può riprenderselo attraverso un’idea che per le nostre latitudini ha dell’incredibile: riuscire a valutare una persona per i propri meriti, titoli di studio, curriculum e in totale assenza di raccomandazioni, il tutto shakerato e restituito sotto forma di una valutazione per questo oggettiva e non viziata da fattori esterni. Questa l’idea alla base di Egomnia, app per cellulari e società creata a soli diciannove anni dallo stesso Achilli e che il regista Alessandro D’Alatri, passato da molti anni dietro la macchina da presa, dopo una carriera iniziata come attore, ci narra grazie all’aiuto dello stesso Achilli, del cosceneggiatore Francesco Arlanch e del soggettista Saverio D’Ercole, spacciandola per una rivoluzione di costume ma omettendo che nella realtà il sito e la app a lui collegata, non hanno in realtà prodotto i risultati sperati. Ciò nonostante il Matteo Achilli dipinto sullo schermo da Arcangeli e aiutato da un padre disoccupato che necessita di un’idea come quella di Egomnia, per sperare in un futuro più roseo, e impersonato da Massimiliano Gallo, avvince facendosi prima apprezzare e poi disprezzare per la sua sete di arrivismo e la voglia di emergere esattamente come in una gara della sua disciplina sportiva preferita, il nuoto. Al fianco di Arcangeli si muove un ottimo cast costituito da Matilde Gioli, nel ruolo di una studentessa milanese capace di aprire a Matteo quelle porte necessarie per ‘svoltare’, Matteo Vignati nel ruolo dell’amico milanese e compagno di stanza con loro Matteo Leoni e Luca Di Giovanni nel ruolo dell’amico ingegnere sfruttato e con il quale Matteo stringe un’amicizia fraterna.
Girato fra Corviale e Milano in poco tempo e con pochi mezzi, la pellicola di D’Alatri non deve essere confusa con una versione tricolore di The Social Network, in tal caso non si parla di idee trafugate e miliardi guadagnati, ma semmai di come non ci si debba arrendere di fronte a una difficoltà, di come certe amicizie possano essere salvate anche se a fatica e di come le nuove generazioni siano capaci di approcciarsi ai propri sogni.
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giovedì 29 novembre 2018
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siamo sicuri che sia un modello da ammirare?
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Arrabbiato per una gara di nuoto mancata a causa di una raccomandazione a favore di un suo compagno di nuoto, ecco che il protagonista inizia il suo discorso davanti al pubblico formato dagli studenti della Bocconi per spiegare quale sia l'intenzione della sua startup: creare una nuova piattaforma sociale grazie alla quale si possa calcolare oggettivamente il merito di ogni persona in base a capacità scolastiche, esperienze e, come dice proprio nel film, "in base anche alla scuola frequentata perché, ovviamente, essere alla Bocconi farà la differenza rispetto ad essere in una qualsiasi altra università". Ma siamo sicuri che sia questo un modello da seguire ed ammirare? Era necessario mettere in bocca al protagonista una frase del genere? Non si tratta di raccomandazione anche pagare una ingente cifra di denaro per entrare alla Bocconi sapendo che solamente il nome della scuola faciliterà la nostra carriera? Intendiamoci: alla Bocconi ci saranno persone ricche che hanno voglia di studiare; persone ricche che non hanno voglia di studiare; persone meno ricche che hanno voglia di studiare e persone meno ricche che non ne hanno voglia.
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Arrabbiato per una gara di nuoto mancata a causa di una raccomandazione a favore di un suo compagno di nuoto, ecco che il protagonista inizia il suo discorso davanti al pubblico formato dagli studenti della Bocconi per spiegare quale sia l'intenzione della sua startup: creare una nuova piattaforma sociale grazie alla quale si possa calcolare oggettivamente il merito di ogni persona in base a capacità scolastiche, esperienze e, come dice proprio nel film, "in base anche alla scuola frequentata perché, ovviamente, essere alla Bocconi farà la differenza rispetto ad essere in una qualsiasi altra università". Ma siamo sicuri che sia questo un modello da seguire ed ammirare? Era necessario mettere in bocca al protagonista una frase del genere? Non si tratta di raccomandazione anche pagare una ingente cifra di denaro per entrare alla Bocconi sapendo che solamente il nome della scuola faciliterà la nostra carriera? Intendiamoci: alla Bocconi ci saranno persone ricche che hanno voglia di studiare; persone ricche che non hanno voglia di studiare; persone meno ricche che hanno voglia di studiare e persone meno ricche che non ne hanno voglia. La scuola non fa il merito, come le esperienze non fanno per forza il merito e tutto questo per dire che non credo che il merito si possa calcolare su base oggettiva o con un algoritmo, e trovo che rendere gloria a questa idea con un film non sia molto opportuno.
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uppercut
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mercoledì 15 novembre 2017
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"eccellente confezione"????
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"Eccellente confezione"???? Mamma mia! l'algoritmo per la valutazione meritocratica dovrebbe essere applicato anche all'universo della critica cinematografica. Se c'è una cosa che colpisce, purtroppo negativamente, nel film di D'Alatri, ottimo nelle intenzioni, è proprio la mediocrità realizzativa. A ogni livello. Recitazione da concorso video scolastico, montaggio ubriaco di soluzioni videoclippesche ma incapace di governare una scena di dialoghi in famiglia con scavalcamenti di campo da dilettanti allo sbaraglio, fotografia compiaciutissima là dove vuole strappare l'applauso (i titoli di testa...) ma sciatta come un film di genere anni Ottanta per il rimanente novanta per cento.
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"Eccellente confezione"???? Mamma mia! l'algoritmo per la valutazione meritocratica dovrebbe essere applicato anche all'universo della critica cinematografica. Se c'è una cosa che colpisce, purtroppo negativamente, nel film di D'Alatri, ottimo nelle intenzioni, è proprio la mediocrità realizzativa. A ogni livello. Recitazione da concorso video scolastico, montaggio ubriaco di soluzioni videoclippesche ma incapace di governare una scena di dialoghi in famiglia con scavalcamenti di campo da dilettanti allo sbaraglio, fotografia compiaciutissima là dove vuole strappare l'applauso (i titoli di testa...) ma sciatta come un film di genere anni Ottanta per il rimanente novanta per cento... Un disastro. Eppure D'Alatri è un regista eccellente. Non rimane che pensare a una produzione non all'altezza del progetto. Sembra un film girato e post prodotto in tempi proibitivi per mancanza di adeguate risorse. Mi sbaglio?
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flyanto
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giovedì 13 aprile 2017
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la vera storia del giovane dotato matteo achilli
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"The Startup" racconta la vera storia del diciottenne Matteo Achilli (ora di qualche anno più grande) che a quell'età ha inventato un nuovo ed originale social network, chiamato Egomnia. L'idea, se ne viene a conoscenza nel film, gli giunge quando egli, praticando nuoto a livello agonistico, viene messo da parte in una gara al fine di favorire il figlio meno dotato dello sponsor della squadra e così intuisce che in Italia, al fine di ottenere qualcosa dal punto di vista professionale, contano molto più le raccomandazioni che il merito professionale.
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"The Startup" racconta la vera storia del diciottenne Matteo Achilli (ora di qualche anno più grande) che a quell'età ha inventato un nuovo ed originale social network, chiamato Egomnia. L'idea, se ne viene a conoscenza nel film, gli giunge quando egli, praticando nuoto a livello agonistico, viene messo da parte in una gara al fine di favorire il figlio meno dotato dello sponsor della squadra e così intuisce che in Italia, al fine di ottenere qualcosa dal punto di vista professionale, contano molto più le raccomandazioni che il merito professionale. Da qui, Achilli, con l'aiuto di un ingegnere mal pagato presso la società in cui lavora, idea e sviluppa il suddetto Egomnia, un sito dove le aziende potranno scegliere, in base ai meriti, alla preparazione ed alle esperienze , i vari candidati iscrittivi, senza conoscerli e senza interferenze esterne. Il giovane è molto brillante, studente presso l' università della Bocconi e ricercato da numerose aziende, ma la strada per lui, dopo i primi successi, si rivela assai in salita e presto egli si troverà costretto a confrontarsi con la dura realtà.
A prima vista "The Startup" sembrerebbe l'ennesimo film su un giovane molto dotato dal punto di vista delle proprie capacità intellettive e che idea nuovi siti interinali, come precedentemente è stata già rappresentata la storia di Mark Zuckerbeg, l'ideatore di Facebook, ma in realtà il regista Alessandro D'Alatri va oltre la semplice "biografia" e racconta la vicenda del giovane Matteo Achilli soprattutto dal punto di vista umano. Pertanto, nel film si assiste, sì, all'intero processo di sviluppo del social network ma anche e soprattutto alla crescita di un giovane molto capace, con tante speranze, che nel corso della sua impresa però verrà in contatto ed a conoscenza di realtà crude e spietate, quali quelle del mondo del lavoro e della politica stessa, della conoscenza stessa di sè e dei suoi limiti e di quanto tutto ciò nel suo insieme contribuirà notevolmente sulle proprie relazioni interpersonali e sul cambiamento di se stesso. Quindi da un iniziale entusiasmo ed orgoglio per la sua iniziativa che toccano un poco la presunzione, viene messo bene in evidenza da D'Alatri il ridimensionamento stesso della persona del ragazzo, cogliendone perfettamente il lato umano e rendendo così di pregio la pellicola stessa che, altrimenti, sarebbe stata relegata al puro e semplice racconto di un social network. La regia, inoltre, è ben ritmata e pertanto ciò induce lo spettatore verso un vivo interesse ed i protagonisti scelti (Andrea Arcangeli, Paola Calliari, Matilde Gioli, Massimiliano Gallo, ecc...) sono tutti ben calati nei propri ruoli.
Il film, pertanto, è senza alcun dubbio consigliabile.
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sabato 8 aprile 2017
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il fratello povero di "the social network"
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Non capisco come si possano dare addirittura 4 stelle ad un film del genere, che spaccia per "storia vera" un storia in realtà quasi totalmente inventata, fondata su vere e proprie menzogne (tutte dimostrate dalla stampa più attenta), che per giunta riprende in maniera banalissima ed in alcuni tratti insopportabilmente stucchevole tutti gli stereotipi ed i cliché più abusati dello "startuppismo" in salsa italiana. La pellicola rasenta il patetico in diverse parti della sceneggiatura, forzando i dialoghi, strattonando il già debole plot verso derive auto-referenziali da terza media.
Il film in sintesi rappresenta una vera quanto involontaria autoparodia, salvata solo in minima parte dal discreto talento dei suoi giovani interpreti e da una buona fotografia.
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Non capisco come si possano dare addirittura 4 stelle ad un film del genere, che spaccia per "storia vera" un storia in realtà quasi totalmente inventata, fondata su vere e proprie menzogne (tutte dimostrate dalla stampa più attenta), che per giunta riprende in maniera banalissima ed in alcuni tratti insopportabilmente stucchevole tutti gli stereotipi ed i cliché più abusati dello "startuppismo" in salsa italiana. La pellicola rasenta il patetico in diverse parti della sceneggiatura, forzando i dialoghi, strattonando il già debole plot verso derive auto-referenziali da terza media.
Il film in sintesi rappresenta una vera quanto involontaria autoparodia, salvata solo in minima parte dal discreto talento dei suoi giovani interpreti e da una buona fotografia.
Tutto il resto però non vale il costo del biglietto. E non perché si tratti di fiction spacciata per "reality", ma perché come detto l'impianto narrativo è infantile, sterile, forzatamente solenne.
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sergiolino63
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venerdì 7 aprile 2017
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narrazione curata e accattivante, un ottimo film
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E' la storia (vera) di un giovane ragazzo romano (Matteo Achilli) , di famiglia non benestante, che, dopo la maturità al liceo scientifico e prima dell'iscrizione alla Bocconi di Milano, crea con un investimento iniziale di soli 10.000 euro (i risparmi di una vita del papà) un particolare "social" che, grazie ad un algoritmo, serve a creare una graduatoria basata sul merito: utile per permettersi di candidarsi a chi si affaccia sul mondo del lavoro o per le aziende che devono assumere. In un Paese come l'Italia dove il merito non sempre viene prima di tutto .... è una bella scommessa. Una scommessa che alla fine, però, il giovane Achilli riuscirà a vincere, grazie proprio alle sue capacità ed al suo impegno, doti che dopo l'inizale successo della start-up aveva però messo da parte, travolto da un effimero prematuro successo.
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E' la storia (vera) di un giovane ragazzo romano (Matteo Achilli) , di famiglia non benestante, che, dopo la maturità al liceo scientifico e prima dell'iscrizione alla Bocconi di Milano, crea con un investimento iniziale di soli 10.000 euro (i risparmi di una vita del papà) un particolare "social" che, grazie ad un algoritmo, serve a creare una graduatoria basata sul merito: utile per permettersi di candidarsi a chi si affaccia sul mondo del lavoro o per le aziende che devono assumere. In un Paese come l'Italia dove il merito non sempre viene prima di tutto .... è una bella scommessa. Una scommessa che alla fine, però, il giovane Achilli riuscirà a vincere, grazie proprio alle sue capacità ed al suo impegno, doti che dopo l'inizale successo della start-up aveva però messo da parte, travolto da un effimero prematuro successo.
Ma Matteo comprende in tempo gli errori che stava commettendo (si era un po' montato la testa) e con il sostegno della propria ragazza e del suo squattrinato "quasi-socio" ingegnere si rimette subito in carreggiata. Oggi è considerato un po' lo Zuckeberg italiano.
Film molto ben fatto, ritmo giusto, narrazione curata e accattivante. Ottimo.
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siem
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venerdì 7 aprile 2017
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imbarazzante
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Evitate di perdere 2 ore della vostra vita.
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siem
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venerdì 7 aprile 2017
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la storia falsa di una startup fallita
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Se mi venite a raccontare che questa è una storia vera state raccontando cazzate. Non vale la pena vedere una storia inventata zeppa di castronerie e scemenze hollywoodiane. L'imitazione MOLTO MAL RIUSCITA di "the social network". Peccato che in un caso si parlava di Mark Zuckemberg qui di un tipo che ha solo EGO e null'altro.
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