r.a.f.
|
mercoledì 2 ottobre 2019
|
il mostro che è dentro di noi
|
|
|
|
Ennesimo capolavoro di Shyamalan, incentrato sulla figura realmente esistita di un killer psicopatico, affetto da disturbo dissociativo dell’identità.
La storia è abbastanza semplice, anche se all’inizio viene complicata da alcuni flashbacks che solo più avanti si giustificheranno all’occhio dello spettatore: tre ragazze, di cui una apparentemente problematica, vengono rapite da uno psicopatico, che le terrà prigioniere per tutta la durata del film, mostrandosi gradatamente a loro (e allo spettatore) in tutta la sua follia. Man mano che il film procede, impariamo a conoscere il killer in tutte le sue sfaccettature e la psichiatra che lo ha in cura; capiamo che col tempo è riuscita ad instaurare con lui un rapporto di fiducia che le ha permesso di portare alla luce la sua personalità più “equilibrata”, spingendola a tenere sotto controllo tutte le altre.
[+]
Ennesimo capolavoro di Shyamalan, incentrato sulla figura realmente esistita di un killer psicopatico, affetto da disturbo dissociativo dell’identità.
La storia è abbastanza semplice, anche se all’inizio viene complicata da alcuni flashbacks che solo più avanti si giustificheranno all’occhio dello spettatore: tre ragazze, di cui una apparentemente problematica, vengono rapite da uno psicopatico, che le terrà prigioniere per tutta la durata del film, mostrandosi gradatamente a loro (e allo spettatore) in tutta la sua follia. Man mano che il film procede, impariamo a conoscere il killer in tutte le sue sfaccettature e la psichiatra che lo ha in cura; capiamo che col tempo è riuscita ad instaurare con lui un rapporto di fiducia che le ha permesso di portare alla luce la sua personalità più “equilibrata”, spingendola a tenere sotto controllo tutte le altre. Ma ce n’è una che è sfuggita alla psichiatra, quella più crudele e terribile, che alla fine prende il sopravvento e si scatena, travolgendo tutto e tutti.
Il rapimento che apre il film e ci dà modo di conoscere il mostro, lascia lentamente spazio al vero protagonista della storia, che è il rapitore stesso. Il film è sorretto e splendidamente esaltato da un McAvoy in stato di grazia, che riesce a interpretare tutte le svariate personalità dell’omicida, passando dall’una all’altra in maniera assolutamente naturale e straordinariamente efficace, attraverso modifiche della voce, del linguaggio, dei gesti, del modo di camminare o di muovere le mani. Ed è talmente bravo che alla fine la sorte delle vittime passa in secondo piano. Il ritmo è serrato, senza momenti di debolezza, e la regia, che passa abilmente da inquietanti primi piani a suggestive inquadrature a figura intera, è dichiaratamente al servizio di McAvoy e della sua incredibile performance.
Ovviamente il finale non va svelato, ma si può dire che è tutt’altro che rassicurante, ed apre la porta ad un attesissimo seguito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a r.a.f. »
[ - ] lascia un commento a r.a.f. »
|
|
d'accordo? |
|
wathan
|
mercoledì 25 settembre 2019
|
notevole sotto molti punti di vista.
|
|
|
|
Agghiacciante, originale, commovente. Ottimo thriller magistralmente girato da un regista spesso sottovalutato dalla critica professionale e non solo. Non c'è dubbio M. Night Shyamalan affina più che mai il suo stile peculiare di dirigere, non sotto l'aspetto delle inquadrature e del montaggio, ma dalla sceneggiatura originalissima che riesce quasi sempre a proporci, Split riesce a terrorizzare, far riflettere e commuovere allo stesso tempo scusate se è poco. Decisamente uno dei suoi migliori film anche se del sottoscritto ne o visti solo quattro. Un consiglio, non fidatevi dalle recensioni negative piuttosto guardatevelo e poi giudicate.
|
|
[+] lascia un commento a wathan »
[ - ] lascia un commento a wathan »
|
|
d'accordo? |
|
alessandro
|
lunedì 2 settembre 2019
|
il grande ritorno di shymalan
|
|
|
|
“Split” è un thriller psicologico del 2016 diretto da M.Night Shymalan, regista de “Il sesto senso” (1999) e di “The visit” (2015). La pellicola è la seconda di una trilogia creata da Shyamalan stesso, “Trilogia Eastrail 117”, iniziata con il film “Unbreakable-il predestinato” (2000) e conclusasi quest’anno con “Glass” (2019). Le adolescenti protagoniste del film, Claire (Haley Lu Richardson), Marcia (Jessica Sula) e Casey (Anya Taylor-Joy), vengono rapite e tenute prigioniere da uno strano individuo con gli occhiali, Dennis. Egli non è altro che una delle tante personalità di Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), uomo con gravi disturbi mentali.
[+]
“Split” è un thriller psicologico del 2016 diretto da M.Night Shymalan, regista de “Il sesto senso” (1999) e di “The visit” (2015). La pellicola è la seconda di una trilogia creata da Shyamalan stesso, “Trilogia Eastrail 117”, iniziata con il film “Unbreakable-il predestinato” (2000) e conclusasi quest’anno con “Glass” (2019). Le adolescenti protagoniste del film, Claire (Haley Lu Richardson), Marcia (Jessica Sula) e Casey (Anya Taylor-Joy), vengono rapite e tenute prigioniere da uno strano individuo con gli occhiali, Dennis. Egli non è altro che una delle tante personalità di Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), uomo con gravi disturbi mentali. La psichiatra Karen Fletcher (Betty Buckley) in passato aveva diagnosticato a Kevin una forma di disturbo dissociativo dell’identità, malattia mentale realmente esistente scoperta nel 1994 che porta lo sfortunato afflittone a credere di essere un individuo in un momento e un'altra persona in un secondo momento. La psichiatra è però riesce a stabilire un rapporto confidenziale col suo paziente, affidando alla personalità più “tranquilla”, Barry, la capacità di avere il controllo del corpo e mettendo al bando quelle più pericolose, Dennis e Patricia, le quali terrorizzano le altre personalità parlando di una misteriosa creatura:”la Bestia”. Successivamente, Patricia e Dennis sono “risvegliati” da un incidente sul lavoro, perché due ragazze hanno costretto Kevin a toccare il loro seno per una scommessa. In totale le personalità sono 23, con caratteristiche fisiche e psicologiche differenti. Nel frattempo, le tre protagoniste sono alle prese con Dennis, Claire e Marcia vogliono attaccarlo per poi scappare, mentre Casey vuole cercare di capire con chi ha a che fare. Le tre ragazze capiscono che l’uomo ha più personalità quando si mostra con quella di un bambino di 9 anni, Hedwig, che rivela per sbaglio che la stanza dove sono imprigionate le tre protagoniste ha un punto debole. Claire lo trova e prova a fuggire, ma viene però scoperta e punita da Dennis, che la separa dalle altre. Stessa fine la fa Marcia, lasciando Casey da sola. Le due ragazze isolate chissà in quale stanza verranno sacrificate alla “Bestia”, che si scoprirà essere la ventiquattresima personalità di Kevin, quella più pericolosa,spietata e forte. Il film procede con i tentativi di fuga di Casey, che, alla fine del film, sarà l’unica sopravvissuta.
“Split” è un film davvero particolare e, per certi versi, addirittura profondo, emblema del grande ritorno di Shyamalan alla produzione di grandi film dopo numerosi flop come “L ultimo dominatore dell’aria” (2010), andato talmente male da averne impedito la prevista uscita del sequel, o “The visit”. Il titolo del film, è davvero geniale e centrato, dato che “split” in inglese significa “diviso”, proprio come la mente di Kevin è divisa in 23 personalità +1. La sceneggiatura è ispirata a un fatto di cronaca reale su un individuo che soffriva del disturbo dissociativo delle identità. Shyamalan, da ciò, è riuscito a trarne un horror/ thriller psicologico davvero originale ed inquietante, con una regia degna del suo autore, in grado di far entrare nell’atmosfera della pellicola anche gli spettatori più insensibili. Magistrale è anche l’ interpretazione di James McAvoy nei panni di Kevin, che si è ritrovato ad interpretare le varie personalità del folle, che valgono come molteplici personaggi. L’espressività e la bravura dell’attore riescono a rendere il personaggio da lui interpretato davvero inquietante. Anche le ragazze che hanno interpretato le protagoniste si sono dimostrate davvero eccezionali nel mostrare dei personaggi tanto impauriti; in particolare va riconosciuta l’interpretazione di Anya Taylor-Joy, già vista in “The Witch” (2015). Inoltre, il personaggio della “Bestia”, può essere visto come una metafora atta a rappresentare il male che l’essere umano può arrivare a fare.
In conclusione, “Split” è un film, che riesce a intrattenere lo spettatore con un’idea fantastica e un’ottima regia accompagnata dalle interpretazioni eccezionali degli attori. La pellicola non presenta scene particolarmente violente, non vi sono jumpscares, ormai onnipresenti in film di questo genere, ma solo un’atmosfera ben resa dalla narrazione e un’ottima costruzione dei personaggi .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alessandro »
[ - ] lascia un commento a alessandro »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
domenica 23 dicembre 2018
|
il ritorno di shyamalan
|
|
|
|
E' sempre un piacere vedere un nuovo lavoro del regista Shyamalan, che può piacere o non piacere, ma lascia sempre qualcosa in ogni storia che racconta. Split è un opera complessa che vede come protagonista Kevin, interpretato ottimamente da James McAvoy, un giovane affetto da Disturbo dissociativo d'identità, ben 23 sono le identità presenti in lui, ma quella più pericolosa sarà la 24esima. Atteso il sequel.
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
eccome!
|
domenica 11 marzo 2018
|
il mostro è dentro di noi
|
|
|
|
Un film sulla follia e la violenza come reazione ai condizionamenti disumani dell'infanzia che mostra come un assassino sia il prodotto delle indicibili sofferenze ed ingiustizie patite.
Film che cresce come la patologia del protagonista, fino a trasformarlo nel mostro che sente dentro di sé.
Un film che fa riflettere sul nero che sentiamo dentro e tratteniamo e facciamo affiorare, a volte, ma dal quale non ci separiamo mai del tutto, noi esseri umani che siamo il prodotto della nostra volontà sui nostri istinti.
Impressionante, in certi momenti, arriva a fare paura quella forza disumana che il protagonista sviluppa e mette in atto.
Non adatto a chi si crede perfetto.
|
|
[+] lascia un commento a eccome! »
[ - ] lascia un commento a eccome! »
|
|
d'accordo? |
|
ennio
|
martedì 6 febbraio 2018
|
fantascienza psicanalitica
|
|
|
|
La psicanalisi nacque nel XIX secolo, e un secolo fa visse il suo periodo d'oro. Poi, col tempo, ha perso sempre più capacità di espandere le sue conoscenze e parallelamente è diventata un argomento sempre più trendy, nazionalpopolare e addomesticabile per ogni esigenza artistica. Questo film ne è un esempio. Solo l'inesauribile e logorroica fantasia yankee può partorire un protagonista dissociato con 23 (23!!!!!) personalità diverse. Come se per fare un buon film più ci metti personalità più viene meglio. In ogni caso l'esperimento è fallito miseramente. Molto, ma molto meglio il solito maniaco sessuale pervertito per una storia in cui belle ragazze vengono rapite.
[+]
La psicanalisi nacque nel XIX secolo, e un secolo fa visse il suo periodo d'oro. Poi, col tempo, ha perso sempre più capacità di espandere le sue conoscenze e parallelamente è diventata un argomento sempre più trendy, nazionalpopolare e addomesticabile per ogni esigenza artistica. Questo film ne è un esempio. Solo l'inesauribile e logorroica fantasia yankee può partorire un protagonista dissociato con 23 (23!!!!!) personalità diverse. Come se per fare un buon film più ci metti personalità più viene meglio. In ogni caso l'esperimento è fallito miseramente. Molto, ma molto meglio il solito maniaco sessuale pervertito per una storia in cui belle ragazze vengono rapite.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
ziobricco
|
sabato 6 gennaio 2018
|
fantastico
|
|
|
|
Paura, rabbia, tristezza. Queste alcune delle emozioni che ho provato nel vederlo. Film notevole che riporta Shyamalan ai livelli del senso sento, Io ne sono rimaso entusiasta.
|
|
[+] lascia un commento a ziobricco »
[ - ] lascia un commento a ziobricco »
|
|
d'accordo? |
|
nicolas
|
mercoledì 3 gennaio 2018
|
thriller claustrofobico con poche idee
|
|
|
|
film abbastanza lungo quasi 2h discreto nell'interpretazione del protagonista ma con una trama inconsistente e pigra. Il film ha dei buoni presupposti iniziali ma poi si impantana in dialoghi monotoni e scontati anche se si intravede una vena di fantasy il risultato finale è mediocre , stile Il silenzio degli innocenti ma lontano anni luce sconsigliato.
|
|
[+] lascia un commento a nicolas »
[ - ] lascia un commento a nicolas »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
mercoledì 27 dicembre 2017
|
le regressioni scimmiesche di uno zelig scozzese
|
|
|
|
Rapite nel parcheggio di un centro commerciale e segregate nei sotterranei di un misterioso edificio, le tre adolescenti Casey, Claire e Marcia si rendono ben presto conto di avere a che fare con il giovane Kevin, un individuo affetto da un disturbo di personalità multipla. I sospetti della dottoressa che ha in cura il ragazzo iniziano a convergere sul prevalere di Denis, una delle 23 personalità manifestate e sull'imminente avvento della Bestia: una ulteriore, minacciosa e terrificante entità che deriva dalla fusione di tutte le altre. Da sempre affascinato dalla metafora di una alterità celata alle apparenze dell'esperienza sensibile e vero maestro di una messa in scena del misterioso e del perturbante, il talentuoso indiano d'America che ha la notte nel nome, decide a questo giro di giostra di assecondare la proverbiale (s)mania hollywoodiana per sequel, serie e supereroi con una trilogia che parte dal terrorismo autoctono pre-11 Settembre (Unbreakable - 2000) combattuto dall'inconsapevole eroe positivo di mascella d'acciaio Willis per approdare al disturbato e consapevolissimo Zelig scozzese di McAvoy, proteiforme manifestazione di un trasformismo psicofico che dovrebbe convergere nel vero antagonista negativo (o meglio antipositivo, vista l'indulgenza ontologica con cui è costruito il personaggio) a quella rappresentata dall'indistruttibile sopravvissuto 'senza paura' del primo episodio; a mediare tra i due, la trasparenza bosonica di un fragilissimo teorico dell'antagonismo cartoonesco del (Mr) Glass, con cui si chiuderà la trilogia in questione nell'anno prossimo venturo.
[+]
Rapite nel parcheggio di un centro commerciale e segregate nei sotterranei di un misterioso edificio, le tre adolescenti Casey, Claire e Marcia si rendono ben presto conto di avere a che fare con il giovane Kevin, un individuo affetto da un disturbo di personalità multipla. I sospetti della dottoressa che ha in cura il ragazzo iniziano a convergere sul prevalere di Denis, una delle 23 personalità manifestate e sull'imminente avvento della Bestia: una ulteriore, minacciosa e terrificante entità che deriva dalla fusione di tutte le altre. Da sempre affascinato dalla metafora di una alterità celata alle apparenze dell'esperienza sensibile e vero maestro di una messa in scena del misterioso e del perturbante, il talentuoso indiano d'America che ha la notte nel nome, decide a questo giro di giostra di assecondare la proverbiale (s)mania hollywoodiana per sequel, serie e supereroi con una trilogia che parte dal terrorismo autoctono pre-11 Settembre (Unbreakable - 2000) combattuto dall'inconsapevole eroe positivo di mascella d'acciaio Willis per approdare al disturbato e consapevolissimo Zelig scozzese di McAvoy, proteiforme manifestazione di un trasformismo psicofico che dovrebbe convergere nel vero antagonista negativo (o meglio antipositivo, vista l'indulgenza ontologica con cui è costruito il personaggio) a quella rappresentata dall'indistruttibile sopravvissuto 'senza paura' del primo episodio; a mediare tra i due, la trasparenza bosonica di un fragilissimo teorico dell'antagonismo cartoonesco del (Mr) Glass, con cui si chiuderà la trilogia in questione nell'anno prossimo venturo. Non stupisce quindi che lo spunto della tragica storia del William Wilson della molteplicità caratteriale di William Billy Milligan (già soggetto di un drama della Warner firmato Joel Schumacher e con DiCaprio protagonista, dalla nebulosa ed imminente distribuzione) sia solo l'utile pretesto per proseguire il discorso sulle insospettabili e metafisiche virtù della diversità: il principio della perturbazione di una psiche traumatizzata che si scinde nelle molteplici manifestazioni dei suoi altrettanti talenti, amplificando le inespresse potenzialità della mente umana e riunificandosi nel terrifico sincretismo di una creatura abominevole che travalica la morale ma è sempre pronto a riconoscere il torto: insomma un Mr Hyde all'ennesima potenza che non ha mai veramente dismesso i rispettabili panni di un irreprensibile ed equanime Dr Jekill ("Tu sei diversa dalle altre. Il tuo cuore è puro. Gioisci! Chi ha sofferto è più evoluto"). La struttura del thriller metafisico quindi subisce le già sperimentate contaminazioni di genere del film precedente, pur mantenendo la classica impronta dark del regista indo-americano, aiutato in questo da una scenografia della reclusione quanto mai funzionale alla storia ed al contenimento dei costi, ma avvalendosi anche di efficaci parentesi a flashback che ricapitolano le storie di abuso dei due protagonisti principali senza inficiare per questo la continuità del racconto. Come già nel primo capito di una trilogia che prosegue nel segno della recente collaborazione con Jason Blum (The Visit), il concept da graphic novel non avrà la consistenza autoriale delle opere migliori di Shyamalan (The Sixth Sense, Signs, The Village), ma finisce per essere l'onesto ripiego mainstream di un regista ancora giovane che ha avuto il coraggio di rinnovarsi strizzando l'occhio ad un pubblico sempre più variegato e trasversale. Colonna sonora di rilievo (con la partecipazione del nostro Morricone) ed un cast azzeccatissimo, cui hanno giovato la sostituzione di Joaquin Phoenix con James McAvoy per mere beghe contrattuali e la lanciatissima e conturbante Anya Taylor-Joy, adolescente tormentata e sibillina ancora una volta alle prese con le minacciose insidie di un demonio che allunga troppo le mani. Spende 9 milioni di dollari (88% in meno del precedente titolo della trilogia) per guadagnarne 278; come dire: insieme alle personalità, si moltiplicano anche i dindini!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
baud14
|
martedì 26 dicembre 2017
|
il silenzio degli intelligenti
|
|
|
|
Vado rarissimamente al cinema e i film proposti in TV, dei quali in genere non riesco a vedere più di 10 minuti, mi confermano la bontà di questo mio orientamento.
Mi è capitato di vedere questo film in TV la sera di Natale (ciò è casuale), insieme ai miei figli ultra ventenni: preferisco non scendere in commenti sul “prodotto” – che se dovessi definire con un unico aggettivo, definirei “ignobile” – quanto formulare di seguito due domande, una rivolta al regista e l’altra al genere umano.
1. Lei è consapevole che si tratta di una pessima rielaborazione de “Il silenzio degli innocenti”?
2.
[+]
Vado rarissimamente al cinema e i film proposti in TV, dei quali in genere non riesco a vedere più di 10 minuti, mi confermano la bontà di questo mio orientamento.
Mi è capitato di vedere questo film in TV la sera di Natale (ciò è casuale), insieme ai miei figli ultra ventenni: preferisco non scendere in commenti sul “prodotto” – che se dovessi definire con un unico aggettivo, definirei “ignobile” – quanto formulare di seguito due domande, una rivolta al regista e l’altra al genere umano.
1. Lei è consapevole che si tratta di una pessima rielaborazione de “Il silenzio degli innocenti”?
2. Quale oscura pulsione spinge gli uomini che si definiscono “artisti” a concentrare in una loro opera dell’ingegno tutte le brutture, le crudeltà, le efferatezze e aggiungerò, per fortuna, le idiozie di cui è capace l’essere umano?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a baud14 »
[ - ] lascia un commento a baud14 »
|
|
d'accordo? |
|
|